Santena avamposto 57

Santena – 18 febbraio 2017 – Santena è terra di frontiera. Un avamposto di storie e storia che stavano per perdersi come per Venaria. Nel Chierese-Carmagnolese è nata l’agricoltura moderna e con essa lo Stato moderno. Secondo la legge, l’Appendino deve fare il Sindaco metropolitano.

Santena, cortile castello Cavour

1) Castello sotto osservazione. Intorno ai tavoli si discute di come far quadrare i conti. Le entrate da biglietti sono scarse, irrisorie: 3000 visitatori a 4 euro fanno 12.000 l’anno. Appena sufficienti a pagare le spese per lo studio sul da farsi. Figurarsi tutte le altre. Qualcuno comincia a dire che l’investimento è stato sbagliato. Che non ne è valsa la pena. Che tanto valeva tenere chiuso il Castello.

Castello Cavour, novembre 2016

2) Santena ha senso. Uno studio sulle uscite e sulle entrate e dei costi e dei ricavi conferma ciò che tutti sapevano. Il Castello, da solo, con i soli ingressi dei visitatori non è in grado di coprire le spese necessarie al suo funzionamento, neppure alla sua manutenzione ordinaria e straordinaria. Non basta neppure affittarlo per matrimoni. Che fare? Bisogna investire come fanno per Venaria. Prima di tutti sui ragazzi, sulle giovani generazioni, sulle scuole perché sappiano da dove viene la loro storia. Una storia che non si limita agli Assiri, Egizi o Maya, ma che riguarda tempi non troppo lontani in cui il progresso ha migliorato le condizioni delle persone aumentando le loro responsabilità sociali. E’ la storia di quando i non lontani antenati degli Italiani sono passati dalla condizione di servi a quella di cittadini, portatori di doveri e di diritti.

3) Ma gli alunni non bastano. Pagano, giustamente, biglietti dal prezzo assai scontato. Su di loro si può però seminare nella speranza che qualcosa cresca. C’è poco da stupirsi. L’Italia è un Paese in cui i ricordi e la memoria sono considerati inutili sentimentalismi da cancellare in fretta. Basta osservare come sono commemorate le foibe, l’olocausto e l’Unità d’Italia. L’Italia sta impedendo ai suoi giovani di conoscere la vera storia dei loro antenati in modo da cancellarne ogni utile traccia. Meglio aver a che fare con un bel gregge di pecoroni, piuttosto che con vere persone. Senza offesa per le pecore.

Santena, vista da via Cavour, febbraio 2017

4) Il Castello sta bene. Grazie all’azione compiuta dal 1996 in avanti dagli Amici di Camillo Cavour il Parco, il Castello, l’ex Museo sono stati riaperti al pubblico, resi visitabili e usufruibili. Il luogo in cui è nata l’agricoltura moderna e con essa lo stato moderno è stato salvato. Scusate se è poco. Di questo bisogna essere grati alla Regione Piemonte, all’Unione Europea, alla Città di Torino senza dimenticare la Provincia, il Comune di Santena e le Fondazioni Bancarie. Intanto l’ex museo allestito da Maria Avetta dimostra la sua attualità. Adesso bisogna riempire di contenuti il contenitore.

5) Santena Venaria. Gli esperti sono fatti apposta per cercare le soluzioni. Venaria di sicuro non si reggerebbe se non ci fossero eventi straordinari che ne rilanciano la promozione. Se Santena e Venaria si integrassero avrebbero vantaggi reciproci. Qui c’è la storia delle persone che si sono, più o meno, identificate con l’azione politica di Cavour. A Santena c’è la storia degli antenati degli Italiani degli ultimi due secoli. C’è la storia che dà un senso compiuto alle Residenze Sabaude, sottraendole al solo sabaudismo, e rilanciandole in una dimensione Mediterranea, Europea, Globale, nonché locale. Non si vede perché Santena non debba essere considerata un vertice delle Residenze Sabaude.

Cavour nella nuova biblioteca Enzo Marioni

6) Stanare l’Appendino. Per la provincia è di nuovo tempo, cavourianamente parlando, di aiutare il capoluogo. L’Appendino non l’ha ancora capito. Dalla campagna può venire un grosso aiuto alla città. Bisogna però che nel definire il Piano Strategico della Città Metropolitana Torino non faccia la matrigna. Non tratti le aree esterne come periferie da mettere oltre confine, aldilà del muro. Sarebbe davvero un errore se non capissero che la campagna del Chierese-Carmagnolese, oltre a nutrire Torino con prodotti agricoli freschi e di qualità, ha un grosso valore strategico per tutta la comunità metropolitana.  La Zona Omogenea del Chierese-Carmagnolese non si esaurisce nell’Ospedale, peraltro ancora non iniziato. Dunque è tempo di liberalizzare la Tangenziale fino a Villanova e fino a Carmagnola. Di salvaguardare i terreni agricoli da usi impropri, non solo legati all’edilizia o alla viabilità. Di integrare il trasporto su gomma e su rotaia. Di risanare i siti industriali dismessi e inquinati. Di accorpare gli uffici tecnici dei Comuni per governare e gestire il territorio come Dio comanderebbe.

 7) Truffa Chieri Farma. Avviata dall’azienda un’azione legale, in sede civile, per mancata vigilanza contro gli ex amministratori delle farmacie: tre a Chieri, una a Villastellone, dalle quali la contabile ha fatto sparire 795 mila euro. Alberto Valfrè, l’avvocato che tutela ChieriFarma, spera che gli ex amministratori propongano transazioni a risarcimento del danno per mancato controllo. (Corriere di Chieri 17/2 pag.3).

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 18 febbraio 2017

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