In attesa del Nuovo Ospedale di Cambiarello-Trofano o Cambiano-Trofarello

Santena – 27 luglio 2016 – Cronaca dal “vecchio, brutto, scomodo, obsoleto” ma utile ospedale di Chieri. Purché davvero arrivi in fretta il nuovo. Senza tanti rimpianti, nei dintorni orfani da secoli di ospedali, molti confessano che quando necessario il pensiero e il corpo, potendo, correvano altrove.

 

Ospedale di Chieri
Ospedale di Chieri

E’ di venerdì. Il pensionato deve pagare il ticket per esami medici. La moglie sadicamente non l’accompagna. Hanno appena finito di litigare sulla misura giusta nel taglio degli zucchini. Gli ficca in mano il bancomat, 20 euro e la tessera sanitaria. “Arrangiati, valli a ritirare”.

Scende in garage, prende l’auto, neanche mezzora e s’infila in quell’invertito parcheggio sotterraneo, che però almeno funziona. S’incammina verso l’ospedale, entra, gira a sinistra. Si ferma inquieto davanti al Punto Rosso. Introduce la richiesta d’esame, la tessera sanitaria e infine il famigerato bancomat. Dopo due tentativi, temendo d’aver sbagliato il codice, chiama la moglie per fare una verifica segreta, ma lei non risponde. Si guarda intorno con occhio sbalordito Passa di li mollemente quella che un tempo si sarebbe definita un’usciera. L’anziano chiede un aiutino. Risposta: “Probabile sia rotto, vada da quello vicino al Pronto Soccorso”.

Ignaro della tragedia incombente il vecchio si avvia. Per non rischiare di veder ingoiare il bancomat, stavolta, furbescamente infila il 20 euro. Al secondo tentativo tutto va liscio, la macchina elabora i dati, sul display appare l’importo del resto in moneta. “Dunque non sono un incapace” gli vien da pensare.

E invece no. In pochi millesimi di secondo intuisce che qualcosa non va per il verso giusto. Il famigliare suono metallico dei soldi che cadono nello scodellino non arriva. In compenso sente il rumore strusciante di carta. Il macchinario espelle una ricevuta, formato carta igienica. Cos’è successo? Come giustificare l’ennesimo smacco alla consorte, ad amici, conoscenti, famigliari e parenti di vario grado? Poi legge: “Azienda ASL TO5 scontrino relativo all’operazione di pagamento in contanti. N°, terminale, transazione, data e ora”. La transazione è stata completata correttamente per un importo di euro 20. Non è stato possibile procedere all’erogazione del resto per un importo pari a Euro … Per la restituzione dell’importo rivolgersi allo sportello bancario Intesa Sanpaolo (ripetuto due volte)”.

Se fin qui l’ansia era controllabile, quando legge “Resto dubbio euro…” qualche bestemmia, veniale gli viene in mente e forse scappa sottovoce. Ma come, ma perché, cosa è successo? E’ incredibile! Da sbalordito lo sguardo tende all’indignato depresso. Chiede a un camice bianco, forse un dottore di passaggio, cosa deve fare. “Succede, ma può ritirarlo al San Paolo”. Dunque il Punto Rosso è del San Paolo, che non dandoti il resto ti manda al San Paolo.

Offeso dall’affronto, chiede dove sia la sede di Chieri. Anche se non è il 17 siamo sempre di venerdì, di pomeriggio e tutti gli sportelli sono chiusi, fino a lunedì. Cerca la signora usciera, ma non c’è. C’è un uomo che, per essere dietro ad un vetro, dovrebbe essere un usciere “Il signore può ritirare il resto in qualunque sede regionale del San Paolo”. L’anziano utente del Sistema Sanitario Regionale esce dall’Ospedale, va nel parcheggio inglese, sale in macchina, transitando dà un’occhiata al meraviglioso Duomo e se ne torna a casa. Prima che la moglie chieda, anticipa la sorpresa e la iella che gli sono toccati. Lunedì mattina presto, andrà al San Paolo sotto casa a riscuotere.

L’avventura non è finita. Lunedì se ne dimentica e anche nei giorni successivi. Dopo circa due settimane la moglie, precisina, lo richiama all’ordine, mentre fanno la spesa al mercato di un paese di campagna. Combinazione, lo fa mentre passano davanti ad uno sportello del San Paolo. Avendo la coda di paglia il poveretto entra in banca immediatamente. Attenzione, non è nel suo Comune di residenza.  Ci sono 5 persone davanti. Dopo 27 minuti, finalmente, tocca a lui. L’impiegata, gentile, prende la ricevuta, la guarda stranita ed esclama “Mi scusi ma non ho mai visto un precedente”. Quando realizza che ha davanti una ricevuta di un Punto Rosso dell’Ospedale di Chieri è ancora più sconsolata. Lui la guarda tra l’implorante e il cagnesco. Spiega l’antefatto e precisa che Intesa Sanpaolo ha fatto tutto da sola. La cassiera chiama allora una sua collega. Come prima reazione, quasi fossimo nella Città metropolitana, questa dice che ha altre pratiche da fare. Bisognerebbe chiamare la responsabile. Già ma non c’è. Essendo bancarie di un paese rurale in cui la sacralità del lavoro e della persona hanno ancora qualche valore non rinviano la questione a un altro giorno. S’intuisce che per loro il lavoro, anche quello che non si vede, deve essere ben fatto non per il padrone, per il salario né per i clienti. Deve essere ben fatto in sé e di per sé, punto e basta.

La nuova arrivata chiede “Ma ha pagato in contanti?”. Il reduce di tante inutili battaglie contro la burocrazia risponde che sì, perché il Punto Rosso non funzionava col bancomat.  La giustificazione va a segno. Dal front office della cassa, la signora si dirige al suo back office. Il vecchio attende seduto nell’atrio, 10 minuti buoni. La signora ritorna. Chiede Codice Fiscale, Carta d’Identità, Tessera Sanitaria. Il pensionato nonostante l’aria condizionata, suda freddo, non ha la Tessera. Dovrebbe chiamare “l’amabile” consorte, custode integerrima di tutte le tessere del mondo. Chissà forse l’impiegata intuisce l’imbarazzo, forse si vergogna di richiedere un documento ormai superfluo per la pratica. Bonariamente gli chiede anche la Patente di guida. Poi, senza avviso, apre la cassa e gli mette in mano le colpevoli monetine. Due firme, una fotocopia ed è finita. Lui ha perso un bel po’ di tempo, ma chissà quanto è costata l’operazione al San Paolo. Comunque è andata bene. Il veterano è soddisfatto. Chissà se tra qualche anno sarà ancora in grado di risolvere una faccenda così complessa? L’ego è soddisfatto, l’autostima è salita.

Tutto merito di un Punto Rosso sgangherato. Di due uscieri e un camice bianco che rispondono alle domande di un vecchio. Di una moglie un po’ rompicoglioni. Di due brave cassiere, eredi della antica aristocrazia salariata, che salvano il colosso bancario da una brutta figuraccia. A proposito di salute: gli esami sono migliori di quelli di sei mesi fa. In attesa del nuovo teniamo buono il vecchio decrepito Sistema Sanitario e i suoi servizi territoriali.

Gino Anchisi
Da Santena, la città di Camillo Cavour, 27 luglio 2016

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