Santena, il parroco: «Mettersi nelle mani di chiromanti e bruciare risorse nelle slot machine non è un atteggiamento cristiano»

Santena – 31 gennaio 2016 – «Mettersi nelle mani di chiromanti o cosiddetti maghi, così come buttare nelle macchinette slot machine i propri soldi, per cercare un futuro migliore è una speranza vana e non certo un atteggiamento cristiano». Lo ha detto il parroco don Beppe Zorzan, questa mattina, durante l’omelia della messa “granda”, quella celebrata, alle ore 10,30, nella chiesa di piazza Martiri della Libertà.

DonBeppeZorzanIl parroco don Beppe Zorzan ha spiegato: «Oggi il Vangelo ci presenta la figura di Gesù come profeta che ci aiuta a leggere e interpretare l’attualità. Spesso oggi la gente ha un’idea distorta dei profeti. Di certo i profeti non sono quelli che vorrebbero predire il futuro come fanno oggi i cartomanti e chiromanti. Confidare in veggenti, cartomanti e chiromanti, nella speranza di migliorare il proprio futuro è speranza vana e porta a un’unica certezza: dilapidare le proprie risorse». Il parroco, ha aggiunto: «Buttare un milione di euro ogni mese nelle macchinette slot machine da gioco, così come avviene in città, confidando che la sorte porti ricchezza è speranza vana. Porta a bruciare le proprie risorse economiche e immette nel tunnel della ludopatia. E anche questo è un comportamento che non ha molto di cristiano». Don Beppe Zorzan ha chiuso così il suo intervento: «San Paolo oggi ci indica una strada diversa. Invece di mettere a rischio il proprio futuro e quello dell’intero nucleo familiari meglio sarebbe pensare a quante iniziative si potrebbero attuare impiegando meglio il denaro consegnato a maghi e chiromanti oppure bruciato nelle macchinette da gioco. Utilizzando diversamente queste risorse, oltre a non mettere a rischio i conti delle proprie famiglie, si potrebbero realizzare concrete iniziative di carità per i tanti che, anche nella nostra città, fanno più fatica ad arrivare a fine mese. Il vangelo di oggi ci invita a tenere comportamenti responsabili, evitando di immetterci in strade senza uscita, che non portano da nessuna parte». Sin qui l’appello del parroco di stamani in chiesa.

Pochi giorni fa, sempre il parroco, commentando che in città, secondo quanto comunicato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, nei primi mesi del 2015, in videogiochi e macchinette videolottery si sono bruciati più di 10 milioni di euro, ha detto: «In attesa di conoscere anche i dati di altri Comuni, sconcerta che a Santena la gente, ogni mese, bruci oltre un milione ogni mese buttandoli dentro queste macchinette. E questo, a maggior ragione, considerata la situazione di forte difficoltà economica che colpisce tanti nuclei familiari che hanno perso il lavoro. I soldi giocati sono sottratti ai bilanci familiari, con tutte le inevitabili ripercussioni che nascono in queste situazioni».

Don Mauro Grosso
Don Mauro Grosso

Un altro commento arriva da Don Mauro Grosso, viceparroco: «Non ha davvero senso pensare di costruire la propria sorte sul gioco. E’ più proficuo mettere i propri soldi in un salvadanaio che giocarseli nelle macchinette. I risparmi restano, mentre i soldi messi nelle macchinette sono buttati. Se uno è consapevole di questo problema e accetta di farsi aiutare, dal tunnel della ludopatia si può uscire. E questo è un messaggio che va ribadito forte».

I dati di Santena comunicati dall’Agenzia delle dogane e del monopoli, derivanti dall’installazione e utilizzo di apparecchi di intrattenimento riferiti ai primi dieci mesi del 2015 sono questi: in città si sono giocati euro 10.387.129; le entrate per l’erario sono state di euro 816.807,53. A Santena, comune con poco più di 10mila abitanti, ci sono 43 macchinette in bar e tabaccherie e 36 nelle sale scommesse. I dati di Santena hanno attirato i mezzi di informazione con servizi sui giornali nazionali e sui canali televisivi regionali e nazionali. La situazione di Santena non è però diversa da quella nazionale e regionale. In Italia, nel 2014, secondo l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, i volumi di gioco sono stati di 84.485 milioni di euro, mentre in Regione Piemonte i milioni di euro giocati sono stati 4.935.

