Santena, inaugurata opera architettonica celebrativa dell’Inno nazionale

Santena – 18 marzo 2017 – Nella giornata dell’unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della bandiera la città ha inaugurato un’istallazione architettonica celebrativa dell’inno nazionale, opera dell’architetto Aldo Gatti.

Venerdì 17 marzo, poco dopo le ore 10, in piazzetta della Costituzione della Repubblica Italiana, il sindaco Ugo Baldi ha detto: «Grazie di esserci, perché qualsiasi manifestazione, piccola o grande che sia, se non ci sono le persone, non conta nulla. Non si fanno le manifestazioni per le cose, si fanno per la gente. Noi oggi commemoriamo non degli oggetti, dei simboli, ma commemoriamo le persone che vivono di oggetti, di simboli Oggi è una festa importante. Oggi è una quadruplice festa: festa dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Siamo in un luogo strano e particolare che fino a pochi anni fa era un luogo assolutamente anonimo che, grazie alla volontà di associazioni, in particolare dell’associazione Europa e dell’amministrazione comunale è diventato un luogo simbolo».

Il sindaco Ugo Baldi ha continuato: «Ci sono strade che iniziano e non si sa bene se e dove finiscono. Ecco questa è una strada che ha avuto un inizio e che oggi ha una bella tappa importante. Abbiamo iniziato con dare a questa piazza il simbolo della nostra città. Santena, come logo, è la città di Camillo Cavour. Ecco qui ritratto il padre della Patria Camillo Benso di Cavour. Poi, due anni fa, siamo andati avanti. Abbiamo detto, questo luogo che ha immagine di Camillo Cavour, padre della Patria, non può non essere collegato alle regole della nostra Patria: la Costituzione. Due anni fa, grazie all’associazione culturale Europa, abbiamo inaugurato il monumento alla Costituzione, perché questa è diventata piazza della Costituzione. Quindi se con Cavour abbiamo commemorato l’unità nazionale, con il secondo monumento, due anni fa, abbiamo celebrato la Costituzione. E oggi chiudiamo il cerchio, con due aspetti legati alla giornata del 17 marzo, la bandiera e l’inno nazionale. Pensate che sono 160 anni che è stato ideato l’inno nazionale italiano, l’inno di Mameli».  Il sindaco ha aggiunto: «Oltre tutto pare, faremo indagini al riguardo, che sia l’unica istallazione in Italia sull’inno nazionale. Quindi occorre essere un pochino orgogliosi di questo».

Audio Ugo Baldi, sindaco di Santena: 

Il sindaco ha quindi lasciato la parola al Prefetto di Torino, Renato Saccone. «Buongiorno a tutti – ha iniziato così il suo indirizzo di saluto il Prefetto Renato Saccone –. Un caro saluto in un giorno di festa. Ha ragione il sindaco: i simboli hanno valore se rappresentano persone e comunità e se sono vissuti. Il simbolo si contrappone al diavolo. Il simbolo significa ciò che unisce. Il diavolo ciò che divide. Il simbolo rappresenta la nostra unità, il nostro essere comunità. Però Goffredo Mameli, ragazzo di 20 anni, quando scrive l’inno, ha chiara anche una cosa: che a volte i simboli possono unire, ma poi per dividere. Perché se ci si chiude nelle comunità, nel gruppo di cui si fa parte, voi lo sapete bene, a volte i simboli si contrappongono e rivince ciò che divide. E Mameli quando scrive l’inno, nelle strofe che seguono quella che noi cantiamo sempre, a un certo punto si ricorda il sangue polacco. Ma perché? Perché chi ama la Patria ama la sua terra e il suo popolo. Ama il fratello di tutti coloro che si battono per la propria Patria. Questo aveva ben chiaro Goffredo Mameli. Perché questo oggi è molto importante. C’è una grande differenza tra essere patrioti e essere nazionalisti. Il patriota è fratello di tutti: ama la sua terra. Ama la sua indipendenza. Vuole che la sua comunità abbia simboli forti, ma si ritrova nella battaglia, nelle lotte che nel mondo tanti altri fratelli fanno. E’ così che noi scopriamo che, in quegli anni del Risorgimento, gli italiani morivano nelle guerre di indipendenza: in Grecia  e in Polonia. E i fratelli polacchi morivano in Italia»

