Una pausa per lo spirito – proposte di riflessione per i giorni dal 9 al 15 marzo 2014

Santena – 9 marzo 2014 – Di seguito, alcune proposte di riflessione per i giorni dal 9 al 15 marzo 2014, tratte dalla liturgia del giorno, con commento alle letture domenicali.

Domenica 9 marzo 2014

ll giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio

ParadisoIl Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Gen  2,7-9; 3,1-7

Per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Rm 5,12-19

A lui solo renderai culto

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Mt 4,1-11

Il cambiamento del mondo: parte dal cuore di ciascuno di noi

Mercoledì abbiamo iniziato la Quaresima. Sono i quaranta giorni di preparazione per la Pasqua. Per quaranta giorni Gesù “fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”. In questo tempo anche noi siamo come condotti nel deserto delle nostre città per lottare contro ogni divisione ed inimicizia. E la lotta inizia dal cuore di ciascuno di noi. È di qui infatti che parte il cambiamento del mondo: dal cuore di ciascuno di noi. Cambiare infatti significa imparare a volere bene da colui che è il maestro dell’amore. La Quaresima è un tempo opportuno per ritrovare il cuore e poter quindi amare come Gesù ha amato. Il Signore ce lo chiede perché sa bene che la felicità e la salvezza dipendono dall’amore. Egli vuole che la nostra vita sia gioiosa, bella, piena di fratelli e di sorelle, non noiosa, indurita o triste, che si esaurisce in sé, che obbedisce alla terribile legge dell’amore per sé. Dobbiamo chiederci se noi non siamo poveri di amore, se non siamo freddi, paurosi, aggressivi, infedeli, incostanti, pieni di rancori, comandati dall’orgoglio istintivo. E dobbiamo interrogarci se il nostro cuore non si riempie troppo facilmente di paure e inimicizie, di diffidenze e ostilità. Vivendo in questo modo ricadiamo immancabilmente nella tristezza di una vita in solitudine.
L’uomo, che era polvere, divenne un essere vivente quando il Signore Iddio -così la Scrittura- soffiò nelle sue narici un alito di vita; e fu lo stesso Signore a collocare l’uomo nel giardino che aveva piantato. Questa era la volontà del Signore sulla vita degli uomini: che tutti abitassero in un giardino fiorito. Ma l’uomo non volle ascoltare la Parola di Dio, preferendo quella subdola ed allettante del serpente. L’uomo perse quel giardino e abitò in un deserto, come ci racconta il libro della Genesi. Il giardino della vita si trasforma in deserto quando l’uomo preferisce ascoltare altre voci rispetto a quella di Dio. Il mondo, le nostre città, i nostri cuori, sono spesso simili al deserto perché preferiamo ascoltare le suggestioni del serpente piuttosto che la Parola di Dio. La conseguenza è trovarsi nudi di affetto, nudi di amicizia, nudi di dignità, nudi di senso della vita. Ed anche gli uni contro gli altri, come fecero Eva e Adamo i quali si accusarono a vicenda perché ciascuno voleva salvare se stesso. Quando non si ascolta il Signore, anche i più intimi diventano nemici tra loro. E la vita diventa un deserto dominato dall’antico tentatore, che continua indisturbato a spingere gli uomini ad ascoltare se stessi più che il Signore, ad accusarsi a vicenda piuttosto che a volersi bene. Insomma, nel deserto di questo mondo la ricerca del proprio interesse diviene la suprema legge.
Gesù è venuto in questo deserto per non abbandonarci, per mostrarci fin dove arriva il suo amore. Qui egli, come noi, si sottomette alle tentazioni. Il Vangelo ne elenca tre, di cui la prima è quella del pane. Essa arriva al momento propizio, quando Gesù, dopo quaranta giorni di digiuno, è stremato dalla fame. Vi possiamo leggere la tentazione di soddisfare solo se stessi, di pensare solo al proprio benessere. Gesù, indebolito dal digiuno, ha motivi più che plausibili per cedere alle insinuazioni del tentatore. Ma risponde con l’unica vera forza dell’uomo, quella della Parola di Dio: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Poi il diavolo porta Gesù sul pinnacolo del tempio e lo sfida: “Buttati giù! Ci saranno certo gli angeli di Dio a proteggerti”. È la tentazione del protagonista che non vede altro che se stesso, e pretende che ogni cosa sia centrata su di lui, che tutti, anche gli angeli, girino attorno a lui. E infine c’è la tentazione del potere: “Tutto può essere tuo”, dice il diavolo a Gesù mentre da un monte gli mostra l’estensione della terra. Ma Gesù proclama la sua libertà dal potere affermando che ci si prostra solo davanti a Dio. “Sta scritto infatti: il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo rendi culto”. Quante volte si è creduto di poter usare le cose, finendone poi schiavi! Nel deserto, dominato dalle parole subdole dell’antico tentatore, Gesù riafferma ogni volta: “Sta scritto”. È con il Vangelo, continuamente riproposto, che Gesù sconfigge le tentazioni e allontana il diavolo: “Vattene, Satana!”. E quel deserto si trasforma in un giardino di vita. Gesù non è più solo e abbandonato alla fame e all’aridità. Giungono gli angeli, si accostano a lui e lo servono.
Comunità di Sant’Egidio

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Lunedì 10 marzo 2014

Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?. E il re risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?. Allora egli risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Mt 25,31-46

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Martedì 11 marzo 2014

Se perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro perdonerà a voi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Mt 6,7-15

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Mercoledì 12 marzo 2014

Questa è una generazione malvagia

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Lc 11,29-32

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Giovedì 13 marzo 2014

Quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Mt 7,7-12

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Venerdì 14 marzo 2014

Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Mt 5,20-26

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Sabato 15 marzo 2014

Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Mt 5,43-48