Santena: Amadori compra la Lenti. Puntata 299

SANTENA – 5 febbraio 2022 – Cosa succede per il lavoro, gli investimenti, l’indotto, l’occupazione e gli impianti di via Tetti Giro? Il futuro dello stabilimento Lenti riguarda la comunità, le infrastrutture e il terzo ponte.

Santena, ingresso stabilimento Lenti, 5 febbraio 2022

Come una bomba la notizia è piovuta sulla effervescente città di Camillo Cavour. Lo scoppio, dopo un attimo di spaesamento, ha lasciato spazio all’interrogativo. E’ Lenti ad aver venduto o Amadori ad aver comprato?

La più “antica” delle aziende industriali santenesi, ancora in attività, cambia proprietà. Non è la prima volta che succede nella sua lunga storia. Accadde già nei primi anni Sessanta quando il salumificio Nino Galli di Omegna vendette l’impianto per la macellazione di maiali alla “Attilio Lenti “ che lo trasformò in una moderna industria specializzata nella lavorazione e cottura di prosciutti e di carni. Allora si trattò di un passaggio che, oltre a produrre reddito, aumentò l’occupazione.  Adesso la Lenti-Rugger spa di Santena entra a far parte del gruppo Amadori, quello del pollo. Un’operazione che merita di essere seguita con attenzione da parte della comunità che vive in quello che diventerà il territorio del Distretto del Cibo della Città Metropolitana Torinese. La zona in cui l’agroalimentare e l’agroindustria stanno crescendo sull’onda del successo del cibo made in Italy e della funzione logistica legata alla collocazione geografica sulla rete europea e mediterranea delle grandi infrastrutture stradali e ferroviarie.

Quella di Amadori si aggiunge ad altre operazione. Recenti sono gli insediamenti della Dolceria Alba a Santena  e della Fiorentini a Trofarello. Recentissimo è l’ingresso della Coca Cola nel capitale della Caffè Vergnano. Tre scelte sulle quali hanno influito la logistica, il valore dei marchi e del know how. Tutte e tre rivolte a incrementare il lavoro, gli investimenti, la dimensione e l’occupazione.

Grembiule ditta Attilio Lenti di Santena, anni Sessanta

La vicenda Amadori è differente. La piccola ma prestigiosa Lenti-Rugger, con i suoi 44 milioni di euro entra a far parte di uno dei leader del settore agroalimentare italiano, specializzato nella lavorazione di carni bianche. In dote porta un marchio sinonimo di qualità e bontà; il valore aggiunto rappresentato dalla collocazione logistica strategica sulle direttrici nazionali, mediterranee e europee; l’alta specializzazione nel settore delle carni, dei salumi e dei prosciutti cotti, frutto della capacità innovativa sia sul prodotto sia sul processo produttivo. L’Amadori, al confronto, è un gigante. Con 1,2 miliardi di fatturato, 8.900 collaboratori, 4 mangimifici (più uno in conto lavorazione), 5 incubatoi, 6 stabilimenti di trasformazione e lavorazione, 3 piattaforme logistiche primarie,19 centri di distribuzione in tutta Italia tra filiali e agenzie, 800 allevamenti sia di proprietà che in convenzione, 300 agenti, 360 aziende di trasporto e un notevole indotto lavorativo lungo tutta la filiera.

Ruggero Lenti, amministratore delegato di Rugger Spa, ha significativamente spiegato che “con la cessione al gruppo Amadori si apre l’opportunità di accelerare e rafforzare il processo di crescita avviato con la possibilità di incrementare la distribuzione dei prodotti Lenti su tutto il territorio nazionale attraverso lo sviluppo di importanti sinergie di mercato”.

L’amministratore delegato della Amadori, Francesco Berti, ha dichiarato che l’operazione santenese si inserisce in un piano di 500 milioni di euro che il gruppo intende investire  nella fascia alta dei salumi “Una tappa importante nel percorso di diversificazione e crescita che ci vedrà impegnati nei prossimi anni….nei confronti di una filiera – quella dei suini – che puntiamo a rendere nazionale, integrata e sempre più sostenibile”.

Dando per scontato l’evidente interesse del colosso romagnolo per il marchio e per il know how, si tratta di capire quale sarà il futuro dello stabilimento. Verrà mantenuto com’è adesso con la sua funzione produttiva e logistica? Oppure nei prossimi piani si trasformerà in un impianto solo produttivo o solo logistico? O che altro? Al Comune, alla Città Metropolitana, alle Regione e alle rappresentanze sindacali e politiche spetta il compito di aprire il confronto con l’Amadori per capire quale sarà il futuro dei lavoratori e dell’impianto. E degli investimenti comunali in opere pubbliche, terzo ponte sulla Banna compreso.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 5 febbraio 2022