Il prefetto di Torino ha chiuso così: «Teniamo sempre forte questa distinzione. La Patria ci aiuta ad amare il mondo. Il nazionalismo oggi preoccupa e divide. E, infine, non ci dimentichiamo che il canto degli italiani, prima ancora di diventare inno riconosciuto, fu la più grande hit del momento. La cantavano tutti, nel 1948, e non c’erano radio, televisioni o social network. E’ un inno che nasce dal popolo italiano, dal popolo del risorgimento. Naturalmente da quella parte di popolo che rappresentava l’avanguardia di un desiderio di unità e di indipendenza. Tutto questo lo festeggiamo oggi nella terra di Cavour e a due passi dalla nostra prima capitale, Torino, dove il 17 marzo 1861 è stata proclamata l’Unità d’Italia. Buona festa a tutti».

Audio Renato Saccone, Prefetto di Torino: 

Il sindaco ha ricordato a tutti che la manifestazione  era accompagnata dalla traduzione con il Lis, linguaggio della lingua italiana dei segni. Traduzione effettuata da Laura Patella, alla presenza del presidente  provinciale dell’ente nazionale sordi, Serafino Timeo e  del presidente regionale cav. Antonio Iozzo.  Inoltre, in chiusura della celebrazione, davanti al castello Cavour, gli studenti della classe 2B hanno presentato l’inno nazionale nella Lis.

Il microfono è andato ad Assunta Brancatelli, presidente dell’Associazione culturale Europa. «E’ dal 2012 che celebriamo la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” –  ha detto Assunta Brancatelli –. La ricorrenza è stata istituita con l’obiettivo di ricordare e promuovere i valori di cittadinanza e riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso la memoria civica. Ringrazio a nome dell’Associazione Europa tutti quanti voi, il sindaco Ugo Baldi per l’opportunità concessa e l’architetto Aldo Gatti che ha realizzato questa nuova installazione. Oggi,  qui a Santena, completeremo il percorso iniziato tempo fa per imprimere  sul muro di questa piazza i simboli che ci riconducono a questa ricorrenza. Si è iniziato con il Padre della Patria Camillo Cavour, ritratto nel murales, per proseguire con l’installazione sulla Costituzione e il tricolore e, infine, oggi scopriremo un’altra installazione dedicata all’inno nazionale.  Abbiamo voluto rappresentare quello che per noi cittadini italiani sono i principi fondamentali del vivere civile. La costituzione: la legge che afferma il principio evangelico e laico dell’uguaglianza delle persone. Il tricolore: la bandiera sotto la quale ci riconosciamo noi italiani, liberi e uniti. Cavour, Padre della Patria colui che ha voluto fortemente questa Italia unita.  Infine,  “Il canto degli Italiani” l’inno che fa toccare quella corda dentro di noi e che ci fa sentire ovunque siamo Fratelli d’Italia».

Assunta Brancatelli ha aggiunto: «L’inno fu scritto nell’autunno del 1847 dallo studente e patriota genovese Goffredo Mameli un mazziniano convinto del disegno politico del fondatore della “Giovine Italia” cioè quello di arrivare attraverso l’unione di tutti gli Stati italiani alla realizzazione della repubblica. Fu musicato a Torino da un altro genovese, Michele Novaro. Il testo nacque in un clima di fervore patriottico cantato per la prima volta a Genova durante una festa popolare, fu subito proibito dalla polizia, ma dopo i moti del 1848 fu suonato e cantato dalle bande musicali e dai soldati che partivano per la guerra di Lombardia. In breve, divenne il canto più amato del Risorgimento italiano e degli anni successivi all’unificazione». «Voglio anche ricordare – ha chiuso Assunta Brancatelli – che Santena è uno dei quattro siti italiani in cui è viva la memoria patria grazie a Camillo Cavour e tra poco in corteo raggiungeremo la tomba dove è sepolto per rendergli onore. Nella nostra città si custodiscono le memorie dello statista e questa è un’occasione per ricordare a tutti noi che qui si è fatta la storia e Santena deve sempre più valorizzare il suo grande patrimonio storico, culturale, ambientale e turistico».

