Santena, in consiglio slitta l’ordine del giorno contrario al Ceta

SANTENA – 7 agosto 2017 – Il consiglio comunale ha rinviato l’esame dell’ordine del giorno, proposto dalla Coldiretti, contrario al Ceta, trattato di libero scambio, siglato tra l’Unione europea e il Canada e ora all’esame del Parlamento.

Santena, consiglio comunale, seduta del giorno 26 luglio 2017
Rosella Fogliato

In consiglio comunale Rosella Fogliato, assessora all’Agricoltura, ha detto: «Il Ceta, Comprehensive economic and trade agreement, consente un maggior libero scambio delle merci. Rispetto a questo trattato, firmato da Ue e Canada e che deve essere ratificato da ogni Stato membro dell’Ue, ci sono però posizioni diverse. Tra i rilievi critici vi è quello che verrebbe meno la difesa delle imprese agricole nazionali che sono più piccole di quelle nord americane. Non solo, verrebbero messe in ombra le attività fatte negli ultimi vent’anni a difesa dell’agricoltura locale come di tutto il made in Italy». «Ci sono associazioni agricole che appoggiano il no al Ceta – ha aggiunto Rosella fogliato –. Ve ne sono altre che sono favorevoli. In comune, giorni fa, sono pervenute le regioni delle associazioni che appoggiano il Ceta. Sono valide e condivisibili. Mettono un maggiore accento sul potenziamento del mercato  e sulla libera circolazione».

Poi dall’assessora Rosella Fogliato è arrivata questa proposta: «Tra le commissioni da nominare a seguito del rinnovo del consiglio comunale vi è la Commissione agricoltura. Propongo di nominare la commissione e poi confrontarsi sul trattato Ceta prima di arrivare a una qualche decisione sul trattato in sede di consiglio comunale. Per questo chiederei di nominare la commissione nel primo consiglio comunale utile. A oggi il Consiglio regionale non si è ancora espresso sul Ceta, mentre il Parlamento ha rinviato la discussione da fine luglio a settembre».

Enrico Arnaudo

Enrico Arnaudo, consigliere di minoranza della lista Gianna Lisa, ha detto: «Ho partecipato a un tavolo regionale sul Ceta. Sono pienamente d’accordo che questo trattato non conviene allo Stato italiano, soprattutto a una Regione come il Piemonte con molti prodotti agricoli di qualità, di niccia. Per questo sono contrario al Ceta».

Mimmo D’Angelo

Mimmo D’Angelo, consigliere di minoranza del Movimento 5 Stelle, ha spiegato: «Noi non siamo a favore di questo tipo di trattato.  Questo accordo sta andando avanti a livello nazionale. Purtroppo alcune persone importanti, come il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha espresso pieno accordo a questo trattato. Ha parlato di crescita per le aziende italiane che potranno aumentare le esportazioni. Però così come l’Italia esporterà in Canada, così le ditte nord americane potranno esportare in tutta Europa e in Italia. Molte imprese canadesi e americane hanno capacità produttive molto superiori alle nostre e sono in grado di praticare prezzi così bassi insostenibili per i nostri produttori.  Ad esempio il trattato riconosce solo una minima parte di Dop e Igp, anche se sono quelle con maggiore fatturato. Faccio un esempio: se una ditta canadese decidesse di invader il nostro mercato con gli asparagi i produttori locali si troverebbero in difficolta a sostenere la concorrenza. Così come è strutturato questo accordo non è assolutamente garante del patrimonio agroalimentare italiano. Quindi la nostra posizione è sicuramente contro questo trattato. In Italia il trattato rischiava di passare senza adeguata discussione. E’ positivo che se ne parli nelle sedi istituzionali: il rischio era una approvazione sotto silenzio».

L’assessora Rosella Fogliato. È nuovamente intervenuta per dire: «Noi, in giunta, inizialmente,  abbiamo ritenuto che il no Ceta potesse essere la posizione che effettivamente meglio garantisse il lavoro in difesa del made in Italy portato avanti da alcune associazioni agricole ormai da vent’anni. Ora chiediamo di portare la discussione e il confronto sul Ceta in sede di commissione agricoltura prima di far esprimere il consiglio comunale. Prima di pronunciarci vorremmo avere maggiore condivisione».

