Santena, Ospedale unico Asl To5, le interviste dopo la firma del protocollo

Santena – 6 dicembre 2015 – Dopo la firma del protocollo d’intesa per la realizzazione dell’ospedale unico della zona dell’Asl To5, avvenuta in Regione, giovedì scorso, ecco le interviste ad Antonio Saitta, Sergio Chiamparino, ai sindaci dei Comuni di Carmagnola, Chieri e Moncalieri e al direttore generale dell’Asl To5.

AslTo5_firmaOspedaleUnico2015dic03Antonio Saitta, assessore alla sanità della regione Piemonte, afferma:«La firma di oggi è importante perché, per quanto riguarda la sanità dell’Asl To 5, si guarda al futuro. Una decisione maturata in Regione Piemonte e anche nelle amministrazioni comunali. Uno sguardo al futuro che permette di capire e tenere conto anche di quali sono i cambiamenti che avvengono oggi nelle cure e nelle aziende ospedaliere. Si punta a costruire un ospedale unico, forte, per garantire la cura ai cittadini. La firma è un fatto straordinario. Si mettono da parte le questioni locali, quelli che sono i campanili. L’organizzazione ospedaliera va al di la dei confini amministrativi. Noi abbiamo un dovere, come amministratori regionali e come amministratori locali, di seguire quello che ci chiedono i cittadini che, ormai, decidono di andare a farsi curare dove c’è una maggiore specializzazione. E una maggiore specializzazione si ottiene solo se si ha un buon ospedale. Oggi, obiettivamente i tre ospedali di Carmagnola, Chieri e Moncalieri, pur avendo delle eccellenze, complessivamente sono deboli nel panorama Piemonte».

Antonio_Saitta
Antonio Saitta

Antonio Saitta aggiunge: «Dopo la firma di oggi la Regione Piemonte, su delega dei sindaci, individuerà delle ipotesi di localizzazione. Abbiamo stabilito nel protocollo quali sono i criteri: ad esempio, la centralità rispetto ai territori interessati; le infrastrutture e i trasporti e altri criteri ancora. Individueremo quali sono le zone e poi, entro 4 mesi, faremo la scelta della localizzazione. A quel punto si potrà costruire un piano di sostenibilità economico dell’opera, in modo da arrivare a una ipotesi concreta. Occorrerà poi scegliere anche il partner privato che dovrà affiancarsi alla costruzione dell’ospedale. Per quanto riguarda le tre attuali strutture ospedaliere di Carmagnola, Chieri e Moncalieri, abbiamo chiesto ai sindaci di impegnarsi affinché le tre strutture, una volta pronto il nuovo ospedale vengano destinate ad altro. Non si potrà continuare a tenere ospedale nuovo e quelli vecchi. Occorre avere il coraggio di fare cose nuove e abbandonare le vecchie strutture. Le amministrazioni comunali, tramite gli strumenti urbanistici, potranno valorizzare queste aree che, con molta probabilità, saranno vendute. Quello che si ricaverà sarà a disposizione dell’Asl To5 per investimenti non soltanto su quel territorio, ma – ad esempio – per investimenti sull’assistenza territoriale».

Sergio_Chiamparino
Sergio Chiamparino

Sergio Chiamparino, presidente della Giunta Regionale del Piemonte, commenta così la firma: «Questo accordo è importante perché 40 sindaci hanno deciso, all’unanimità, di chiudere tre strutture ospedaliere che rischiano di essere tutte, per diverse ragioni, obsolete nel giro di non molti anni, e di costruire un nuovo ospedale che entrerà nel riordino della rete ospedaliera di Torino sud, a partire dalla città della salute. Quindi sarà un vero e proprio ospedale di area metropolitana. Un ospedale che sarà in grado di rispondere ai bisogni di salute della popolazione nei futuri decenni. Grazie alle tecnologie e all’innovazione farmaceutica i nuovi ospedali non saranno più come quelli dei decenni passati, ma saranno profondamente diversi. Una firma, quella di oggi, che rappresenta un ulteriore e significativo passo per migliorare una rete ospedaliera di base che in Piemonte è vecchia mediamente di 70 anni e che necessita di grande rinnovamento, anche per renderla più gestibile e per ridurre i costi. Insomma, per fare una serie di razionalizzazioni tutte a favore della salute dei cittadini».

Paolo_Montagna
Paolo Montagna

Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri, afferma: «È una giornata storica. Un accordo fondamentale, importante per rispondere alle esigenze di salute dei 300mila abitanti e residenti nei 40 Comuni dell’Asl To 5. Finalmente la politica, la buona politica, subordina le ragioni dei campanili e dei perimetri e mette al centro l’interesse collettivo. Quell’interesse si chiama salute; la salute delle persone. Oggi c’è stata la nostra prima firma, un primo atto verso la garanzia di questo diritto fondamentale delle persone».