Audio Assunta Brancatelli, presidente associazione cultura Europa:

Il sindaco Ugo Baldi ha spiegato: «Prima di passare la parola al progettista di questa opera, l’architetto Aldo Gatti, ora procederemo a scoprire questa istallazione. Insieme alla presidente di Europa vorrei ci fossero due ragazzi, un ragazzo e una ragazza della 3B Falcone. Il monumento lo scopriamo per loro. Sono loro il futuro della nostra comunità. Gli studenti Giovanni e Chiara, insieme ad Assunta ora scopriranno questo monumento che ricorda la bandiera a l’inno nazionale».

Svelata l’installazione sono partiti gli applausi di tutti i presenti. E’ quindi intervenuto Aldo Gatti che ha spiegato il cammino che ha portato all’ideazione dell’opera: «Questa è una istallazione. Non parlerei di un monumento, ma di una istallazione didattica. Quando mi è stato chiesto di fare qualcosa sull’inno d’Italia ho pensato alle parole dell’inno. Il problema è che l’inno lo conoscono tutti solo nella prima strofa che è quella che si canta sempre. Mi ricordavo che il testo fosse molto più esteso. Sono andato a documentarmi. Con sorpresa parecchie di queste strofe neanche le conoscevo. E, credo che molti italiani non conoscano il testo completo. Sicuramente il linguaggio è un po’ più ostico rispetto all’italiano attuale. La prima cosa che ho pensato è che sarebbe stato utile rimanesse memoria del testo. Allora lo abbiamo scritto per esteso».

Aldo Gatti ha continuato: «In effetti non è l’inno di Mameli, ma è il canto degli italiani, così è nato. Mi è venuta l’idea di scriverlo con legno e ferro, materiali con cui di soluto lavoro. Ho pensato al ferro perché comunque porta sempre l’idea del fervore, della costruzione, di quello che potrebbe essere il futuro. Soprattutto pensando che questo inno è stato scritto nel periodo risorgimentale, dove sicuramente vi era fervore. L’idea del ferro mi dava idea della potenza. Poi bisogna pensare che un inno non sono solo parole, ma è anche musica. Abbiamo pensato a come potevamo scrivere e fare apparire la musica. Abbiamo preso lo spartito dell’lnno e l’abbiamo riprodotto su un supporto leggero e trasparente, che non poteva che essere il vetro. Su questo vetro abbiamo messo un cielo in modo che le note potessero spiccare, volare …come sempre. E poi abbiamo aggiunto il tricolore. Oggi ricorre l’anniversario del tricolore. Il tutto è riprodotto qua, sul muro. Grazie».

Il sindaco Ugo Baldi ha detto: «Io trovo che sia bellissimo. E’ la prima volta che lo vedo dal vero. Avevo visto solo un bozzetto. L’istallazione è davvero eccezionale. Chiederei a tutti un applauso ad Aldo Gatti per questa ideazione. Lascia un tassello importante per tutta la nostra comunità. Adesso, prima di concludere la prima parte della celebrazione di oggi, cantando insieme l’inno nazionale, lascio la parola ai ragazzi delle terza D della scuola media Giovanni Falcone di Santena. Con una poesia ci riporteranno direttamente verso l’inno e la bandiera». Dopo la poesia degli studenti e l’inno nazionale cantato di presenti, i partecipanti, sotto la direzione del cerimoniere di campo, Ezio Boglione, alpino, hanno lasciato piazza della Costituzione per dirigersi nel complesso cavouriano.

Audio scopritura istallazione, discorso Aldo Gatti e chiusura prima parte cerimonia:

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