Santena, la città in piazza per celebrare il IV Novembre

Santena – 11 novembre 2016 – La città ha celebrato il IV novembre, giornata dell’unità nazionale e delle forze armate. Venerdì 4 novembre scorso autorità, associazioni, una rappresentanza delle scuole cittadine, una pattuglia di santenesi, a metà mattinata si sono ritrovati nella centralissima piazza Martiri della Libertà.

santena_4novembre2016

santena_ivnovembre2016Giovanni Gaude, componente l’associazione Le radici, la memoria, è intervenuto così: «Ogni anno il 4 novembre si celebra la giornata dell’Unità Nazionale, delle forze armate e si ricorda la vittoria militare e l’accordo di pace che ha posto fine al primo conflitto mondiale e definito i nuovi confini degli Stati Europei nel 1918. La prima guerra mondiale ebbe inizio il 3 agosto 1914, l’Italia entrò in guerra l’anno successivo, il 24 maggio 1915, a  fianco della Francia, della Gran Bretagna e della Russia.  La guerra doveva durare pochi mesi. Doveva essere una passeggiata, dicevano gli strateghi. Un conflitto aperto in un clima di grande entusiasmo, all’insegna del fervore patriottico, in nome del riscatto, per completare i confini “naturali” di Trieste-Gorizia-Gradisca-parte dell’Istria e della Dalmazia e, con la vittoria militare, assegnare al giovane Stato Italiano un ruolo nello scacchiere internazionale. Purtroppo non fu così. Alla guerra di posizione del 1915, nel 1916 e, soprattutto, nel 1917 le nostre truppe furono travolte dallo scontento generale. Furono soppresse le licenze per paura che i soldati non tornassero al fronte, i turni in prima linea spesso restavano senza cambio. Dilagò l’autolesionismo, ma va detto con forza: nessun soldato merita l’accusa di vigliaccheria. Perché ognuno di loro era partito per il fronte mosso da sincero entusiasmo e profondo fervore patriottico. La guerra, per l’Italia, durò 3 anni e mezzo. In totale furono chiamati alle armi 5.903.000 uomini, dei quali  4.200.000 operativi. I morti furono 750.000: di questi  640.000 per causa diretta di guerra. Sono state 675.000 le pensioni erogate di guerra a invalidi e mutilati. 109.198 i decorati. Un disastro: umanitario,  civile,  sociale,  generazionale,  senza precedenti! Il 56 per cento dei militari Italiani erano contadini, il 40 per cento erano analfabeti. Campagne e città spopolate. La guerra al fronte, l’hanno fatta i soldati, con le armi. Chi restò a casa combatté la guerra della fame e della sofferenza».

santena_4novembre2016_02Gianni Gaude ha detto: «Il numero esatto dei santenesi chiamati alla prima guerra mondiale, oggi, non lo sappiamo ancora. E’ in corso il lavoro di ricerca. La cosa certa è che sono stati centinaia. Dai veterani quarantenni richiamati, nati nel 1874-75-76, fino ai ragazzi del 1899 e ai venti giovani santenesi nati nel 1900. La cosa certa sono i 64 morti o dispersi, 183 C.V.V., 14 decorati al Valor Militare, 7 insigniti di Medaglia Ricordo in Oro. L’intendo dell’associazione Le radici, la memoria è cogliere le ragioni, i sentimenti, mantenere viva la memoria, raccontarla, per capire la follia della guerra, per trasmettere i valori della pace e della convivenza civile alle nuove generazioni, ai ragazzi nelle scuole. Questo facciamo da alcuni anni a questa parte, con risultati che speriamo buoni, grazie alla sensibilità, l’impegno e la disponibilità del corpo docenti e della Direzione Didattica, perché loro i ragazzi sono la società del futuro. Sono il nostro futuro».

La parola  è passata ai ragazzi delle medie che hanno letto i nomi dei soldati santenesi morti dall’entrata in guerra fino al 3 novembre 1916 e alcune lettere da o per il fronte.

