Santena,  appello del parroco alla festa patronale: “Mettersi a servizio della comunità, con generosità e gioia»

SANTENA – 14 agosto 2018 – «Quali sono le opere di bene che il Signore ci chiede di compiere? Testimoniare la nostra fede. Chiediamo al patrono san Lorenzo di guidare e illuminare il cammino della nostra vita, del nostro comune, perché ognuno di noi possa trovare il modo di mettersi a servizio con generosità e con gioia. Per il bene di tutti». Questo l’appello del parroco don Beppe Zorzan, lanciato con l’omelia della festa patronale.

Il parroco, don Beope Zorzan

 

Durante l’omelia, il 10 agosto scorso, il parroco don Beppe Zorzan ha detto: «Celebriamo oggi la memoria del santo patrono, san Lorenzo, il cui martirio – come quello di tanti altri nella storia della Chiesa – ci insegna che la vita è un dono che abbiamo ricevuto. Ma è un dono che dobbiamo anche offrire e rendere per gli altri. Solo così potremo raccogliere frutti, per noi stessi e per gli altri». Il parroco ha continuato così: «Ciò che l’apostolo Paolo ci insegna oggi è donarci agli altri, con generosità e con gioia. Ecco: dare la vita con generosità e con gioia, E non perché ci si sente costretti a fare qualcosa, ma perché si sente dentro che la gioia vera può venire a noi solo dall’offrire la nostra vita e il nostro impegno per gli altri. Gesù ci dice che seguirlo vuol dire servire. Che amare vuol dire servire e mettersi a disposizione degli altri».

Don Beppe Zorzan ha aggiunto: «Celebriamo oggi la festa di questo nostro santo patrono che prendiamo come modello, come esempio, non soltanto per la nostra comunità, ma per la nostra società civile, per tutto il nostro paese, quale impegno di servizio, nei confronti degli altri. Ecco, oggi chiediamo veramente al Signore di poter dare generosamente e di largheggiare nel dono del nostro servizio. Siamo qui oggi per ringraziare il Signore per tutte quelle persone che generosamente, con gioia, con disponibilità, si mettono al servizio della nostra comunità e del bene del nostro paese». «Celebriamo oggi la festa di un giovane, Lorenzo, che non si è trattenuto di fronte alla minaccia della propria vita e che ha messo al centro della propria attenzione i poveri della società di allora. Lorenzo per i poveri ha sacrificato la vita – ha spiegato il parroco don Beppe Zorzan –. Per san Lorenzo i poveri erano la vera ricchezza della Chiesa. Anche oggi i poveri devono continuare a essere l’attenzione primaria di una comunità e anche di una società che deve venire incontro ai bisogni e alle sofferenze delle persone».

Il parroco ha chiuso così la sua omelia: «E allora san Paolo ci dice ancora che possiamo compiere generosamente tutte le opere di bene.  E quali sono allora le opere di bene che il Signore ci chiede di compiere? Certamente l’opera primaria è quella della testimonianza della nostra fede, della nostra condotta, della nostra coerenza. Siamo qui oggi per domandare al Signore di illuminarci su quali possono essere – nella nostra società, nel nostro comune – le opere di bene che noi possiamo compiere per fare crescere la nostra comunità e il nostro paese nell’attenzione ai bisognosi, ma nello stesso tempo per far sì che la nostra comunità, il nostro comune, sia davvero un luogo aperto e accogliente dove ci sia attenzione e rispetto verso tutti quanti. E allora chiediamo a san Lorenzo di guidare e illuminare il cammino della nostra vita, del nostro paese, perché ognuno di noi possa trovare il modo di mettersi a servizio, con generosità e con gioia. Per il bene di tutti».

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