Cristoforetti, e si mormora Chiara, nella casa di Camillo Cavour.  Puntata 99

SANTENA – 9 dicembre 2017 – Giallo, IV puntata, e il telescopio. Ancora Distretto del Cibo. Pianalto, Chierese, Carmagnolese: il cibo accessibile e sostenibile si acquista a buon prezzo. Glifosato, sì o no? Samantha Cristoforetti, e si mormora Chiara Appendino, nel Castello Cavour, il 20 dicembre, ore 16.

1) Riconvertire l’agricoltura. Riconvertire una parte dell’agricoltura del Pianalto, del Chierese, del Carmagnolese significa tutelarne e ampliarne la biodiversità puntando su colture tradizionali e nuove. Ma quali? La scelta deve tener conto di alcuni fattori essenziali: a) la limitata disponibilità d’acqua impone coltivazioni a basso consumo, da irrigare a goccia; b) l’essere dentro al mercato della Città Metropolitana indica di puntare sulla stagionalità, sulle colture in serra, sulla vendita diretta in cascina. Insieme alla salvaguardia e all’incremento della biodiversità delle coltivazioni tradizionali e in via di estinzione, si devono utilizzare piante e varietà più resistenti e migliorate geneticamente per limitare gli attacchi di parassiti che pregiudicano l’ambiente, ma anche la produttività e la qualità delle derrate alimentari.

2) Chierese-Carmagnolese e ricerca. La presenza di vere aziende agricole che coltivano ortaggi, frutta, vigna, erbe officinali, allevano bestiame e producono di latticini indica che in questa zona della Città Metropolitana si pratica un‘agricoltura sostenibile, specializzata, diversificata e a basso impatto ambientale. Caratteristica che si consolida attuando nuove scelte politiche. L’inserimento nelle politiche del cibo accessibile lanciate dalla città di Torino è la strada da seguire per riconvertire le colture praticate nel territorio. Da qui la necessità di puntare su coltivazioni destinate al consumo umano o animale, che limitino i gas serra, il maluso del terreno, gli agrofarmaci e l’impiego eccessivo di acqua.

3) Best Practices-Buone Pratiche.  I PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) creati nella Zona a Pecetto, Santena, Andezeno, Carmagnola, sono la dimostrazione di come i soldi pubblici possono essere ben investiti.  Agricoltura 4.0 significa fare reti d’impresa e creare nuovi soggetti di rappresentanza degli interessi delle aziende agricole. Dalle campagne del Chierese-Carmagnolese viene la dimostrazione che c’è interesse all’innovazione, alla ricerca, alla selezione, alla sperimentazione, alla promozione, alla valorizzazione, alla commercializzazione, all’associazionismo, e al fare filiera e rete.

 4) C’è un fenomeno. Sono una caratteristica del Pianalto. Le reti d’impresa nate sull’onda dei PAT aggregano piccole e medie aziende che si mettono insieme e collaborano non solo per accedere a finanziamenti o benefici fiscali, ma perchè riconoscono nel lavorare insieme un valore in sé. La filiera consente di diventare più grandi restando padroni in casa propria. Come? Facendo massa critica con gli altri associati, condividendo la strategia e partecipando per il pezzo di propria competenza e interesse.

5) Glifosato cancerogeno? Elena Cattaneo, su la Repubblica, 1/12, p.46 scrive: “L’ IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) lo classifica -probabilmente cancerogeno- come la carne rossa, i lavori notturni, i fumi della frittura, ma meno dei salumi… Al contrario l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), l’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) e l’Echa (Agenzia delle sostanze chimiche) scrivono: è improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogeno per l’uomo”. Cattaneo conclude: ”Non utilizzarlo significherebbe tornare agli anni ’50, diserbando a mano i campi. Oppure usando altri erbicidi, molto più costosi, meno efficaci e dai profili tossicologici simili”. N.B. Il brevetto Monsanto è scaduto nel 2001. Per questo il costo del glifosato è basso. Casomai va controllato il tempo di degradamento. Il dibattito è aperto. Altri la pensano diversamente, altri sono indifferenti.