Il 4 novembre del 1916 esattamente 100 anni fa, venti giovani santenesi avevano già perso la vita al fronte:

santena_4novembre2016_041.MIGLIORE MATTEO, di Francesco e di Audisio Giovanna, negozianti, nato il 19 novembre 1895 in via Tana.
Nel  128° Reggimento  Fanteria, morto il 19 giugno 1915, a 19 anni, sul medio Isonzo, per  ferite riportate in combattimento.

2.CHIESA ANDREA, di Giovanni e di Rey Enrichetta, contadini, nato il 17 settembre 1895  a Tetti Giro.
Nel 126° Reggimento Fanteria, morto il 21 luglio 1915, a 19 anni, sul monte Sabotino, per ferite riportate in combattimento.

3.MOSSO ANTONIO, di Antonio e di Opesso Margherita, contadini, nato il 22 febbraio 1895 in cascinale Carolina.
Nel 128° Reggimento  Fanteria, morto il 22 luglio 1915, a 20 anni, sul medio Isonzo, per ferite riportate in combattimento.

4.PERINETTO MICHELE, di Giuseppe e di Vigna Catterina, contadini, nato il 28 febbraio 1888 in Via Tetti Giro 19.
Nel  3° Reggimento Alpini, morto il 30 settembre 1915, a 27 anni, nel settore di Tolmino, per ferite riportate in combattimento. Già reduce dalla guerra 1911-1912, in Cirenaica e Tripolitania. Sposato con Domenino Domenica il 21 febbraio 1914, padre di un figlio Giovanni.

5.BOSIO GIUSEPPE, di Giuseppe e di Cavallero Margherita, contadini, nato l’8 settembre 1890, in via Tetti Giro 32.
Nel  3° Reggimento  Alpini, morto il 25 ottobre 1915, a 25 anni, nell’Ospedale di guerra numero 32, per ferite riportate in combattimento.

6.MIGLIORE MATTEO, di Giuseppe e di Ronco Giovanna, contadini, nato il 22 settembre 1894 in via Cavour 77.
Nel  52° Reggimento Fanteria, morto il 26 ottobre 1915, a 21 anni, sul monte Col di Lana, per ferite riportate in combattimento.

santena_4novembre2016_177.CHIESA GIOVANNI BATTISTA GIUSEPPE, di Antonio e di Bertero Maddalena, sarto, nato il 10 marzo 1886 in vicolo Benne 1.
Nel  50° Reggimento Fanteria, morto il 29 Ottobre 1915, a 29 anni, sul monte Col di Lana, per ferite riportate in combattimento.

8.PERINETTO GIOVANNI, di Tommaso e di Audisio Maria, negozianti, nato il 13 settembre 1889 in via tetti Giro.
Nel  50° Reggimento  Fanteria, morto il 31 Ottobre 1915, a 26 anni, nell’Ospedaletto da Campo numero 36, per ferite riportate in combattimento.

9.GAUDE DOMENICO, di Battista e di Pessuto Anna, contadini, nato il 3 agosto 1884 in Vicolo Mosso 3.
Nel 30° Reggimento Fanteria,  Caporale, morto il 19 novembre 1915, a 31 anni, sul monte San Michele, per ferite riportate in combattimento. Sposato con Cauda Maria il 10 aprile 1912

10.CAVAGLIA’ ANTONIO, di Pietro  e di Roletto Angela, contadini, nato il 16 ottobre 1888, Cascina Tetto Nuovo 6.
Nel 48° Reggimento Fanteria, morto il 24 gennaio del 1916, a 27 anni, sul Medio Isonzo in combattimento. Sposato con Negro Maria il 5 aprile 1910 con due figli: Pietro e Giacomo.

11.CAVAGLIA’ GIOVANNI, di Battista Giovanni e di Opesso Margherita, contadini, nato il 1° maggio 1892, in via Forchino 1.
Nel 1° Reggimento Genio Militare, morto il 13 Maggio 1916, a 24 anni, sul Carso, per ferite riportate in combattimento.

santena_4novembre2016_1912.GIANOTTI GIUSEPPE, di Bartolomeo Natale e di Gatti Cecilia, panettiere, nato il 20 marzo 1888, zona Fabaro 1.
Nel  49° Reggimento Fanteria, morto il 12 giugno 1916, a 28 anni, in Val Boite, in combattimento.

