Santena, l’Asparago saluta, mentre scoppia la Guerra contro la penultima invasione straniera. Puntata 176

SANTENA – 15 giugno 2019 – Bandiera Arancione e Distretto del Cibo. Non scooter contro microspie, ma Vespe contro Cimici,  La guerra si fa biologica. Tra l’opinione pubblica le vespe diventeranno un po’ più simpatiche, mentre nessuno difende le cimici. Però… “ogni Scarrafone è bello a mamma sua…”

1) L’Asparago saluta. Carissimi, non avendo potuto farlo personalmente, profitto di rossosantena per inviarVi i miei saluti. Il clima quest’anno mi ha cambiato il calendario. Sono arrivato più tardi. La siccità invernale e il freddo hanno spostato l’inizio raccolto alla metà d’aprile. Fino alla scorsa settimana ho resistito. Adesso il caldo mi costringe a mollare. L’avete notato anche Voi. In pochi giorni il mio colorito è cambiato. L’intenso violaceo ha lasciato il posto a un rosato sfumato. Il verde brillante si è tramutato in acquarello. La freschezza è svaporata. Il delicato turgore si è fatto più legnoso. Le punte sfioriscono rapidamente. Il sapore dolce lascia il posto al gusto erbaceo. Dal campo spunta sempre più asparagina. Il mio ciclo vitale si è trasformato. Però, nonostante i problemi climatici, la stagione è stata buona. La qualità fino a ieri è stata alta. Meno bene è andata per la quantità. La produzione per campo è inferiore dal 10 al 40%, rispetto allo scorso anno.Il fatturato ha retto perché il valore commerciale all’ingrosso e al dettaglio è cresciuto.Adesso sono giunto al capolinea.E’ davvero ora di lasciarVi. La salute prima di tutto. La spinta ormonale che sorregge la tensione verso l’alto dei miei germogli si sta esaurendo. Se non smetto, c’è il rischio che mi indebolisca e ammali. E allora, un altr’anno, saranno dolori per me, per il contadino e per tutti Voi. Vado in vacanza. Cambio vita. Mi devo ritemprare. Non mi vedrete nelle cascine e nei negozi. Riprendo la mia vita normale. Finalmente i germogli saranno liberi di aprire le brattee. Si formeranno i rami della pianta, su cui sbocceranno i bianchi fiorellini, che andranno in frutto e quindi in seme. Riprendo il ritmo di vita naturale. Devo dedicarmi solo a me stesso. Devo dare nutrimento al mio organismo. Le radici, zampe, da cui l’anno prossimo spunteranno le nuove gemme hanno bisogno di ricaricarsi. Arrivederci… e non dimenticate mai che non sono qui per appagare i vostri appetiti. Sono una pianta. Sono un essere vivente. Come voi nasco, cresco e muoio per riprodurmi, per perpetrare la mia specie. Di una cosa sono contento. Ho visto che gli tra gli asparagicoltori cresce il numero dei giovani. Infine permettete di salutare le donne per la grazia con cui manipolano i delicati germogli. Un bacione e addio.

 2) Bandiera Arancione n°1. Santena, la città di Camillo Cavour e dell’asparago, è un crocevia di antiche origini preromane e medievali tra Carmagnola, Chieri, Asti e Torino. Collocata a Sud-Est della metropoli torinese, Santena è immersa nella campagna del Pianalto, l’area in cui l’agricoltura torna protagonista di nuove dinamiche sociali.L’autostrada A21, la Tangenziale, le linee ferroviarie collocate sulle direttrici nazionali ed europee allacciano il suo territorio con Genova, Piacenza, Torino, il Frejus, Aosta e il Monte Bianco, Savona, Milano, confermando la funzione di piattaforma logistica protesa all’Europa e al Mediterraneo. La città di Camillo Cavour e dell’Asparago è pure l’imbuto del vasto bacino del torrente Banna, che raccoglie le acque colanti dalle colline del Torinese, del Monferrato e del Roero, per versarle nel Po. Acque che solcano una pianura fertile, il Pianalto. Un’area al centro del Distretto del Cibo, in cui si producono alimenti freschi e di qualità che nutrono la comunità della Città Metropolitana di Torino. Santena e la Zona del Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana Torinese fanno parte del progetto MAB “Man and Biosphere Reserve”, riconosciuto dall’UNESCO. Un progetto che darebbe un grande valore aggiunto ai prodotti agricoli, al turismo, alla ristorazione all’intero comparto agroalimentare insediato nel territorio.

