Tutti a scuola chez Camillo. Puntata 293

SANTENA – 18 dicembre 2021 – La Scuola era nel destino. I Benso, gli Alfieri di Sostegno e i Visconti Venosta hanno già fondato e sostenuto l’Istituto di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze. La pandemia da COVID-19 impone riforme e digitalizzazione, tra le prime quella della Pubblica Amministrazione.   

 Foto di gruppo a Palazzo Vidoni, del 16 dicembre, dopo la firma il protocollo d’intesa per realizzare un polo formativo della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Sna) presso il Complesso Cavouriano di Santena

Scelta più significativa non c’è, perché Santena è uno dei luoghi più importanti della memoria patria. Senza offesa, più importante per storia, cultura e paesaggio della stessa Venaria Reale (vedi Rosso Santena 24/10/2020 n. 240).

Il polo formativo del Nord-Ovest della SNA, Scuola Nazionale dell’Amministrazione, non poteva trovare collocazione più appropriata del Castello Cavour. Un tocco di classe del Governo di Mario Draghi – Premio Nazionale Camillo Cavour 2016 – messo a segno dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Per farlo verranno usati i fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato dall’Europa per affrontare le trasformazioni conseguenti alla Pandemia da COVID-19. Le aule saranno nel Castello e nella Cascina Nuova, costo di partenza previsto, 5 milioni di euro.

L’Italia di Draghi dimostra la volontà di collocarsi da protagonista nella formazione degli Stati Uniti d’Europa. Avere un’amministrazione pubblica, cioè una burocrazia, al passo con i tempi, capace di erogare servizi produttivi ai cittadini e alle imprese è una missione quasi impossibile. Non per chi è cavouriano. Riformare la P.A. equivale a immettere nelle persone nuovo spirito di servizio e innovare l’organizzazione del lavoro utilizzando le tecnologie informatiche. Significa fare una rivoluzione per cambiare alla radice il ruolo, la funzione, la velocità e l’organizzazione della burocrazia e il suo rapporto con i rappresentanti eletti dal popolo. Un’operazione complessa, equivalente per portata alle rivoluzionarie decisioni prese da Cavour e dai suoi contemporanei nel non lontano 1857. Quando fu avviata la riorganizzazione dei Porti di Genova e di La Spezia per utilizzarli al servizio dello sviluppo del sistema economico e sociale del Regno di Sardegna e della Pianura Padana. Un riordino allineato con l’avvio dei lavori dello scavo del Frejus. Il Tunnel più lungo al Mondo, scavato nella viva roccia utilizzando l’energia idraulica per muovere le pompe ad aria compressa. Dove transitava un treno ad alta velocità, che percorreva le Alpi passando dai 5 kmh del mulo ai 50 kmh della locomotiva. Una delle meraviglie del mondo che collegava Torino, Santena, il Pianalto, il Chierese-Carmagnolese alla Francia, al Nord Europa, alla Gran Bretagna, alla Penisola italiana, al Mediterraneo e, tramite il Canale di Suez, all’Africa, all’Oceano Indiano e all’Estremo Oriente.

Allora, finita la Guerra “globale” di Crimea 1856, Camillo e i suoi contemporanei, rompendo gli indugi, collocarono saldamente nel contesto dell’Europa Occidentale lo Stato più progressista e innovatore della Penisola, il Regno di Sardegna. I loro non erano sogni ma azioni concrete che ancora segnano la vita degli Italiani. Oggi come allora, in mezzo alla rivoluzione sociale determinata dalla Pandemia da Covid, l’Italia sta facendo –insieme alla Fondazione Camillo Cavour, allo Stato, alla Regione Piemonte, alla Città di Torino, alla Città di Santena e ai loro rappresentanti (Marco Boglione, Alberto Cirio, Stefano Lo Russo, Ugo Baldi, Claudia Porchietto, Carlo Giacometto e tanti altri (1)– un’operazione straordinaria. Eccezionale per collocare la nostra burocrazia al passo con quella dei popoli del Nord-Europa. Un obiettivo ambizioso per riportare la terra di Dante e di Camillo nel ruolo di protagonista della costruzione dell’Europa unita come ai tempi dei nostri nonni e bisavoli, di Einaudi, De Gasperi, Spinelli, Giovanni Visconti Venosta.

Ancora una volta Cavour ci ha messo del suo.

La presenza della scuola era nell’aria. A Santena si sono vissuti passaggi anticipatori, ancorché poco conosciuti e valorizzati. Il primo vide protagonista la nonna Filippina di Sales, donna dalle straordinarie visioni politiche, quando, insieme all’amica Giulia di Barolo, sostenne la creazione di scuole elementari femminili in tempi in cui si pensava solo all’istruzione dei maschi. Lo stesso Cavour fu fondatore di asili infantili oltre che attento osservatore del suo contemporaneo San Giovanni Bosco, padre della moderna formazione professionale diffusa in tutto il Mondo. Che dire poi di Cesare Alfieri di Sostegno – amico, maestro e parente di Camillo- Ministro dell’istruzione, riformatore dell’Università di Torino e Primo Ministro del Regno di Sardegna nel 1848 dopo l’armistizio Salasco. La Scuola di Amministrazione ricorda assai da vicino il prestigioso Istituto “Cesare Alfieri” di Firenze, oggi Scuola universitaria di Scienze Politiche, voluta dagli eredi e discendenti. Da Giuseppina Benso (2) e da suo marito Carlo Alfieri di Sostegno, figlio di Cesare. Dalle loro figlie Adele e Luisa moglie di Emilio Visconti Venosta. Dai loro figli Carlo, Enrico e Giovanni Visconti Venosta. Una scuola che per alcuni anni ha pure formato la diplomazia Italiana. Un istituto moderno e democratico fondato nel 1871, basato sul superamento del privilegio riservato alla provenienza sociale che ha valorizzato la formazione, la selezione e la meritocrazia nell’aprire l’accesso alle cariche dirigenziali della Pubblica Amministrazione.

E’ proprio vero.  Scelta più eloquente della casa dove si è formato Camillo Cavour non c’è.

Perché l’Italia e l’Europa hanno bisogno di ricostruire la loro macchina amministrativa per essere più produttive, più competitive e più collaborative verso i cittadini e le imprese e nei confronti delle nuove sfide provenienti dalla Cina, Russia, India, U.S.A., Africa, Sud America, Asia e Medio-Oriente.

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(1) tra questi le centinaia di volontari dell’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena che nel 1996 si batterono e ottennero di far riaprire al pubblico il Parco, il Castello e la Tomba dei Benso ormai chiusi e non usufruibili dal 1986. Volontari che oggi festeggiano 25 anni di lavoro e di servizio in favore degli Italiani e della Fondazione Cavour.

 (2) Giuseppina Benso (1831-1888) figlia di Gustavo e nipote di Camillo Cavour, nuora amatissima di Cesare Alfieri di Sostegno.

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Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 18 dicembre 2021