13.RAZZETTI LUIGI, di Martino e di Appendino Domenica, contadini, nato il 21 giugno 1886, in cascinale Cabanone.
Nel  3° Reggimento Alpini, morto il 17 giugno 1916, a 29 anni, sul monte Ortigara, per ferite riportate in combattimento.

14.BOSIO LODOVICO, di Giovanni Battista e di Cortassa Margherita, contadini, nato il 18 novembre 1891, in via tetti Giro 55.
Nel  3° Reggimento Alpini, morto il 24 Giugno 1916, a 24 anni, sul Monte Col di Lana, per ferite riportate in combattimento.  Decorato al Valor Militare.

15.TOSCO MARTINO, di Battista e di Torretta Francesca, contadini, nato il 10 novembre 1893 in via Badini  30.
Nel 3° Regimento Alpini, morto il 30 luglio 1916, a 22 anni, nell’Ospedale di guerra numero 33, per ferite riportate in combattimento.

16.FIANDINO MICHELE, di Giovanni e di Elia Giuseppa, contadini, nato il 29 Novembre 1886.
Nel 3° Reggimento Alpini, morto il 12 Agosto 1916, a 29 anni, sul monte Le Tofane, per ferite riportate in combattimento.

17.NEGRO AMEDEO PIETRO, di Matteo e di Mosso Domenica, contadini, nato il 28 settembre 1888, in Vicolo Magenta 22.
Nel 19° reggimento Bersaglieri, morto il 25 Agosto 1916, a 28 anni, sul monte Cauriol, per ferite riportate in combattimento.

santena_4novembre2016_2018.RAZZETTI DOMENICO, di Giuseppe e di Tamietti Martina, contadini, nato il 5 novembre 1894 in cascinale Trinità.
Nel 3° Reggimento Alpini, morto il 13 settembre 1916, a 22 anni, sul Monte Forame, in combattimento.

19.CORNAGLIA BERNARDO, di Antonio e di Bassino Celestina, contadini, nato l’11 Dicembre 1889 in via Forchino 1.
Nel 3° Reggimento Alpini, morto il 26 Ottobre 1916, a 27 anni, sul Monte Col di Lana, per ferite riportate in combattimento. Sposato con Grasso Teresa, il 4 febbraio 1912.

20.MOSSO FRANCESCO, di Bartolomeo e di Lisa Margherita, contadini, nato il 23 dicembre 1887 in Via Pezzana 1.
Nella 43a Batteria Bombardieri, Sergente, morto il 3 novembre 1916, a 28 anni, sul Carso, per ferite riportate in combattimento, Decorato al Valore Militare. Sposato con Genero Lucia il 21 Febbraio 1914.

Dopo l’alza bandiera si è svolta la deposizione delle corone preparate dai bambini delle scuole dell’infanzia di Santena e la benedizione della lapide da parte del parroco Don Beppe Zorzan.

A seguire alcuni ragazzi della scuola media Giovanni Falcone hanno presentate quattro lettere dal o per il fronte di soldati santenesi. La lettera del soldato Bartolomeo Rey al caporale Tommaso Elia; la lettera del soldato Matteo Tosco al caporale Tommaso Elia; la lettera della moglie al caporale Tommaso Elia e la lettera del caporale Tommaso Elia alla moglie.

La manifestazione è proseguita con l’intervento del Sindaco Ugo Baldi, che ha iniziato così: «Cari bambini, cari ragazzi, concittadini, associazioni santenesi tutte, autorità religiose, militari e civili, ci ritroviamo nuovamente oggi ai piedi di questa lapide per ricordare e onorare i nostri Caduti in guerra, per ricordare l’Unità nazionale, per onorare l’anniversario della Vittoria nella grande guerra del 1918 e per festeggiare le Forze Armate. Il pensiero di tutti noi, prima di tutto, deve andare a quelle persone e a quelle famiglie del centro Italia che continuano a vivere il dramma di un terremoto che sembra non finire più. Abbiamo già fatto qualcosa per aiutarli nei mesi scorsi, ma dobbiamo continuare a farlo. E lo faremo ancora con altre iniziative su cui stiamo lavorando, in modo da poter raggiungere direttamente i bisogni di queste persone. Magari prendendoci cura in modo specifico di qualche piccola comunità».

