Santena, manca poco. 86° Sagra dell’Asparago. Puntata 169

SANTENA – 27 aprile 2019 – Visite teatrali al Castello Cavour. 1° maggio, spuntano gli Asparagi e ci si chiede qual è il valore della persona che lavora. Distretto del Cibo: all’orticoltura il ruolo che merita. A Santena il clima incide anche sulla domanda e l’offerta. Il nazionalismo è nemico dell’Europa. Via della Seta e Xi Jin Ping: fatta l’Europa bisogna fare gli Europei, o no?

1) Bollettino Asparagi del 27 aprile. Stavolta è colpa del Maestrale se domanda e offerta non si incontrano. In settimana è piovuto e l’aria e la terra si sono raffreddate. Sua Maestà, il Re della tavola di Primavera, si è messo sottosabbia, al riparo, in attesa dell’amato calore. Fino a giovedì, domanda e offerta quasi combaciavano per quantità. Al fisiologico calo di acquisti del dopo Pasqua, faceva da contraltare l’abbassamento di produzione dovuto al raffreddamento del clima. Giovedì e venerdì il raccolto è stato sotto le aspettative. Intanto per il fine settimana la domanda cresce, ma chi non ha prenotato per tempo, rischia di essere deluso. Per il week-end le residue speranze sono riposte, nel last minute, di domenica mattina. Nonostante ciò, il prezzo rimane stabile come nei giorni precedenti. Intanto si avvicina la serata del 7 maggio a TeleCupole per la presentazione della 86° Sagra dell’ Asparago. Una ulteriore promozione, che porta nuovi clienti e turisti, sostenendo e diversificando la domanda. Buono è l’andamento per la ristorazione della zona, in cui crescono le prenotazioni dei posti tavola.Gli Asparagi di Santena e del Pianalto si affermano sempre più per qualità, freschezza, bellezza, sapore e salubrità.

2) Visita Teatrale del Castello Cavour. Le classi II Alfa e Delta, del Liceo Alfieri di Torino  hanno prodotto un magnifico video su Camillo Cavour, su Santena e sull’Italia. Adesso si preparano per animare le visite teatrali del Castello Cavour nelle domeniche del 5 maggio, 12 maggio e 19 maggio. Il tutto rientra nelle attività di “ Adotta un Monumento” promossa dal Comune di Torino, città proprietaria del nostro Castello, e abbinate all’Alternanza Scuola-Lavoro. Orari delle visite teatrali: 10,30–15,00–16,00–17,00. L’esempio dell’Alfieri è la prova di quanto importante, sia per 20 aziende agricole produttrici di Asparago che per un’ Associazione di Volontari operanti nel Turismo-Culturale, la collaborazione con due seconde classi di Liceali. L’Alternanza Scuola-Lavoro in questo caso ha dimostrato di essere in grado di superare i limiti di una passiva attività extrascolastica. Un’esperienza concreta, che evolve creando nuovi ambiti e spazi di collaborazione tra scuole, aziende, associazioni, istituzioni, monumenti e comunità circostante. N.B. Le visite teatrali del 12 e 19 maggio si svolgono in concomitanza con l’86° Sagra dell’Asparago di Santena.

3) Distretti del Cibo, associarsi per competere. All’orticoltura italiana, nel settore agricolo, non è ancora riconosciuto il ruolo che merita. Nonostante la sua importanza per l’alimentazione, per la salute delle persone e per l’autonomia alimentare delle comunità. Il Distretto del cibo è l’occasione per affermare, nell’ambito della Comunità Metropolitana Torinese e Piemontese, l’importanza strategica di questo comparto. Un comparto esposto alla crescente competizione internazionale, per troppo tempo sottovalutato e sacrificato a logiche di mercato che hanno bisogno di essere ri-regolate. Nel passato, la bassa concorrenza esterna e la crescita dei consumi, dei prezzi e della produttività hanno sostenuto lo sviluppo del comparto e il reddito delle aziende. Oggi questa tendenza si è interrotta. Per questo motivo è necessario un salto di qualità nelle politiche agricole zonali, metropolitane, regionali e statali. Politiche che oggi sono chiamate a prestare attenzione a nuove regole da introdurre in un mercato selvaggio tra aree, regioni e Stati europei e extraeuropei. Mercato che non tutela, come nel caso della carne rossa e del vino, la qualità, la salubrità, la tracciabilità. Sotto questa luce il Distretto del Cibo è innanzitutto una sfida culturale e genuinamente politica. Perché presuppone volontà di cambiare, di innovare, di riconvertire aziende e produzioni, tenendo ovviamente conto anche dell’uso dei terreni e del cambiamento climatico.

