Santena arrivano gli Asparagi. Puntata 217

SANTENA – 5 aprile 2020 – L’iniziativa di Baldi e Cirio fa sperare. Domanda e offerta adesso sono geograficamente distanti. La piccola dimensione è un limite. Un danno per tutti se domani si perdesse la vendita diretta in cascina per famiglie e ristoranti. Quest’anno consegne a domicilio e alla rete agroalimentare.

Sono arrivati. Chi vuole può prenotare. I primi, rari, tenerissimi, coraggiosi germogli spuntano qua e là nel campo, sfidando il freddo della notte. Nell’ora decisa dalla dea Natura, l’asparago, il Re della tavola di Primavera si presenta, pronto a soddisfare i buongustai.

La vita continua, indifferente alle grane degli umani. Quando ciliegi, peschi, albicocchi, peri, pruni sono in fiore, l’asparago è il primo a spuntare in campo. Pronto a perpetrare la specie e, in subordine, ad essere mangiato.

Quest’anno però c’è la sorpresa del submicroscopico Corona virus. Gli appassionati, sempre pronti a correre in cascina, devono restare in casa per evitare la diffusione della mortale polmonite. I clienti sono bloccati, impossibilitati a muoversi fuori le piccole o grandi mura domestiche e fuori dai confini. Confini ristretti per chi vive in piccoli Comuni. Ampi per gli abitanti di città e capoluoghi. La libera circolazione delle persone e delle merci sancita dal Trattato di Schengen giustamente è sospesa. Non già per l’immigrazione extraeuropea dei barconi o della via dei Balcani, ma per la morte che corre invisibile sull’onda del respiro.

Alberto Cirio

Gli sbarramenti non riguardano solo le frontiere tra gli Stati e le Regioni ma anche i confini dei Comuni. I muri, materiali e immateriali, usati per separare etnie, interessi, religioni e popoli ora sono risorti per difendere la salute fisica delle persone. Solo quando verrà il tempo in cui dovranno essere tolti si vedrà come sarà la nuova società del dopo spavento. Per ora sappiamo che il coprifuoco non è finito. Durerà ancora. Chi dice fino a maggio, chi oltre.

Marco Protopapa

Per il germoglio d’asparago, si sa, i tempi sono stretti. Ai primi di giugno la stagione termina. E ciò vale anche per il mercato dei beni alimentari. Qui, dove si coltivano, l’offerta di asparagi è alta. Ben oltre la domanda dei diecimila possibili consumatori santenesi. Di là, dove c’è una domanda potenziale di due milioni di persone, l’offerta deve cambiare le modalità di conferimento. I due canali tradizionali, la vendita diretta in cascina, tranne quella per i concittadini, e la fornitura dei ristoranti sono off-limits. Il rischio di avere dell’invenduto è plausibile. Nonostante la vicinanza, le limitazioni alla circolazione delle persone complicano l’incontro tra domanda e offerta. Per risolvere questo problema le aziende agricole dell’Associazione Produttori dell’Asparago di Santena e del Pianalto si sono organizzate. Faranno le consegne a domicilio. Agli agricoltori è infatti concesso di poter commercializzare i loro prodotti. Ben accetti sono i gruppi di acquisto solidale e quelli di condominio o amicali. Alcune cascine inoltre sono collegate al mercato all’ingrosso. Altre con aziende e negozi che fanno consegne su prenotazione.

Ugo Baldi

Nel frattempo si spera in una mano dalla Grande Distribuzione e dai Supermercati. La lettera del Sindaco, Ugo Baldi, anche a nome dei suoi colleghi della Zona Chierese-Carmagnolese, indirizzata al Presidente della Regione, Cirio e all’Assessore al Cibo e Agricoltura, Marco Protopapa ha raccolto un primo segnale di disponibilità. Adesso si attende di vedere se l’intervento delle istituzioni convincerà i supermercati del Piemonte a dare una mano concreta e solidale alle piccole aziende agricole piemontesi.  Forse è un sogno. Un’utopia stile “l’uomo Del Monte ha detto sì!”. Però… Una soluzione sarebbe un segnale importante perché l’appello dei Sindaci e della Regione non si limita ai soli asparagi ma all’ortofrutta, il comparto nutrizionale e salutistico in cui è specializzata la Zona Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana Torinese.

Infine, un appello ai Santenesi, affezionati agli asparagi coltivati nel loro territorio. Ai quali si chiede di aumentare entro i limiti del possibile i loro consumi e in più di farsi promotori presso amici e parenti che vivono altrove perché si organizzino, chiedendo le consegne a domicilio.

Gino Anchisi
da Santena La città di Camillo Cavour, 5 aprile 2020.

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