Farm to Fork nel 159° dell’Italia Unita. Puntata 225.

SANTENA – 30 maggio 2020 – Strategie che sarebbero piaciute a Camillo Cavour. European Green Deal e Farm to Fork: un’occasione per parlare seriamente di agricoltura e non di amenità. Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese per salire sul treno europeo. Dopo il Covid-19 ci vogliono cure e tutele nuove per l’agricoltura, per la salute, per la società.

Camillo Cavour

Nel 159° anniversario della sorprendente scomparsa di Camillo Cavour (10 agosto 1810-6 giugno 1861) giungono notizie potenzialmente buone per l’area in cui il grande Statista dalla  visione europea si è formato all’imprenditorialità e alla politica.

La Zona Chierese-Carmagnolese oggi ha una grande opportunità. E’ l’area della Città Metropolitana che più “facilmente” si inquadra nella nuova strategia Farm to Fork per l’agrobiodiversità, la tutela degli ecosistemi, l’accorciamento delle filiere, il cibo pulito, l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica. Farm to Fork si traduce “dalla fattoria alla tavola”, “dal campo alla forchetta”. In sostanza, una scelta politica voluta dall’Europa per mettere in diretto collegamento il produttore col consumatore, nel tentativo di correggere le distorsioni di un mercato sregolato e la devastazione culturale delle monocolture. I dati FAO fanno riflettere. Il 75% del cibo consumato a livello mondiale proviene da sole 12 specie vegetali e da cinque specie animali.

Farm to Fork è una scelta che ben si presta all’orticoltura e frutticoltura del Chierese-Carmagnolese. Dove, da sempre, si pratica la vendita diretta in cascina di asparagi, peperoni, ciliegie, zucchine, piselli, insalate, cavoli e altri ortaggi coltivati in quella che è la green zone, la zona verde per eccellenza della Città Metropolitana. L’area dove si produce cibo fresco, sano, salutare, tracciabile, genuino, saporito, che nutre la comunità del Torinese. Una green zone all’avanguardia nella produzione di carni e latticini di qualità dove, amenità a parte, si produce prezioso concime organico naturale (letame) per l’orticoltura sostenibile.

I primi passi mossi nella costruzione del Distretto del Cibo sono il punto di partenza per inserirsi nelle nuove politiche agricole-rurali-ambientali dell’Unione Europea 2021-2030.

I tempi sono stretti. Il 2021 è alle porte. Fondamentale sarà il ruolo delle aziende agricole, dell’agroalimentare, dell’agroindustria, dei Comuni, della Città Metropolitana e soprattutto della Regione, visto che la politica agricola transita dalle stanze della politica regionale. Il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) del Piemonte è infatti lo strumento finanziario di attuazione della PAC (Politica Agricola Comune) e dei Piani nazionali.

Con la depressione dell’auto, con il calo della produttività nel pubblico e nel privato e dopo il Corona virus una cosa è certa. Il Chierese-Carmagnolese, la Città Metropolitana e la Regione non possono più vivacchiare, come si è fatto dagli anni Settanta in poi, sperando che la collocazione logistica o altri guidino lo sviluppo. Adesso devono muoversi per non perdere questo nuovo treno. Possono, poggiando sulla logistica, creare ricchezza e lavoro puntando sull’agricoltura, sull’agroalimentare, sull’agroindustria e comparti connessi, con ciò favorendo la riconversione di parte delle coltivazioni e delle aziende del territorio.

Parlare di politica agricola e di biodiversità per la Città Metropolitana e il Piemonte significa ragionare sulla crescita economica di una comunità di oltre duemilioni di persone. Crescita sociale che necessariamente ha le sue basi nella tutela ambientale, nel paesaggio rurale, nella sostenibilità, nel corretto utilizzo del suolo e delle colture, nella riduzione dell’inquinamento, nel fare orticoltura pulita, nel ringiovanimento degli imprenditori e lavoratori agricoli, nel garantire redditività alle aziende.

Sul modo in cui strutturare il Distretto del Cibo c’è da scegliere tra tanti modelli, che si possono copiare scorrendo un buon motore di ricerca. Ai rappresentanti eletti dai cittadini nelle istituzioni spetta prendere la decisione.

P.S. Sabato 6 giugno 2020, anniversario della morte di Camillo Cavour. Considerato che la cerimonia, unica a livello nazionale in ricordo della prematura scomparsa del Contadino-Tessitore, si svolgerà in forma ridotta, profittiamo per dedicare un pensiero ai nostri antenati, iniziando dai suoi contemporanei per arrivare ai giorni nostri. L’esercizio della memoria è il miglior modo per ricordare coloro che dal Risorgimento in poi hanno contribuito a rendere l’Italia e l’Europa uno dei territori tra i più fortunati del Globo. 

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 30 maggio 2020.

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