4) Le ragioni del Distretto del Cibo. Appendino dovrebbe evitare gli errori dei suoi predecessori. I Sindaci della Zona, come ha già fatto Ivana Gaveglio, Sindaco di Carmagnola, dovrebbero chiedere alla Sindaca Metropolitana, Chiara Appendino, di superare l’egocentrismo torinese e di inserire il Chierese-Carmagnolese nella zona di intervento del Decreto sulle Aree di Crisi Complessa, annunciato dal Vice-Primo Ministro Luigi Di Maio. La seconda cintura di Torino infatti non può essere tagliata fuori dalla possibilità di usufruire delle risorse messe a disposizione per sostenere nuovi investimenti. In tutto il Chierese-Carmagnolese la crisi industriale ha lasciato stabilimenti vuoti che devono essere recuperati e riconvertiti all’attività economica, vedi Ex Stars, ex Ages, Ex Laria, Ex Ghisa Carmagnola, ecc.. Impianti che tra l’altro consentirebbero di risanare aree già industriali e di investire in nuove attività imprenditoriali. Puntare sullo sviluppo dell’agroalimentare nella zona Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana Torinese costituendo il Distretto del Cibo va nella direzione indicata dal Governo, purché ci siano risorse e non sia solo propaganda.    

5) W il 1° Maggio. La finalità suprema dell’attività economica non è l’arricchimento, ma consiste nel dare lavoro. Il lavoro è infatti lo strumento primario di redenzione sociale, perché se il Vangelo è salvezza dell’anima, il lavoro è salvezza dell’agire”. Enrico Mattei, imprenditore, partigiano, fondatore dell’ENI.

6) Europa e Via della Seta. Xi JinPing, il neo imperatore comunista della Cina, ha convocato, stavolta in casa, un summit mondiale. Si tratta sulla Via della Seta. L’Italia è l’unico Paese del G7 ad essere presente.Gli Europei sono in ordine sparso.Se gli Italiani dimostrano di non avere la forza e il coraggio di integrarsi in uno Stato unitario di dimensione continentale, gli altri non sono meglio. Gli Europei per forza di cose devono integrarsi in uno stato sovranazionale: l’Unione Europea. Prima lo fanno, meglio è per tutti noi, ex colonialisti e ex imperialisti.

7) Bisogno di sovranismo Europeo. In Oriente, si gioca una partita politica in cui sono in ballo gli interessi degli Europei. E’ una situazione reale e nuova, da troppo tempo sottovalutata. Gli Italiani e gli Europei, per pigrizia mentale, stentano a crederci. La situazione determinata nell’Ottocento dalla Guerra dell’Oppio e poi dalla spartizione dell’Area del Pacifico tra Usa e GB è finita decenni fa. Il declino del Giappone e l’affermazione della superpotenza Cinese, voluta da Deng Xiaoping, hanno definitivamente sconvolto gli equilibri mondiali. I singoli stati europei oggi possono reggere le sfide mondiali lanciate dalla Cina solo se saranno capaci di unirsi e di impostare un’efficace politica estera. Se la politica egualitaria, responsabile, amicale, federalista e progressista voluta dalle generazioni della II Guerra Mondiale non evolve nella dimensione mondiale, l’Europa non avrà futuro perché sarà indebolita dai risorgenti nazionalismi, dai localismi identitari illusi di sovranismi anacronistici. La sfida sull’area del Pacifico tra Cina e Usa insegna alcune cose. Il comunismo cinese dimostra di essere il solo sistema che dispone di una classe dirigente interessata a gestire processi geopolitici di dimensione mondiale mai visti prima. La Russia di Putin cerca, attraverso la Corea del Nord, di creare un asse con la Cina. La risposta adesso tocca all’Europa, agli Stati Uniti e all’India. 

Gino Anchisi
da Santena, la Città Camillo Cavour, 27 aprile 2019.

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