25 anni fa Santena rischiò grosso. Puntata 290

SANTENA – 28 novembre 2021 – Nel 1996, dopo un decennio, riaprivano il Parco, il Castello e la Tomba di Camillo Cavour. Il merito è dei volontari dell’Associazione Amici, della Fondazione Cavour e della città di Santena.  Quest’anno si festeggia il miracoloso recupero, frutto di uno scatto d’orgoglio e degli asparagi.

Santena, parco e castello Cavour, 21 novembre 2021

Adesso stanno bene. Venticinque anni fa, invece, erano malmessi. Il Museo Cavouriano allestito da Maria Avetta per Italia ‘61 era smantellato. Il Parco interdetto al pubblico. Chiusi la Tomba, monumento nazionale e il Castello con la Casa Museo. Da un decennio erano non accessibili al pubblico. I soldi scarseggiavano. Tanti italiani ne disprezzavano i contenuti. Alcuni ritenendoli inutili e dannosi, li volevano derubricare.

Col senno di poi si può ben dire che per Santena, per il Chierese-Carmagnolese, per Torino, per il Piemonte e per l’Italia perdere il Castello sarebbe stata una grossa sconfitta. Uno dei luoghi più importanti della memoria patria ed europea stava morendo. Con esso rischiava di sparire il ricordo dei sacrifici e delle opere compiute dalle generazioni che hanno fatto grande l’Italia finora. Santena e il Museo sono molto di più di ciò che appare a prima vista. Perché nel Castello e nel contesto che lo racchiude, è condensata la storia degli italiani e delle italiane dall’Ottocento fino ai giorni nostri.

Essere usciti dagli anni bui degli Ottanta e Novanta del Novecento è stata una fortuna. Il disinteresse per il Castello Cavour, oltre che imbarazzante, diventava il simbolo di un’Italia in declino, disattenta al lavoro, alla produttività delle imprese e dei servizi pubblici. Santena seppe risorgere da quel pantano mettendo in campo nuove energie. Due anni prima l’alluvione del 1994 aveva attraversato mezza città. La Banna era uscita dagli argini, riprendendo il suo corso centimillenario. L’alluvione fece molti danni ma suscitò un moto di riscatto e d’orgoglio. La città di Camillo Cavour non poteva languire nel ricordo del fango. Nel 1996 nacque l’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour. Una scommessa sulla utilità e sugli interessi che il patrimonio culturale avrebbe messo in moto. Puntare sulla cultura fu la carta vincente. A maggio del 1996, forzando la mano, i volontari dell’Associazione Amici d’intesa con la Fondazione Cavour riaprirono alle visite guidate il Castello Cavour. Fu un successo. Molti Santenesi si iscrissero all’Associazione. Tanti si resero disponibili per fare le guide e gli accompagnatori volontari. Una cosa è certa, senza l’impegno dei volontari il Castello, il Parco e la Tomba sarebbero ancora chiusi.

Ricordare ciò che accadde 25 anni fa è doveroso e giusto. Così com’è necessario guardare avanti puntando sulle potenzialità offerte dal patrimonio culturale che la città ha la fortuna di ospitare. La comunità di Santena sta dando prova di avere assimilato bene lo spirito d’iniziativa cavouriano. Lo dimostrano le manifestazioni di rilievo nazionale del 17 marzo, del 6 giugno e del 20 settembre. Le numerose attività realizzate, a partire dagli incontri-conferenze avviati nel 1997.  Il successo della Mostra itinerante che iniziò significativamente il suo viaggio nel 2010, a Roma; la capitale in cui Camillo non pose mai piede. La città che apprezzava per la storia plurimillenaria laica e cristiana che essa racchiude.  

Da quelle iniziative, di cui sono stati protagonisti decine di migliaia di Santenesi e di Italiani, sono scaturite tante altre opere. Tra le quali la ristrutturazione delle ex Scuderie e del Castello, per una somma che si è aggirata sui dieci milioni di euro. Non è dunque un caso se oggi giustamente si guarda avanti. Alla costruzione della Scuola di Centrale di Amministrazione per selezionare e preparare meglio la burocrazia pubblica. Alla costituzione del sospirato Distretto del Cibo, per dare un futuro all’agricoltura, all’agroindustria e per dare un senso compiuto alla posizione logistica del territorio del Chierese-Carmagnolese. E ancora alla Tappa del Giro d’Italia prevista il 21 maggio p.v.. Una gara all’acido asparagusico che lascerà traccia. Non solo perché l’asparago è un afrodisiaco.  Ma per chi conosce come fanno la pipì i corridori perché è un alimento che diffonderà un forte e sanificatore profumo sulla strade collinari.

Un Giro gioioso della Collina Chierese che apre una prospettiva diversa nel rapporto tra la depressa Torino e la dinamica Provincia all’insegna del ricordo dell’opera di Camillo Cavour e dei suoi contemporanei nonché dei suoi asparagi.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 27 novembre 2021