Asl To5: a Santena e Villastellone patologie tumorali nella norma

Santena – 8 dicembre 2014 – Una commissione ad hoc dell’Asl To5 ha compiuto una indagine epidemiologica sulla popolazione di Santena e Villastellone. Dal confronto con il resto della Provincia non è stato evidenziato un aumento delle patologie tumorali di alcun tipo.

MappaNei giorni scorsi Maurizio Dore, direttore generale dell’Asl To5 e Ugo Baldi, sindaco di Santena, hanno inviato una sintesi dell’indagine epidemiologica sulla questione ambientale a Salvatore Barrile, primo firmatario di un esposto, risalente al 2012, in cui si segnalavano una serie di patologie tumorali a carico di cittadini santenesi, residenti in una medesima area, ipotizzando una eventuale presenza di fattori ambientali negativi all’origine delle patologie.

Nella sintesi dell’indagine epidemiologica, Maurizio Dore e Ugo Baldi, scrivono: «A seguito delle segnalazioni presentate da alcuni cittadini di Santena, l’Azienda sanitaria locale Torino 5,   Asl To5, ha istituito una commissione ad hoc e condotto, con il supporto del Servizio di epidemiologie dell’Arpa Piemonte e il coordinamento del Servizio di igiene pubblica, un’indagine epidemiologica per verificare se la mortalità e i ricoveri ospedalieri fra i residenti di Santena e Villastellone siano diversi da quelli dei Comuni limitrofi e della provincia di Torino, per verificare, cioè, se esista, a livello comunitario, un sospetto di contaminazione ambientale di qualunque origine che meriti di essere approfondito con ulteriori e più specifiche indagini».

Maurizio Dore e Ugo Baldi precisano: «Sono state acquisite tutte le informazioni disponibili circa l’inquinamento di acqua e suolo, raccolte negli ultimi 15-20 anni. L’inquinamento ambientale può derivare in questa zona sia dalle attività industriali insediate attuali e pregresse, sia dalle colture intensive coesistenti. Pur essendo le fonti informative molto limitate, gli inquinamenti al suolo risultano circoscritti all’area industriale (Petronas). Non esistono dati sull’inquinamento in aria nel periodo di attività delle aziende (Ages). L’inquinamento delle acque riguarda la falda superficiale e quindi acque non utilizzate per la fornitura potabile (l’eventuale utilizzo per le colture agricole non ha potuto essere valutato)».

«La commissione di esperti, a un esame attento della cause di malattie riportate nell’esposto – precisano il direttore generale dell’Asl To5 e il sindaco di Santena –, ha escluso l’identificazione di uno o più fattori di rischio comuni fra casi esponenti su cui concentrare l’attenzione. Si tratta, infatti, di una serie multiforme di patologie, che riconoscono fra i propri fattori causali, quando noti, uno spettro ampio di determinanti legati al contesto di vita, di lavoro, alle abitudini voluttuarie, alimentari ecc. Per questa ragione l’indagine è stata allargata all’intera comunità, e sono state misurate sia la mortalità sia i ricoveri ospedalieri per le cause di malattia note in letteratura come derivanti anche da inquinamento ambientale e comunitario».

Maurizio Dore e Ugo Baldi arrivano alle conclusioni: «L’indagine epidemiologica condotta sui dati di popolazione non ha evidenziato, nel confronto fra Santena-Villastellone e il resto della provincia di Torino (esclusa l’area ad alta densità urbana del capoluogo, che ha fattori di rischio ambientali e socio-culturali suoi propri, assai più incisivi e capaci di “cancellare” qualunque effetto, se accolta al denominatore della proporzione), un aumento delle patologie tumorali di alcun tipo. Anche il confronto più ristretto (solo i comuni immediatamente limitrofi a Santena e Villastellone) ha dato un risultato negativo. Diversa è la situazione per le malattie croniche dell’apparato respiratorio non tumorali, per le quali è evidente un eccesso di mortalità nei maschi nel periodo 1980-2009. Tale eccesso non si rileva fra le donne. Questo rappresenta il solo dato di salute statisticamente significativo. Scomponendo il dato fra i due Comuni in esame si evidenzia come il solo Comune di Santena sia interessato dal fenomeno. Il coinvolgimento in quel periodo degli uomini adulti, e non delle donne adulte, fa pensare a cause lavorative (esposizione a emissioni industriali negli operai) e voluttuarie (tabagismo), piuttosto che a determinanti ambientali di malattie. La componente lavorativa e quella degli stili di vita rappresentano quindi un elemento importante di questa indagine, ma la loro quantificazione non è stata possibile in questa fase. Lo studio delle esposizioni lavorative dell’area è peraltro attualmente oggetto di indagini ad hoc da parte della Magistratura torinese».

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