Leopardi, l’Infinito e l’Incognita di Cavour. Puntata 201

SANTENA – 28 dicembre 2019 – Leopardi è il sale del Risorgimento d’Italia. Cavour e Leopardi sono più vicini di quanto si pensi. L’incognita, amica e amante di Camillo Cavour, era soprannominata “Leopardina”.


Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

Poesia, “L’infinito” di Giacomo Leopardi, 1819.

Giacomo Leopardi

L’Infinito ha duecento anni e non li dimostra. E’ il più conosciuto canto di Leopardi, l’illuminista, uno dei massimi pensatori italiani ed europei. L’intellettuale che ha avuto un ruolo centrale nella formazione delle coscienze, dal Risorgimento ad oggi. Nell’idea degli Stati Uniti d’Italia. La bellezza della prosa non deve fuorviare l’attenzione dei giovani Italiani.

Il Recanatese è stato poco considerato nel 1911, Cinquantenario dell’Unità d’Italia e nel 1961, Centenario dell’Unificazione. Così è successo anche nel 2011, in occasione del Centocinquantesimo dall’Italia unita e tutto lascia intendere che anche nel 2020, Centocinquantesimo della fine del potere temporale del Papa su Roma e sul Lazio, l’opera di questo scomodo, censurato e rivoluzionario pensatore rimarrà in un angolo.

Anna Schiaffino Giustiniani

Un rimedio lo potrebbe porre il Castello di Santena, data la presenza dello spirito di Camillo Cavour. Sia per la parte che concerne al Risorgimento, sia per quella che riguarda la passione di una donna fondamentale nella formazione e nella vita di Camillo Cavour.

Leopardi è infatti la figura presa come riferimento dall’amico Pietro Giordani, per dare il soprannome di “Leopardina” all’amica-amante di Camillo Cavour, Anna Schiaffino Giustiniani, l’Incognita, come riportato ne “ La giovinezza del Conte di Cavour” di Francesco Ruffini, in Biblioteca di Storia Contemporanea- N.5. Fratelli Bocca Editori, 1912.

Ricordando a Santena Giacomo Leopardi, si porrebbe rimedio a una voluta dimenticanza nazionale che dura da secoli. Il “ Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’ Italiani” scritto nel 1824 ma pubblicato solo nel 1906, potrebbe essere lo spunto. Il capolavoro tratta del disagio e dell’indifferenza di sentirsi italiani e delle diversità con le altre nazioni europee nel periodo della Restaurazione. Un testo stimolante, quanto mai attuale, che vale la pena di essere studiato nel momento in cui gli Italiani devono dare il loro contributo per costruire la fiducia nella identificazione unitaria europea.

Parlando degli Italiani del primo Ottocento Giacomo Leopardi individuava, tra i ritardi nella costruzione dello Stato unitario, non solo il localismo e la presenza ingombrante della Chiesa. Accanto ad essi poneva pure l’individualismo, l’indifferenza, il cinismo, i caratteri e i costumi degli Italiani. Elementi che impedivano di stare al passo con la trasformazione economica e sociale allora in atto in Francia, Gran Bretagna e Germania.

Da illuminista, guardava alla società in cui i nuovi ceti sociali esprimevano nuovi interessi che esigevano una nuova società, governata da uno Stato unitario capace di dare risposte all’emergere dell’interesse pubblico e dell’utilità comune. Come gli uomini del Risorgimento, Leopardi era attento alla politica, alla scienza e in particolare  alla organizzazione che avrebbe assunto la società.

Una visione nuova e rivoluzionaria, maturata dallo studio di Machiavelli, Montesquieu e Tocqueville, autori amati da Camillo Cavour e pure da Anna Giustiniani.

Gino Anchisi da Santena La città di Camillo Cavour, 28 dicembre 2019.

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