Santena tutta metropolitana 45

Santena – 26 novembre 2016 – Meglio la Tangenziale di altre inutili strade. Urge un progetto di Zona fatto con i cittadini e le imprese. Regione e Torino non capiscono ancora il valore del Chierese-Carmagnolese e di Santena. A Torino sono santenesi una famosa via e un bel giardino.  Il museo Cavouriano.

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Tratto santenese della tangenziale
Tratto santenese della tangenziale

1) Santena, geni all’opera. Dopo aver indicato l’ospedale nella zona industriale di Trofarello, su un terreno agricolo di Moncalieri, trapelerebbe che la fantasia della Regione e di alcuni sindaci si sia già rivolta alle cosiddette compensazioni. Ed ecco che c’è chi vorrebbe completare il raccordo Moncalieri-Trofarello-Cambiano che dovrebbe sfociare sulla prima rotonda di Santena. C’è pure chi vuole collegare Trofarello con Villastellone, con una strada che potrebbe distruggere terreni agricoli più grandi e pregiati di quelli che l’ospedale già sopprime. Tra questi geni, a nessuno è venuto in mente che per evitare di rovinare il territorio basterebbe liberalizzare la Tangenziale da Villanova e da Carmagnola, sul modello di Settimo e Chivasso?

Chiara_Appendino2) Città metropolitana: auguri Sindaca. L’assemblea dei Comuni della ex Provincia del 22 novembre mette in luce le complessità del nuovo ente di governo.  Il rischio che si crei un altro fronte di conflitto tra centro e periferia e città e campagna è molto concreto. L’Appendino ha capito che essere sindaca non eletta dei 314 comuni è una bella grana. Ha pensato quindi di giocare la carta di quelli che i giornali chiamano coordinatori dei territori omogenei. Figure per ora indefinite, che forse si rifanno ai portavoce eletti dai sindaci dei comuni delle Zone Omogenee. Rappresentanti che potrebbero assumere un ruolo politico solo se saranno in condizione di coordinare e realizzare progetti di vero valore zonale.

3) Appendino? Non si sa se ha le idee chiare. Pensa che “si possono immaginare nuovi modelli di governance con i territori”. Ma non dice quali. Pare chieda di conoscere cosa vogliono le Zone Omogenee della Città Metropolitana. E qui casca l’asino, perché per il Chierese-Carmagnolese non c’è un progetto omogeneo da mettere sul tavolo. Per ora ci sono un ospedale che crea discordie, una Tangenziale da liberalizzare e per fortuna buone esperienze consortili del passato.

4) Sede comunitaria. Chierese-Carmagnolese da un anno sono Zona della Città Metropolitana. Nel frattempo non sono riuscite ad eleggere un loro rappresentante nel direttorio della Città metropolitana. Adesso cercano di rimediare. Ma, nonostante i due portavoce Martano e Gaveglio, non è facile fare un progetto. A ben guardare non è neppure difficile. Mancano però una sede e uno strumento di lavoro in cui siano coinvolti i soggetti portatori e rappresentanti degli interessi, materiali e immateriali, che si manifestano e che operano nella nuova dimensione comunitaria.

5) Fare squadra. Cittadini e aziende chiedono di governare l’erogazione di servizi di pubblica utilità in modo più efficace. A partire da quelli ancora gestiti dai comuni. Nel Chierese-Carmagnolese c’è una grande tradizione di gestione associata di servizi. Vale per l’acqua, l’assistenza, la sanità, il trasporto pubblico. Per i rifiuti si tocca l’eccellenza a livello nazionale ed europeo. Chi vuole contare qualcosa nella Città Metropolitana sa che la base di partenza è la gestione e l’erogazione associata di altri importanti servizi: urbanistica, governo del suolo, bilancio, personale, anagrafe, manutenzione scolastica, strade, viabilità, cultura, turismo, agricoltura, ambiente e tutela dei terreni e dei suoli.

cavour6) Santenesi a Torino. Il ruolo metropolitano di Santena è noto da molti anni. Dal 1935 anno in cui fu inaugurato l’ospedale Molinette. Da allora “tutti” devono passare da via Santena “prima o poi”. I torinesi lo sanno e preferiscono “poi a prima”. Lì c’è l’obitorio. La gita dei Cavouriani del 19 novembre ha ricordato ai Torinesi che c’è un altro luogo santenese, più allegro, da dove tutti transitano. Si trova davanti a Porta Nuova, in Piazza Carlo Felice. E’ il Giardino Sambuy, dedicato a Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, Santenese (1837-1909), padrone di San Salvà, Sindaco di Torino, Senatore del Regno, autore di un magnifico diario di viaggio da Alessandretta, Aleppo, Erbil, Mosul, Bagdad, Bassora, Golfo Persico e ritorno. Era il 1862. Oggi queste sono le terre dove si combatte contro l’Isis e non solo.

santena_castellocavourluglio2016a7) Museo non Mausoleo. Quando Giovanni Visconti Venosta e poi Maria Avetta, Carlo Pischedda e altri diedero forma al secondo memoriale cavouriano di Santena avevano ben chiaro cosa volevano. Sapevano che Santena è un pozzo di memorie fondamentali della storia patria. Sapevano di avere per le mani un bel contenitore, che andava riempito di contenuti. Per prima cosa, seguendo le orme del Tessitore, evitarono accuratamente di farne un mausoleo. Un monumento alla persona era inutile. Volevano un museo vivo, in cui l’opera di Cavour fosse il tramite per raccontare il progresso sociale raggiunto dagli Italiani grazie ai cambiamenti culturali, religiosi, scientifici, tecnologici e politici avvenuti in Europa.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour,  26 novembre 2016.

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