Santena, cda del Forchino, la vicenda arriva a Roma

Santena – 23 aprile 2015 – Il sindaco ha riferito al parlamentare Stefano Esposito la vicenda del cda del Forchino che, per la Regione Piemonte, è irregolare e va sciolto entro 90 giorni.

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Il sindaco Ugo Baldi spiega: «Nei giorni scorsi ho parlato con il senatore Stefano Esposito spiegando quanto sta succedendo al Forchino, con la Regione Piemonte che ci ha chiesto di azzerare il cda della casa di riposo perché la nomina annuale dei componenti in pensione rispetta le indicazioni della legge Madia, ma non lo statuto dalla Forchino che prevede che la durata dell’organo di gestione sia di 4 anni. Intanto, va detto che poter nominare solo per un anno persone pensionate nei cda di tanti organismi sta portando molti problemi. In Italia ci sono tante strutture che sinora erano gestite benissimo da pensionati che hanno tempo ed esperienza da mettere al servizio di enti e organismi».

Il sindaco prosegue: «Il senatore Stefano Esposito ha parlato con il ministro Madia che ha ricordato come è nata questa vicenda. Dal Senato era stato approvato un testo dove i pensionati potevano tranquillamente essere nominati nei cda e svolgere gratuitamente questi servizi. Una volta che il testo è arrivato alla Camera il Movimento 5 Stelle ha fatto le barricate ed è riuscito a convincere anche qualche parlamentare del Pd. Il risultato? E’ stato cambiato il testo e i pensionati negli organismi gratuiti possono prestare questo servizio solo per un anno. Una roba demagogica che non ha senso: figurarsi se nei cda che non prevedono compensi si riescono a trovare giovani che svolgano tale servizio. Se proprio il Parlamento intende favorire i giovani sarebbe meglio prevedere un compenso. Il risultato è uno solo: questo provvedimento, demagogico, sta ora cagionando molti problemi a tanti cda. Si tratta di una norma che ha pesanti effetti in tutto il Paese e che il Parlamento farebbe bene a cambiare quanto prima. Il problema è che, a breve, non è previsto l’arrivo in Parlamento di provvedimenti omnibus che possano modificare la legge Madia. Il ministro si è detto consapevole di questo problema: non è però possibile fare previsioni sul tempo necessario per cambiare questa norma. Nei giorni scorsi ho parlato con i consiglieri santenesi del Movimento 5 Stelle, invitandoli a riferire questo problema ai parlamentari grillini in modo che, se possibile, cambino atteggiamento».

Il sindaco aggiunge: «Non intendiamo prendere sottogamba questa vicenda. E dico anche di più: noi cercheremo di resistere a ogni costo affinché il cda che abbiamo nominato a inizio 2015 arrivi al termine del suo mandato annuale. Come amministrazione comunale siamo davvero intenzionati a non mollare. Se sarà necessario ci rivolgeremo anche al Tar. Per intanto, nei prossimi giorni, presenteramo l’intera vicenda all’assessore regionale Augusto Ferrari. Mi piacerebbe davvero che l’assessore prendesse a cuore la vicenda. Per dirimere la questione proporremo alla Regione di inoltrare un quesito al ministero competente. Nel frattempo, si potrebbe sospendere il termine dei 90 giorni che la Regione ha indicato per sciogliere il cda e provvedere alla nomina di uno nuovo. Mi auguro che la Regione comprenda la situazione e si muova per arrivare a trovare una soluzione. Ricordo che la nomina del cda non è in conflitto con quanto dispone la legge Madia, ma non rispetta il regolamento del Forchino che, per il cda, prevede una durata quadriennale».

L’avvocato Guglielmo Lo Presti, dirigente apicale del Comune, precisa: «Sulla legittimità della durata di un anno per il nuovo cda non possiamo transigere. Questo dispone la legge Madia. Noi possiamo anche avviare le pratiche che porteranno al rinnovo del cda, però l’attuale consiglio di amministrazione deve poter lavorare sino al termine del mandato, fissato al termine del 2015. Vorrei anche far presente che gli amministratori santenesi per prima cosa devono tutelare la funzionalità della casa di riposo. Possiamo benissimo ricorrere al Tar per chiedere un chiarimento, un giudizio, sull’interpretazione di una norma. Naturalmente spero che il buon senso possa prevalere e che non si debba arrivare a tanto. Gli amministratori santenesi non possono però sciogliere il cda della Forchino. Mi chiedo anche perché il funzionario della Regione non possa assumersi la responsabilità di sciogliere il consiglio».

«Il cda nominato a gennaio deve lavorare fino al termine dell’anno – chiude Guglielmo Lo Presti –. Questo consiglio ha appena iniziato a operare. Sono stati impostati una serie di progetti e programmi: per portarli a termine c’è bisogno che il nuovo cda lavori in tranquillità, fino al termine dell’anno. Che senso ha interrompere l’operatività di un consiglio, a meno di 4 mesi dal suo insediamento? Non ha davvero senso mandare a casa un cda su un parere di un funzionario reso su una circolare, neanche su una legge. Ecco perché siamo pronti a resistere e, se sarà il caso, a presentare ricorso al Tar».

Gianni Ghio, presidente del Consorzio socio assistenziale del Chierese, afferma: «Noi ci adegueremo all’operato del Comune. Per intanto, vediamo come va l’incontro con l’assessore regionale. Mi sembra corretta la strada della richiesta di chiarire tutta la vicenda, presentata a un organo superiore. C’è una considerazione cha va fatta: non possiamo continuare a chiedere ai giovani di farsi nominare in cda che non prevedono indennità. Spesso si tratta di incarichi che richiedono competenza e portano via tanto, tanto tempo».

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