 6) Il telescopio di casa Cavour. Lunedì 11 dicembre p.v., alle 16.00, l’Accademia delle Scienze di Torino – nella sede di via Arsenale, 6, con l’Università e il Centro Restauri di Venaria Reale – presenta i risultati sugli studi e sul restauro sull’antico telescopio “alla China” custodito nel Castello Cavour di Santena. L’ingresso è libero, sino a esaurimento dei posti.

 7) Giallo IV. Contro i treni del Piemonte.  E’ conflitto tra le lobby delle autostrade e delle ferrovie. Tra passato e presente c’è sempre da indagare. Lì potrebbe nascondersi un potenziale movente all’avvelenamento. Il Piemonte, regione frammentata e impreparata a fare squadra, ha sbagliato a sottovalutare le montanti invidie, interne ed esterne.  Allora nel 1861 era diverso. Cavour riuscì a superarle, tra non pochi ostacoli. Adesso è diverso. Trascurati per un secolo, i malevoli sentimenti sono risorti nel 2000 contro la costruzione del nuovo corridoio Torino-Lione e del nuovo tunnel ferroviario del Frejus, lungo 57 km. Come se a distanza di centinaia di anni si volesse punire l’arditezza di aver osato tanto e troppo, tra il 1857 e il 1871, quando fu costruita la galleria più lunga del mondo, interfacciata al Canale di Suez. Uno dei capolavori dei nostri antenati. Una rivalsa di chissà quali passati torti e danni subiti. Una ritorsione sfociata in modalità violente che non trovano razionali motivazioni.  Il tutto si spiega nello scontro tra interessi, autoctoni e allogeni, intricati. Nell’astio accumulato in una parte della Valle di Susa, tra intrecci affaristici e tra ben più accanite complesse frange, che stanno altrove, in regioni e in stati, vicini e lontani. Tanti “ciechi, sordi e cointeressati” schierati contro un’opera che passando dal Piemonte, collega la Pianura Padana e il Mediterraneo, con quella parte d’Europa non rientrante nell’area germanica. La geopolitica rientra in ballo in questa Europa, pacificata solo dopo due grandi e funeste guerre, sempre alla ricerca di continui equilibri tra nord e sud, tra est e ovest. Oggi i pseudo “neo-asburgici” sembrano alleabili con i neo-borbonici di destra, sinistra, centro e cinque stelle, orfani di tramontati primati. Integralisti della benzina e del gasolio, chiusi come sanno esserlo certi “cristiani” nostrani.  Tenuti insieme da un rancore che ha dello stupefacente. Che si spiega come un atto contrario agli interessi della comunità che vive e lavora in Piemonte e nel sud-est-ovest della Francia. Livore che suscita sospetti di interessi più complessi di ciò che appare.  Infatti non si è visto nel frattempo ugualitario scontro nei casi equivalenti. Vale per gli svizzeri-tedeschi tenutari del Tunnel del Gottardo, 57 km, aperto al traffico nel 2016, e del Tunnel del Lotschberg, 34,6 km, aperto nel 2007. Vale per l’austro-tedesco Tunnel del Brennero, in costruzione, inaugurabile tra tre anni, e lungo ben 55 km. Tutti e tre funzionali al collegamento tra la Pianura Padana e l’area germanica – asburgica. “Ciechi e sordi e cointeressati” che nel luglio del 2011, in piena lotta, hanno finto di non sapere che iniziavano i lavori di scavo della seconda canna del Tunnel autostradale del Frejus, di 12,8 km. Il cui diaframma è caduto nel 2014. Apertura prevista nel 2018. E poi c’è chi dice che la lobby autostradale, di vetture e autotreni, non esiste.

 

Gino Anchisi, da Santena, la Città di Camillo Cavour, 9 dicembre 2017.

 

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