Santena, cos’è il Chierese-Pianalto-Carmagnolese. Puntata 315

SANTENA – 11 giugno 2022 – Una zona con forti identità che deve risolvere il problema di come farsi identificare. Il Distretto del Cibo dovrebbe servire per fare politica di sostegno all’agricoltura del territorio e per la coltivazione e produzione di cibo genuino, sano, sostenibile e accessibile a tutti.

La riscoperta del paesaggio che fu di Cavour e dei suoi contemporanei torna utile nel momento in cui si cercano gli elementi comuni tra queste tre aree che oggi fanno parte della zona 11 della Città Metropolitana Torinese.

Fra questi i più forti sono:

  • la storica carenza di acqua nel Bacino della Banna che va affrontata con un Contratto di Fiume per ripristinare gli invasi, le peschiere, i torrenti, i rii, i canali, i fossi e per completare il ciclo integrato dell’acqua, visto l’aggravarsi della situazione in seguito ai cambiamenti climatici;
  • il rischio costituito dalle disastrose alluvioni che da sempre hanno invaso i terreni agricoli e le cascine sparse, oltre ai centri abitati e le borgate;  
  • le infrastrutture viarie che dai tempi dei Romani, dei Longobardi e oggi con le autostrade collegavano e collegano il Mediterraneo, l’Est della Pianura Padana, il centro e il Sud Italia, alle Fiandre, alla Germania, alla Gran Bretagna, al Nord Europa, alla Francia e alla Penisola Iberica;
  • la rete ferroviaria locale, interregionale e internazionale nata dalla mitica Torino-Genova (1848-1853) collegata tramite il tunnel del Frejus all’Europa e al Mediterraneo, fino al Canale di Suez e alle Indie;
  • le linee elettriche realizzate per sostenere l’industrializzazione realizzata tra gli anni Cinquanta e Sessanta del ventesimo secolo e oggi utili per affrontare il terzo millennio;
  • la rete di internet via cavo e via satellite;
  • le direttrici di industrializzazione, dei servizi logistici e della grande distribuzione sull’asse Moncalieri-Villanova con i prolungamenti su Villastellone e sul Chierese, e nel Carmagnolese;
  • il sistema di imprese agroindustriali e aziende agricole, singole e associate, specializzato in comparti che talvolta si integrano tra loro: allevamento, latticini, cereali e ortofrutta;
  • la viticoltura praticata nella Collina Chierese, nel Monferrato e nel Roero;
  • la rete dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) con relative associazioni di produttori;
  • le aree protette che uniscono la collina del Chierese, il Pianalto e il Carmagnolese con 3000 ettari di cui: il Parco della Collina di Superga, con Baldissero e Pino Torinese; la Confluenza Po-Banna 164 ha; San Michele di Carmagnola, 227 ha; Po Morto di Carignano, 502 ha; Peschiere e Laghi di Pralormo, 203 ha e… udite udite Stagni dei Favari in territorio di Santena, Villastellone e Poirino, 1843 ha, il cui centro è la cascina del Lai, antica cascina di proprietà dei Benso di Santena;
  • i legami geologici tra la Collina di Chieri, il Monferrato del sud-ovest, l’est Roero che hanno dato la forma attuale all’Altopiano di Poirino e al Bacino della Banna;
  • la presenza di ben due istituti superiori con una sezione Agraria: il Bernardo Vittone –Bonafous di Chieri e il Baldessano-Roccati di Carmagnola.
Bacino del Torrente Banna

Il Bacino idrografico della Banna L’elemento unitario più forte e antico del Chierese-Carmagnolese è innegabilmente il Bacino della Banna. Un anfiteatro fantastico, in cui l’inversione del flusso da ovest-est a est-ovest risale all’Olocene, a circa 10.000 anni fa. Un’area che va dalla Collina Chierese, al Monferrato, al Roero, praticamente da Trofarello, Chieri, Buttigliera, Pralormo, Montà, Ceresole d’Alba, Pocapaglia, Carmagnola, Villastellone e Moncalieri, chiuso a sud dal letto del Po. Un contesto che dal Monferrato al Roero è delimitato dal ciglio delle scarpate che arriva fino al Braidese, piega a Nord verso Sommariva Bosco, mentre prosegue a Sud verso Fossano.

Il dato che da sempre accomuna il territorio e gli interessi della comunità e oggi ancor più visto il cambiamento climatico, è la carenza di acqua. Una mancanza che nel passato è stata affrontata dai nostri antenati in modo egregio mobilitando nel Medioevo i Monaci Cistercensi dell’Abazia di Casanova di Carmagnola insediati pure a Testona, tra Moncalieri e Trofarello, e a Fortepasso, ultimo rilievo dell’Altopiano di Poirino che sovrasta la Zona di Po Morto.

Un’emergenza che oggi deve vedere i Comuni del Distretto del Cibo scendere in campo in prima persona al fianco delle aziende agricole e del settore agroindustriale.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 11 giugno 2022