Sul tema è intervenuto anche il presidente dell’Osservatorio Usura del Consiglio regionale, Gabriele Molinari, esprimendo sconcerto e inquietudine per i dati diffusi dal Comune di Santena, in ordine alla somma quantificata in un milione di euro al mese che i cittadini spenderebbero in slot-machine e sale giochi. «Questo dato conferma – spiega Gabriele Molinari – che tanto gli allarmi lanciati in questi mesi, quanto gli sforzi messi in campo in un’ottica di prevenzione erano fondati e opportuni». Dello stesso avviso è Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale: «Dobbiamo completare al più presto l’iter legislativo del disegno di legge relativo alle ludopatie. E’ un impegno che ci siamo presi e che onoreremo, per fronteggiare quella che è sempre di più una emergenza sociale».

Ugo Baldi
Ugo Baldi

Il sindaco Ugo Baldi, interpellato in merito, spiega: «Come ho già detto nelle scorse settimane quando ho diffuso i dati, intanto prendo atto di una situazione che non può che essere definita come drammatica. Anche tenendo in considerazione le vincite, nei primi dieci mesi del 2015, in città sono stati buttati nelle macchinette almeno 4 milioni di euro. Dagli esperti sappiamo che le fasce che giocano abitualmente sono quelle più deboli, svantaggiate, che sono già in difficoltà economica. Questo significa che si giocano tutto quello che hanno, bruciando in queste macchinette infernali una quantità spaventosa di denaro nella speranza, vana, di vincere».

Il sindaco Ugo Baldi aggiunge: «Intanto ora aspettiamo di conoscere i dati riferiti a tutti gli altri comuni della zona, in modo da poter avere un quadro completo, basato su dati oggettivi. Si tratta comunque di dati che rafforzano la necessità di portare avanti un lavoro a livello territoriale per ridurre il rischio di ludopatia. Vorrei anche aggiungere che noi amministratori non vogliamo certo demonizzare il gioco. Noi intendiamo mettere in guardia i cittadini rispetto ai rischi derivanti dal gioco d’azzardo patologico. Sicuramente si tratta di un segnale che intendiamo mandare alle famiglie. E occorre stare attenti perché, spesso, chi gioca non lo dice agli altri componenti. Intendiamo anche mandare un altro messaggio: dal tunnel del gioco d’azzardo patologico si può uscire. Ci sono tante associazioni che lavorano con questo obiettivo. L’importante è che le persone siano consapevoli del rischio che stanno correndo e che accettino di farsi aiutare».

Il sindaco Ugo Baldi aggiunge: «Nei giorni scorsi sono venuti a parlarmi alcuni gestori di sale giochi. Mi hanno ribadito che loro svolgono un lavoro legittimo: cosa sicuramente vera e che nessuno intendeva mettere in dubbio. Mi hanno riferito che le notizie uscite in queste settimane hanno portato loro un danno di immagine. Naturalmente l’amministrazione comunale non ha certo l’intenzione di colpevolizzarli. Noi ribadiamo che il problema del gioco d’azzardo patologico c’è. E’ reale. E sta cagionando gravi danni ai singoli, come alle loro famiglie. Il colloquio con i gestori delle sale giochi è iniziato con un minimo di tensione, ma alla fine ci siamo lasciati in modo sereno. Anche se ognuno è rimasto sulle proprie posizioni». «Ora attendiamo dall’Asl To5, i dati riguardanti le dipendenze patologiche da gioco – chiude il sindaco Ugo Baldi –. Intanto Antonio Saitta, assessore alla Sanità del Piemonte, ha preannunciato l’approvazione di una legge regionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Come amministratori comunali stiamo lavorando per predisporre regolamenti che impongano il divieto di insediare nuove attività in prossimità di luoghi sensibili quali scuole, edifici di culto ecc. così come la riduzione degli orari in cui si può giocare a videogiochi e Vlt. Ora attendiamo il provvedimento regionale e poi si vedrà come procedere, fermo restando la necessità di contrastare il gioco d’azzardo patologico con iniziative di squadra che coinvolgano quanti più Comuni possibili della nostra zona».

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