Santena, 21 ottobre, riapre la scuola per straniere/i. Puntata 284

SANTENA – 17 ottobre 2021 – E’ una “Scuola Internazionale di lingua pratica italiana”, fiore all’occhiello di Santena. Camillo Cavour ne sarebbe orgoglioso, visto il suo apprezzamento per gli immigrati considerati forza innovativa e propulsiva per le comunità in cui si inseriscono. Grazie a Rosaria, Camilla, Piera, Wilma, Anna, Maria Teresa, Vera, Angiola, Ornella, Assunta e Claudia.

Giovedì 21 ottobre, alle ore 9, suonerà la campanella. La sede è accanto al Palazzetto dello sport, nel Centro Giovani, in via Brignole 34. La gestione è curata dai volontari della Associazione Culturale Europa, d’intesa con il Comune.

Allieve, insegnanti e le preziose tate, che hanno cura dei bambini non scolarizzati, da mesi attendono il momento. La scuola è totalmente laica e gratuita. E’ uno dei fiori all’occhiello di Santena. Sarebbe piaciuta a Don Lorenzo Milani e a Gianni Rodari. E pure all’immigrata più famosa di Santena: Filippina di Sales, la nonna di Cavuor, sostenitrice dell’istruzione femminile già ai primi dell’Ottocento. Di sicuro, se la conoscessero, piacerebbe al Presidente Sergio Mattarella, alla Senatrice Liliana Segre e a Papa Francesco. Fosse collocata a Roma, a Torino o a Milano le televisioni e i giornali ne parlerebbero tutti i giorni. Qui in provincia invece, si fa poco salotto e tanta praticità per superare le frontiere dei preconcetti, delle omissioni, del razzismo, della burocrazia e della lingua. E’ una scuola vitale, in cui si evitano la retorica e la cialtroneria.

Con sé ogni allieva porta il problema della sicurezza del lavoro e della casa: elementi fondamentali per raggiungere l’attesa cittadinanza italiana ed europea. Il livello delle conoscenze è congeniato perché sia utile a loro e alle loro famiglie. Si insegnano tante materie teoriche e pratiche necessarie alla vita quotidiana, alla convivenza e a farsi una cultura. Per questo la definizione più giusta è “Scuola Internazionale di lingua pratica Italiana” di Santena. Perché da quando ha iniziato l’attività, nel 2015, l’hanno frequentata donne del Sud America, dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa e dell’Unione Europea.

Santena, palazzetto dello Sport Sergio Pininfarina, PalaSer

La scuola non è isolata. E’ inserita nella comunità più di quanto si creda. E’ parte integrante di una rete di servizi che coinvolge tutta Santena. Le volontarie e i volontari dell’Associazione Europa e alcune allieve sono state e sono attive anche in altre associazioni. Si è creato un circolo fantastico che spazia dalle scuole materna, elementare e media, alle attività di aiuto e sostegno famigliare, all’interpretariato in diverse lingue. Dalle attività culturali, ai servizi sanitari, fino allo svolgimento delle pratiche per i permessi di soggiorno e per la cittadinanza. La scuola va ben oltre l’accoglienza. Qui si pratica l’integrazione sociale erogando un servizio di alta qualità. Tutto nasce dalla consapevolezza che la forestiera, turista o immigrata che sia, è un dono per la comunità che la ospita. Certo fra loro c’è differenza. La turista viene da fuori, non ha un’abitazione fissa, non pratica un lavoro, spende e consuma per il tempo in cui si ferma nel luogo. L’immigrata invece deve avere un domicilio, accudire la famiglia e fare un lavoro, possibilmente non in nero, in modo da poter acquisire la cittadinanza. Spesso ha figli piccoli e lavori ancor più precari del compagno di vita. Spende, consuma e opera stabilmente dentro la comunità.  Per i Cristiani è facile comprendere il perché “Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio” (Levitico 19,34). I Cattolici sono ancor più facilitati perché credono, forse non tutti, di essere in viaggio verso un’altra vita.  E’ scritto a chiare lettere nella preghiera “Salve Regina”: “….Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù….”.  Il significato è chiaro. Su questa terra siamo tutti di passaggio, tutti estranei. Del resto per i Santenesi, laici, cristiani, agnostici o atei, l’essere forestieri è uno degli elementi identitari. Questa è da sempre terra di transito. Già lo era per gli uomini preistorici. Poi per i Romani, attraversata com’è dalla via Fulvia, la grande carrabile francigena che collegava e collega Roma alla Pianura Padana, alla terra dei Franchi, al Nord Europa e alla Britannia. Caratteristica confermata nel Medioevo, nel Rinascimento, nell’età dei Lumi e nel Risorgimento. Rafforzata nel Novecento con l’immigrazione dall’Est e dal Sud-Italia e ribadita nel Terzo millennio con lo sviluppo della logistica. Forte del passato e del presente, il Dna della comunità santenese è costituito in buona parte dall’essere foresti. Basta scorrere le schede delle anagrafi parrocchiale e comunale. Per questo l’accoglienza e l’integrazione dell’estraneo è una delle sue caratteristiche.

E adesso che succede? Claudia Tosco, presidente dell’Associazione Europa, precisa: “Abbiamo ricontattato il CPIA per riprendere (dopo la brusca interruzione del 20 febbraio 2020 causa COVID ndr.) le attività, nella speranza di portare avanti il progetto PETRARCA che permette di ottenere le certificazioni  A1 – A2 – B1 che servono per il permesso di soggiorno  o la cittadinanza”.

Le volontarie che lavorano nella scuola sono: Rosaria, Camilla, Piera, Wilma, Anna, Maria Teresa, Vera, Angiola, Ornella, Assunta, Claudia.

Per informazioni: il giovedì, alle ore 9.00, al Centro Giovani, oppure chiedere in Municipio.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 17 ottobre 2021.