Santena: Unesco o non Unesco. Puntata 204

SANTENA – 18 gennaio 2020 – Il Piano regolatore deve puntare in alto. Il Castello di Grinzane è uno dei sei componenti del Sito Unesco Langhe-Roero e Monferrato. Santena deve ancora intrecciare Sito Unesco, Castello, Paesaggio, Distretto del Cibo, Asparagi e ortaggi. 40anni, anzi 60anni, di ritardo.

Castello Grinzane Cavour

Camillo Cavour sarà contento. Due paesi in cui si è formato come agronomo, politico e governante sono riconosciuti come patrimonio dell’Umanità. Molto è dovuto alla sua opera. Bisogna riconoscerlo. Cavour è il personaggio del Risorgimento che stupisce sempre per l’attualità della sua azione in diversi campi.

Sessant’anni fa Grinzane e Santena risultavano tra le principali mete di Italia’61. Nel centenario dell’Unità della Penisola erano sullo stesso piano. Poi è iniziato il sorpasso. Oggi, il distacco turistico-culturale-sociale è enorme. Le risorse più importanti di una comunità, terra, paesaggio e persone hanno fatto la differenza.

Il paragone Santena-Grinzane Cavour aiuta a riflettere. Davanti ai numeri del turismo raggiunti dal comune delle Langhe, chi ha un minimo di intelletto capisce cosa bisogna fare. 50.000 biglietti staccati per la visita del Castello di Grinzane nel 2019 e 125.000 presenze di turisti nell’ambito del territorio comunale sono un grosso risultato. Dovuto a ciò che è stato fatto dal 1961 in poi. Il resto l’ha fatto l’essere patrimonio Unesco dal 2014. Numeri sensazionali, che darebbero uno scrollone all’economia santenese, che coprirebbero pure i costi di gestione del Castello Cavour di Santena.

Santena oggi ha l’occasione per recuperare il ritardo. Lo può fare mettendo mano al governo del territorio, a partire dal Piano regolatore. Infatti, il costoso strumento di governo del territorio ha senso se è concepito come elemento per allineare la città al tempo e agli interessi che emergono al suo interno.

Oggi il Piano dovrebbe innanzitutto integrare l’abitato di Santena con il bene culturale di livello mondiale che ha la fortuna di ospitare. Tanto più che, finiti i lavori di ristrutturazione e consolidamento, il Complesso cavouriano è pronto per essere riaperto al pubblico utilizzo. In questo 2020 ci sono dunque le condizioni per fare il salto di qualità. Santena potrebbe diventare un tutt’uno di interesse culturale, paesaggistico, artistico e storico. Purtroppo, su ciò pesa la sottovalutazione di ciò che significa per il Castello Cavour il riconoscimento da parte dell’Unesco.

Che la strada da seguire sia la qualità del contesto è evidente. Il problema è come arrivarci. Il Comune di Santena ha avuto un’intuizione. Ma la Bandiera Arancione sembra si sia persa per strada. Avere il Castello, il Parco, gli Archivi, la Tomba di Cavour e la Cascina Nuova inseriti tra i siti Unesco, riconosciuti patrimonio dell’umanità, comporta l’obbligo di adeguare tutto il resto a questa favorevole dimensione.

Bisogna riordinare il resto. Composto da una parte, da un’urbanizzazione e viabilità inadeguate, dall’altra  da un superbo paesaggio rurale, da una fortunata collocazione logistica e da una florida orticoltura che si dilatano alla zona Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana Torinese.

Come fare? Intanto si può copiare da Grinzane Cavour. Un esempio da manuale di cosa significa integrare beni culturali, beni paesaggistici, agricoltura e sistema economico. Poi ci sono come riferimenti la Convenzione Europea del Paesaggio e il Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, Berlusconi-Urbani del 2004 e smi. Due strumenti normativi rivolti alla pubblica fruizione, alla valorizzazione, salvaguardia, tutela, conservazione, accessibilità, promozione e accoglienza.

La Langa del Barolo/

Un ulteriore esempio cui fare riferimento sono infine le linee guida per il sito Unesco dei Paesaggi vitivinicoli del Piemonte, Langhe-Roero e Monferrato. Di cui il Castello di Grinzane Cavour è, non a caso, uno dei sei componenti.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 18 gennaio 2020

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