Santena, vita, scuola, biblioteca e relazioni di uno studente

Santena – 19 febbraio 2014 –  Domenica 16 febbraio, siamo nella sede del Pd, in via Cavour 11, alla Trinità, oltre Tevere. E’ uno studente. Saluta con allegra semplicità. Vota per scegliere il segretario regionale del partito di Renzi. Gli chiedo un’intervista.

santena cartello stradaleSorride. Non sono ricchi, non vive nella bambagia, ha già affrontato prove difficili, che ad altri sono evitate. Frequenta una facoltà scientifica, è al secondo anno, ha dato tutti gli esami. La materia gli piace. Non ha scelto seguendo solo le passioni ma pensando al futuro lavoro. Giudica senza giri di parola. Il livello dei docenti è medio: alcuni sono molto bravi, altri no. E’ piacevole ascoltarlo. Gli chiedo se ha risposto al questionario sui giovani fatto da Essere Santena. Non ne sa nulla. A Santena non ha quasi amici ma la famiglia. La sua vita è altrove. Dopo le medie sono nati legami con ragazzi che abitano nei comuni intorno. Il 70 per cento sono femmine, il 30 per cento maschi. Talvolta s’incontrano al Drago Verde per una pizza, ma non vanno oltre. Santena non è attraente, non riesce a sedurre. Non sono da discoteca, nelle sere di freddo frequentano birrerie e pizzerie dove si può parlare. Oppure vanno a casa di qualcuno del gruppo.

Ama il calcio, per giocare emigra in un comune confinante. All’oratorio non si è mai trovato, non è mai entrato in sintonia. Dopo il catechismo e la cresima ha lasciato perdere. Viaggia in auto, in società con un amico che vive in un paese vicino, l’autobus e il treno per Torino e Chieri sono scomodi, ci mettono troppo tempo. Non ha mai fumato. Su 50 amici e conoscenti solo 2 o 3 sballano con l’alcool. Droga non ne circola. La sua compagnia vive più di giorno che di notte. Con loro fa persino un lavoro extra che serve a guadagnare qualcosa. Lo studio è al centro della giornata. Prima si preparava a casa. Adesso ha scoperto la biblioteca di Chieri, centro di incontro per i giovani della zona, compresi i Santenesi. E’ accogliente, fai nuove conoscenze, trovi amici, ti concentri meglio. E’ collegata a internet, è ben fornita, è in centro città, sotto c’è un comodo bar per un caffè e due chiacchiere. La dimensione più grande rende l’insieme stimolante e funzionale. Adesso con l’università sono nate nuove relazioni a Torino. L’orizzonte si è allargato all’area metropolitana.

L’intervista è finita, per ora. La sua disarmante fiducia nel futuro e nelle persone è la stessa che troviamo negli occhi dei nostri figli e nipoti. Abbiamo parlato delle relazioni e degli spazi di vita. Delle dimensioni in cui si manifestano i suoi interessi, che man mano si sono ampliate toccando contesti nuovi, più vasti, meno scontati e protetti. I piedi sono piantati in famiglia, i rami vanno verso nuove direzioni.  Conversando non è volata una sola parolaccia. In poche parole ci ha insegnato che è ora di riorganizzare i servizi pubblici accorpando le strutture e gli uffici a livello sovraccomunale per renderli meno costosi e più efficienti. Prima o poi forse anche i Sindaci e le amministrazioni se ne renderanno conto.

Gino Anchisi
Da Santena, la città di Camillo Cavour, 19 febbraio 2014.

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