Silvia_Testa
Silvia Testa

Silvia Testa, sindaco di Carmagnola, spiega: «Un accordo molto importante perché decreta il futuro del nostro territorio, in termini di salute. Molti sono attaccati alla funzione dei tre ospedali attuali, ma in realtà bisogna pensare che la sanità sta cambiano e in maniera molto importante. Per cui non possiamo non partecipare, collettivamente, in modo attivo, a una operazione di questo genere. Quindi il nostro territorio, finalmente, avrà un ospedale efficiente, efficace, con le nuove tecnologie. E, quindi, potrà erogare servizi di una certa rilevanza sul nostro territorio».

Claudio_Martano
Claudio Martano

 Claudio Martano, sindaco di Chieri, afferma: «Quest’accordo corona un percorso che è partito tanto tempo fa perché la logica portava a questo risultato. In mezzo ci sono stati ostacoli che hanno rimandato e sospeso il progetto per diverse volte. Ma, la logica era ed è quella giusta: perché oggi la sanità richiede quel tipo di realizzazione per garantire a tutti i cittadini quello che oggi è possibile garantire in sanità. E le nostre attuali tre strutture garantiscono questo con sempre più fatica. Quindi, senza cambi di rotta, il destino sarebbe sicuramente quello di andare sotto il necessario. Invece questo progetto di ospedale unico ci da molta speranza, riusciremo a essere all’altezza anche per gli anni a venire». Il sindaco di Chieri aggiunge: «La firma di oggi era il primo passo, necessario per immaginare anche il futuro delle attuali tre strutture ospedaliere di Chieri, Carmagnola e Moncalieri. Io parlo per la struttura di Chieri che ha una parte nuovissima e molto efficiente: sarà mantenuta a servizio dell’assistenza sanitaria di territorio e sarà una bella sicurezza perché la maggior parte degli accessi ospedalieri oggi possono essere trattati da strutture di territorio efficaci, con medici di base, specialisti e qualche servizio laboratoristico ambulatoriale. E questo sarà sicuramente ottenibile dalla attuale struttura di Chieri. Una altra parte dovrà esser valorizzata e il cammino va ancora intrapreso. Io però credo che le posizioni delle attuali strutture ospedaliere le rendano comunque appetibili».

Massimo_Uberti_AslTo5
Massimo Uberti

Massimo Uberti, direttore generale Asl To5, spiega: «Con la firma oggi cominciamo un percorso, un lavoro. Dobbiamo pensare e progettare il nuovo ospedale dell’AslTo5 che sarà baricentrico al territorio della nostra Asl. Dobbiamo pensare un ospedale diverso da quelli che abbiamo oggi, cioè un ospedale per pazienti acuti, che necessitano di cure ad alta tecnologia. E dobbiamo pensare a servizi territoriali, vicini ai cittadini, che eroghino i servizi di cui frequentemente i cittadini hanno bisogno. Dobbiamo pensare a un ospedale diverso e più snello, ma accentrato, con una tecnologia molto ampia e delle specialità molto sviluppate. Dobbiamo pensare a una rete di servizi territoriali che rispondano alla maggior parte dei bisogni di salute che i cittadini hanno. In modo tale che i cittadini, nelle pochissime volte della vita che c’è questa necessità, vadano in un ospedale che magari è un po’ più lontano rispetto agli attuali, ma si tratterà di una struttura di alta qualità». Massimo Uberti chiude così: «Il principale lavoro è occuparsi dell’oggi e del domani prossimo. È quello di cercare di far funzionare al meglio tre strutture che hanno una serie di problemi strutturali, perché sono edifici e impianti pensati parecchie decine di anni fa. Noi siamo concentrati su questo e stiamo lavorando: l’idea conduttrice è quella di far lavorare i tre presidi ospedalieri in rete, in sinergia, in modo tale da minimizzare i problemi che ciascuno di essi, singolarmente ha. Questo è l’impegno dei prossimi tre anni del mio mandato. Oggi però pensiamo anche al futuro. Le difficoltà di queste tre strutture, con il passare degli anni, diventeranno sempre più acute. Perché la medicina non sta ferma e si evolve. Ha bisogno di professionalità più alte. Ha bisogno di tecnologie e di impianti sempre più sofisticati che vanno collocati in una struttura pensata a monte per queste nuove esigenze».

**

www.rossosantena.it

Twitter @rossosantena