santena_4novembre2016_21Il sindaco ha proseguito: «Cari bambini, cari ragazzi. Il mio cuore si riempie di gioia nel vedere che ogni anno, la nostra scuola accetta l’invito a farvi partecipare a questa manifestazione. Il 4 novembre del 1918, quindi 98 anni fa, veniva firmato l’armistizio che decretava la fine della prima guerra mondiale e la vittoria dell’Italia contro le forze austro-ungariche. Una vittoria che è costata la vita a quasi un’intera generazione di giovani. Una vittoria che è costata la vita a molti ragazzi santenesi.  Ragazzi di una Santena che non esiste più. Una Santena di poco più di 3.000 abitanti. Una Santena composta da meno di 1.000 famiglie, per lo più poverissime, ma che hanno offerto la vita o la salute dei propri figli, per un’ideale che forse non avevano neppure così chiaro, che forse nascondeva la speranza di una vita migliore in uno Stato unito e più forte. Combattere per un’Italia unita, con maggiori speranze di lavoro e che non li obbligasse a scappare da questo, che a quel tempo era un piccolo paese, verso paesi lontani come l’Argentina o il Brasile, dove molti santenesi erano già fuggiti in cerca di fortuna. Bambini, ragazzi: il sacrificio non voluto ma obbligato, di quei giovani santenesi, ha realmente posto le basi dell’Italia moderna. Anche se questa nazione dovette prima passare attraverso ad una seconda terribile guerra mondiale, nella quale l’Italia fu sconfitta e dalla quale faticò moltissimo a risollevarsi».

santena_4novembre2016_23Il primo cittadino ha aggiunto: «Nessuno delle persone presenti qui oggi ha combattuto in prima persona la prima grande guerra mondiale e probabilmente nessuno presente qui oggi ha combattuto la seconda guerra mondiale. Ma soprattutto, ormai, sono sempre di meno le persone che possono raccontare i dolori e le atrocità di quella prima grande guerra mondiale. Ecco perché, bambini e ragazzi, diventano preziosi i documenti che avete ascoltato questa mattina. Ma soprattutto, diventa importantissimo che voi vi sforziate di immaginare che a ciascuno di questi nomi scritti su questa lapide, corrispondeva una persona in carne ed ossa esattamente come siete voi, come i vostri genitori. Persone che non hanno scelto di morire e che avrebbero sicuramente fatto a meno di essere  riportati su questa lapide. Che avrebbero voluto ritornare dalle loro famiglie, dai loro amici e non morire in una trincea fredda ed umida del Carso o al primo assalto alla baionetta. Una guerra vinta o una guerra persa sono entrambe una sconfitta sia per chi vince sia per chi perde.  Una guerra è sempre la vittoria dell’egoismo sul buon senso. La guerra va sempre evitata. Anche se in gioco c’è la libertà».

Il sindaco Ugo Baldi ha chiuso così: «Oggi  l’Italia, l’Europa ed i Paesi culturalmente più sviluppati, hanno finalmente capito che le Forze Armate, che oggi festeggiamo, non servono più per attaccare, non servono più per difendere. Ma servono per riportare la pace in quei Paesi in cui prevale l’egoismo di pochi nei confronti dei bisogni di molti. Quindi bambini, ragazzi, cittadini presenti, ricordando in questa giornata il sacrificio delle Forze Armate nelle guerre del secolo scorso, festeggiamo l’impegno di oggi delle Forze Armate operatori di pace nel mondo. Ma siamo anche qui per non lasciare soli questi ragazzi che oggi ancora vivono con i loro nomi scritti su questa lapide. E continueremo a farlo ancora e poi ancora negli anni a venire, per non dimenticarci mai, ricordando il loro sacrificio, di quanto sia bello essere persone libere in un Paese libero. Viva la nostra bella Italia unita e buon 4 novembre a tutti».

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Audio della celebrazione:

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Fonti: si ringraziano Giovanni Gaude e Bruno Caratto dell’associazione “Le radici, la memoria” e il sindaco Ugo Baldi per avere fornito i testi.

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