Ugo Baldi

E’ quindi intervenuto il sindaco Ugo Baldi, che ha detto: «Quando abbiamo ricevuto la proposta della Coldiretti contraria al Ceta non abbiamo avuto dubbi a sostenerla. Poi è arrivata anche l’altra campana, a favore del Ceta.  Noi abbiamo molti agricoltori a Santena. Parlando con loro ci siamo resi conto che i nostri agricoltori non sono tutti sulla stessa linea. Quindi, visto che non c’è tutta questa urgenza, ci è sembrato logico discutere e confrontarci con gli agricoltori per capire quale posizione tenere. A rima vista le ragioni delle altre associazioni agricole, a favore del Ceta sono altrettante valide e condivisibili.  E’ nostra intenzione ritirare il punto e confrontarci nell’ambito della Commissione agricolture e confrontarsi al nostro interno, anche sentendo la voce dei nostri agricoltori. Nella non certezza di fare la cosa giusta preferiamo ancora confrontarci con gli agricoltori senza ergerci a giudici rispetto a quello che è giusto o cattivo. Quindi ora ritiriamo il punto, ne parliamo e poi lo si riporterà in consiglio». Il consiglio comunale ha messo al voto il ritiro dell’ordine del giorno contro il trattato Ceta. Il ritiro è passato all’unanimità dei consiglieri comunali presenti.

Sin qui quanto avvenuto in consiglio il 26 luglio scorso. Intanto il 1° agosto scorso, l’assemblea regionale del Piemonte, con 19 voti favorevoli, 4 contrari e 4 non votanti, ha approvato l’atto di indirizzo, presentato dal primo firmatario Davide Gariglio (Pd), per la sospensione dell’entrata in vigore, nel nostro Paese, del trattato Ceta, accordo commerciale ed economico tra Unione europea e Canada, siglato il 30 ottobre 2016. Per il Canada l’Ue è il secondo partner dopo gli Stati Uniti e rappresenta il 10 per cento del suo commercio estero. Lo scorso 15 febbraio il Parlamento europeo ha dato il proprio consenso alla conclusione del Ceta, che ha come obiettivo principale la progressiva liberalizzazione degli scambi, assicurando alle merci il trattamento disposto a livello nazionale, avviando nel contempo una riduzione o soppressione reciproca dei dazi doganali sulle merci.

«Non siamo contrari al trattato – ha sottolineato il consigliere regionale Davide Gariglio –  e riconosciamo diversi aspetti positivi, come aperture su nuovi mercati, riconoscimento delle professioni e nuove opportunità commerciali, ma vediamo anche rischi, soprattutto per la produzione di grano duro. Chiediamo un’ulteriore approfondimento prima dell’entrata in vigore del trattato, la tutela dei nostri prodotti agricoli è infatti essenziale. Il Ceta presenta alcune criticità che vanno affrontate, in particolare per quanto riguarda il settore agroalimentare. Nelle ultime due settimane anche per il riso e il grano duro è stato introdotto l’obbligo di etichettatura ed è necessario che il Governo si attivi perché questa norma venga estesa ad altri prodotti dell’agroalimentare».

Gabriele Molinari (Pd) ha invece dichiarato che «il Ceta è un’opportunità enorme per il nostro sistema produttivo, per le nostre esportazioni ed è pretestuoso vedere in quest’accordo una minaccia. Il Canada è uno Stato civile e non può che dare garanzie rispetto a molti altri Stati».

Nel corso del dibattito il consigliere Gilberto Pichetto (Fi) ha evidenziato come «il Ceta sia un accordo fondamentale per un Paese come l’Italia, che potrebbe aprire nuove vie commerciali con i mercati più ricchi».

Paolo Allemano (Pd) è poi intervenuto dichiarando che «se ci sarà un sì al Ceta cercheremo di garantire qualità e certificazioni di filiera. Crediamo nell’Europa, ma chiediamo un’operazione di certificazione dei nostri prodotti».

Il consiglio regionale ha respinto invece gli ordini del giorno di Lega Nord, M5s e Movimento nazionale per la sovranità, che chiedevano la sospensione anche in via provvisoria dell’entrata in vigore del Ceta. In particolare, Gianna Gancia (Lega Nord) ha evidenziato che «non sussistono le condizioni in questo momento storico per avallare il trattato, perché stiamo parlando di Paesi che hanno regole completamente differenti dalle nostre». Giorgio Bertola ha spiegato  che «il M5s era e rimane in posizione fortemente contraria all’accordo, perché fondamentalmente non tutela i lavoratori e persistono dubbi sulla compatibilità dell’accordo con i trattati e l’ordinamento giuridico europeo. Clamoroso il dietrofront del Partito Democratico, che oggi si limita a chiedere la sospensione del Ceta mentre prima aveva presentato un documento per arrestarne il processo di ratifica». A livello piemontese sinora i Comuni che hanno approvato l’ordine del giorno proposto dalla Coldiretti, contrario al trattato Ceta, sono 300.

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Audio integrale della discussione in consiglio:

Scarica la delibera del Consiglio comunale:

Santena2017 CC40

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