Santena, a fine anno cambiano le regole per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Cosa succederà nel chierese?

SANTENA  – 21 agosto 2019 – A fine anno cambierà il quadro normativo di riferimento per l’accoglienza diffusa di richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale. Le variazioni arriveranno con l’entrata in vigore del cosiddetto “Decreto Sicurezza”. Ci sono meno risorse. In tutto il chierese, a oggi sono accolti 190 migranti.

La nuova normativa ha modificato in modo sostanziale gli obiettivi della prima accoglienza in capo alle Prefetture, limitando i servizi erogati alla mera assistenza alberghiera – vitto, alloggio e erogazione del pocket money –, distinguendoli nettamente dagli obiettivi della seconda accoglienza, riservata ai minori e ai titolari di protezione internazionale, ora in capo al sistema Siproimi, Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati, al quale viene attribuito l’onere di erogare i servizi finalizzati all’integrazione e all’inserimento sociale e lavorativo dei titolari di protezione internazionale. In sostanza il Decreto sicurezza ha il velenoso effetto di ridurre drasticamente l’ammontare dei compensi, da erogare: si passa da un limite massimo di euro 35 al giorno per persona, a euro 21,32, un taglio netto di oltre 13 eur.

Il 23 luglio scorso la Prefettura di Torino ha convocato un incontro cui hanno partecipato il Cssac e gli altri enti gestori che attualmente hanno in corso interventi sulla base di uno specifico Protocollo, sottoscritto con la Prefettura di Torino. Un incontro finalizzato a conoscere e chiarire le condizioni per la prosecuzione, da parte di Comuni ed enti gestori, degli interventi in atto sul territorio.

Il Prefetto di Torino ha comunicato che l’eventuale proroga a tutto il 2020 del Protocollo siglato potrà avvenire solo applicando integralmente le nuove disposizioni di legge, in particolare le nuove condizioni economiche e di servizio, le quali prevedono un importo massimo erogabile pro die/ pro capite per i servizi di accoglienza di euro 21,32.

Il protocollo sottoscritto dal Consorzio e dalla Prefettura di Torino riguarda 16 comuni consorziati: Arignano, Baldissero Torinese, Cambiano, Chieri, Isolabella, Marentino, Mombello di Torino, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pino Torinese, Poirino, Pralormo, Riva Presso Chieri e Santena. Con la stipula del Protocollo il Consorzio – quale Ente Gestore delle funzioni socio assistenziali – e le Comunità Locali hanno inteso attuare gli interventi relativi a Centri di accoglienza straordinari secondo un principio di corresponsabilità, ricorrendo al sistema della “micro-accoglienza” diffusa nei territori locali, secondo le linee guida della rete Sprar. Il Consorzio, in attuazione degli impegni assunti, ha provveduto ad individuare i soggetti gestori del servizio di accoglienza sul territorio consortile mediante gara, per il periodo dal 1° agosto 2018 al 31 dicembre 2019.

Questi problemi sono stati affrontati dall’assemblea generale del Cssac, Consozio dei servizi socio-assistenziali del chierese, riunita a fine luglio, il cui verbale fa presente che “A quasi un anno dall’avvio delle attività, si può ritenere che l’esperienza fin qui realizzata sia ampiamente positiva sia per i risultati ottenuti, sia per il grado di integrazione realizzato nelle comunità locali interessate dall’accoglienza anche grazie alla rete di relazioni che si sono sviluppate, sia per aver prevenuto i fenomeni di impatto sociale verificatisi in altri territori. Il termine di conclusione delle attività resta attualmente fissato al 31 dicembre 2019”.

L’assemblea generale del Consorzio dei servizi socio-assistenziali del chierese, nella seduta del 31 luglio scorso, ha approvato un documento in cui si ricorda che “le nuove disposizioni di legge di fatto ridimensionano fortemente il sistema Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, mettendo così in crisi l’intero impianto che questo territorio si è dato per la gestione della presenza di stranieri conseguente al fenomeno migratorio, ispirato ai principi e ai valori dell’integrazione e volto a prevenire fenomeni di disomogenea e iniqua distribuzione delle presenze”.

Ancora l’assemblea rileva che “la sensibile riduzione delle risorse riconoscibili per la gestione dell’accoglienza rende pressoché impossibile la prosecuzione dei rapporti contrattuali in atto oltre il termine di scadenza contrattuale. Infatti gli obblighi da dedurre nell’eventuale nuovo contratto, accessorio a quello principale previsto tra il Consorzio e gli operatori individuati a mezzo dell’Accordo quadro, risulterebbero modificati in modo sostanziale, tanto da dare vita a un diverso oggetto contrattuale in relazione: o ai servizi minimi garantiti, richiesti all’esecutore sulla base dei nuovi e ridotti contenuti dell’accoglienza previsti dal Decreto Sicurezza; o ai valori economici dei costi ammessi a rimborso in favore degli operatori, non più adeguati alle prestazioni richieste in sede di gara e tali da alterare l’equilibrio economico del contratto”.Sempre il documento approvato dall’assemblea ricorda che “Allo stato non appare configurabile un ‘rinnovo’ con gli attuali operatori in quanto sulla base delle nuove disposizioni legislative si dovranno attuare prestazioni diverse e a contenuti economici diversi”.