Cimice asiatica

3) Vespa contro Cimice. Il 12 giugno il Senato della Repubblica ha dato l’ok per l’introduzione sul suolo italiano della Vespa Samurai, Trissolcus japonicus, antagonista della Cimice asiatica. L’autorizzazione è necessaria perché si tratta di inserire in Italia un insetto alieno, sconosciuto, che attualmente non fa parte della fauna della Penisola. Un imenottero straniero, immigrato legalmente, che sarà impiegato per combattere l’invasione della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys). La cimice arrivata clandestinamente qualche anno fa oggi terrore degli agricoltori per gli immensi danni che causa all’agricoltura. Conosciuta da tutti, in particolare nella Padania dal Friuli-Veneto-Lombardia-Emilia-Romagna, fino al Piemonte, perché a fine estate si installa nelle case facendosi sentire per il suo intenso profumo di clorofilla e per il metallico suono del suo volo. Un insetto che non gode di buona stampa. Che ha pochissimi estimatori. Non pericoloso per le persone. Dannoso per le aziende agricole e per gli orti degli hobbisti per gli enzimi che rilascia nella frutta, negli ortaggi e nei cereali per potersi nutrire della loro linfa.

 

4) Guerra moderna. L’immissione di specie e popolazioni non autoctone sul territorio italiano è regolata dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997.

L’operazione richiede attenzione e cautele perché non si conoscono le conseguenze che le nuove Vespe possono determinare sul resto della fauna, in particolare sugli altri insetti ed eventualmente sugli animali, compresi gli umanoidi. Da quel che si sa, la Samurai è ghiotta di uova di Cimice Asiatica. Il che consentirebbe di sterminare o almeno di contenere il numero di cimici in circolazione senza ricorrere a veleni, che finora si sono dimostrati alquanto inefficaci, o a costose reti di protezione intorno alle colture.

5) Lotta biologica. Gli insetti sono una cosa seria. Basta pensare alla moria di api per colpa dei pesticidi e all’invasione di cavallette nel Nuorese in Sardegna. Il Governo in questi giorni dovrebbe preparare il Decreto per dare il via sul territorio nazionale e in particolare al Nord, a una guerra “intelligente”, combattuta tra insetti orientali. Da una parte le Vespe Samurai, contro le Cimici Marmorate Asiatiche. Una guerra biologica, moderna nel vero senso della parola, che prevede di introdurre un insetto antagonista di un altro insetto nel tentativo di bloccarne o eliminarne la diffusione, già sperimentata nel caso del Castagno. Una guerra che non è detto sia innocua e senza conseguenze. La vespa è ghiotta di uova della cimice e non si sa di quali specie autoctone di insetti. A priori non si conosce come si comporterà in Italia, nel cuore del Mediterraneo e su quali altre uova e su quale altra fauna porterà la sua attenzione. Un fatto è certo: grazie alla Samurai le vespe forse diventeranno più simpatiche.

6) C’è Vespa e Vespa. Le dimensioni sono minime. Un millimetro di grandezza. Praticamente tre volte meno di una zanzara tigre. Alle persone è quasi invisibile, per questo non dovrebbe fare paura come le vespe tradizionali. Nulla a che vedere con la Vespa Velutina, cioè con il Calabrone Asiatico, che costituisce una serie minaccia per l’apicoltura italiana perché la sua dieta è costituita in gran parte di api che cattura in prossimità degli alveari. N.B. La Vespa Velutina o Calabrone asiatico, non ha nulla a che vedere con la Vespa Orientalis, ovvero col Calabrone Orientale, il cui morso è pericolo per le persone.

7) “L’odiosa” Cimice. La Cimice asiatica di per sé non è pericolosa per l’essere umano, ma è molto dannosa per l’agricoltura. E’ considerata ‘infestante’ per colpa del numero impressionante di individui diffusi in città e soprattutto in campagna, dovuto all’assenza di animali predatori e di efficaci insetticidi. I danni sono provocati nel momento in cui si nutre di frutta e verdura. La sua saliva, inoculata dall’apparato boccale per assimilare la clorofilla, provoca reazioni biochimiche che distruggono i tessuti dei frutti, mandandoli in necrosi e riducendone la qualità. Per la cimice asiatica vale comunque l’antico detto napoletano Ogni Scarrafone è bello a mamma sua”.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 15 giugno 2019.   

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