Dopo queste premesse l’assemblea ha deliberato un atto di indirizzo che prevede:
–la proroga dell’attuale Protocollo d’Intesa;
–la prosecuzione, per le finalità in questione, della collaborazione con i vari attori, istituzionali e non, del territorio;
–di orientare gli interventi professionali dei servizi consortili in modo da fornire adeguato supporto a sostegno dei soggetti richiedenti asilo sulla base dei compiti istituzionali di questo ente”.

Tra gli interventi Gianni Ghio, presidente del Consorzio, ha informato che si sta valutando la possibilità di attivare gli stessi servizi a un costo di 21 euro e ha dichiarato “il proprio rammarico nel dover chiudere questa positiva esperienza e gli stessi contratti in corso”. Al termine della discussione l’assemblea generale del Consorzio socio assistenziale del chierese ha approvato, all’unanimità, un documento che prevede:
–1) di fornire alla struttura organizzativa del Consorzio i seguenti indirizzi:
–RILEVARE che alla luce dei mutamenti intervenuti per effetto del cosiddetto “Decreto Sicurezza” questo ente non potrà procedere alla proroga del “Protocollo di intesa tra la Prefettura di Torino, il Cssac ed i Comuni Consorziati per l’accoglienza diffusa di richiedenti e titolari di protezione internazionale” sottoscritto in data 7 febbraio 2018 tra il Consorzio, la Prefettura di Torino – Ufficio Territoriale del Governo e i comuni di Arignano, Baldissero Torinese, Cambiano, Chieri, Isolabella, Marentino, Mombello di Torino, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pino Torinese, Poirino, Pralormo, Riva presso Chieri e Santena, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2019;
–DARE ATTO, conseguentemente, che i contratti in essere con gli operatori economici individuati a mezzo di Accordo Quadro-Convenzione per i servizi di accoglienza ed assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale sul territorio consortile, non potranno essere rinnovati né formare oggetto di “ripetizione di servizio analogo”;
–DARE ATTO altresì che le nuove condizioni economiche e di servizio introdotte con le norme del suddetto Decreto Sicurezza non siano compatibili con gli obiettivi che avevano ispirato la stesura del Protocollo, cioè la promozione e la facilitazione di processi di integrazione dei richiedenti asilo attraverso un governo territoriale del fenomeno, tramite il sistema dell’accoglienza diffusa , in sintonia con i principi ed i metodi del sistema Sprar;
–STABILIRE che potrà procedersi alla proroga di durata del vigente Protocollo solo laddove la Prefettura di Torino confermasse integralmente le condizioni progettuali, gli indirizzi operativi di accoglienza ed i contenuti economici previsti dall’attuale Protocollo; –ADERIRE, qualora sussistano i presupposti e non appena si conosceranno le condizioni poste dal Ministero dell’Interno, al nuovo sistema Siproimi per la seconda accoglienza, al fine di garantire ai cittadini titolari di protezione internazionale, con particolare riferimento alle persone che hanno effettuato un precorso di prima accoglienza sul territorio consortile, una progettualità volta a favorirne l’inserimento sociale e lavorativo;
–PROSEGUIRE in ogni caso con le attività della rete ad oggi costituita tra gli enti (Cssac e Comuni ), le Associazioni, il Terzo Settore, le realtà produttive del territorio ed i privati cittadini al fine di fornire ogni opportuno supporto, anche attraverso azioni di volontariato, a sostegno dei cittadini ospiti dei Cas, Centri di accoglienza straordinaria, anche qualora, a decorrere dalla data di scadenza dell’attuale Protocollo, la gestione dei servizi di prima accoglienza fosse ricondotta esclusivamente in capo alla Prefettura di Torino.
–METTERE la propria struttura tecnico professionale e i propri servizi a disposizione dei richiedenti asilo, con priorità rivolta ai cittadini fragili, alle famiglie ed ai minori, sulla base delle normative vigenti e delle risorse disponibili;
–2) Di esprimere giudizio positivo in merito agli interventi fino ad oggi attuati in collaborazione con gli operatori economici gestori degli interventi di accoglienza, le amministrazioni comunali, la rete associativa territoriale, le risorse produttive ed i cittadini stessi, con particolare riferimento ai residenti nei territori ove sono collocati centri di accoglienza.

L’atto di indirizzo è stato approvato all’unanimità. A fine anno si vedrà quanto succederà sul nostro territorio in merito ai richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

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