Santena: biodiversità del Pianalto troppo preziosa. Puntata 333

SANTENA – 15 gennaio 2023 – S’aggira nel Pianalto, terra di incontro tra ideali cristiani e illuministi, un grosso problema. Si pensa a un mega allevamento di 9000 maiali al centro di un’area di grande valore paesaggistico, agricolo, turistico, produttivo e ambientale.

Sant’Antonio Abate

Il pensiero va a Sant’Antonio Abate, (17 gennaio), quello del maiale, protettore degli animali. A Sant’Isidoro (15 maggio) protettore dei contadini e produttore di raccolti. A Camillo Cavour e ai suoi contemporanei che in questa zona hanno dato un forte impulso alla modernizzazione agraria della Pianura Padana e dell’Italia, dall’Ottocento in avanti.

Chiesa Montaldo Torinese, sant’Isidoro

In questi giorni la comunità si appresta a confrontarsi con un’eventualità che la tocca intimamente: un mega allevamento di suini. Un problema non solo di Poirino. E neppure di Pralormo e di Carmagnola. Ma di tutto il Pianalto e di tutta la Città Metropolitana.

La riconferma dell’importanza dell’acqua, del paesaggio rurale, del cibo fresco, salubre, genuino e disponibile e delle produzioni agricole a questo punto impone di riflettere sul migliore uso del territorio agricolo della zona 11 della Città Metropolitana. Area in cui il dimensionamento dell’impianto e l’enorme numero di maiali rischiano di alterare gli standard ambientali tradizionali. Per questo ci si interroga sul senso di un’operazione con forti impatti, presenti e futuri, sulle attività imprenditoriali e sugli insediamenti abitativi delle aree circostanti e di tutta la zona.

Sant’Isidoro

In ballo c’è un equilibrio biologico e sociale contrassegnato da:
1. una florida attività agricola che da secoli nutre la comunità torinese, specializzata in orticoltura, vivaismo, frutticoltura, foraggi, cerealicoltura, itticoltura, viticoltura, apicoltura, latte e latticini, allevamento del bestiame: bovino, suinicolo e avicolo;
2. un paesaggio rurale caratteristico per la sua biodiversità, modellato nei secoli dall’opera e dal lavoro delle persone;
3. una carenza di acqua che va affrontata ripristinando gli invasi, le peschiere, i torrenti, i rii, i canali, i fossi, le zone di ricarica delle falde per completare il ciclo integrato dell’acqua, visto l’aggravarsi della situazione in seguito al cambiamento climatico;
4. un rischio costituito dalle disastrose alluvioni che invadono i terreni agricoli e le cascine sparse, oltre ai centri abitati e alle borgate;
5. un tessuto geologico unico nel suo genere in Piemonte e nella Pianura Padana;
6. una presenza vitale di attività turistiche, alberghiere, ricreative, sportive, agricole e di ristorazione.

Poirino, Borgo Ternavasso

L’elemento unitario più forte e antico è il “giovane” Bacino della Banna, comprensivo dei rii Tepice e Stellone. Un sistema racchiuso in un anfiteatro che va dalla Collina Chierese, al Monferrato, al Roero e al canale del Borgo Cornalese che a sud impedisce all’acqua di cadere nel Po e nel Po morto. Un catino compreso tra Trofarello, Chieri, Buttigliera, Pralormo, Montà, Ceresole d’Alba, Pocapaglia, Carmagnola, Villastellone e Moncalieri che raccoglie ogni goccia caduta dal cielo, di cui Santena è l’imbuto.

Camillo Cavour

Un distretto in cui il territorio agricolo va governato con la modernità richiesta dalla sua sacralità. Per il quale da anni ci si interroga, sia in termini di Distretto del Cibo che di Coesione Territoriale politica-amministrativa, su come sviluppare in modo sostenibile, produttivo e profittevole la zona che collega l’Area Metropolitana Torinese con Roero, Langhe e Monferrato. Con la pianura Saviglianese e Saluzzese, col Basso Pinerolese, con l’Alto Astigiano, con il Chivassese. Tenendo altresì conto che nel Bacino idrografico della Banna agricoltura, industria, logistica e infrastrutture sono inseriti nel MAB Unesco (Men and Biosphere Reserve Collina Po).

Questi motivi impongono di valutare attentamente l’interesse del territorio e della comunità all’insediamento di nuovi allevamenti suinicoli dal punto di vista del dimensionamento, dell’occupazione e della salute pubblica. Nonché di valore aggiunto apportato al sistema sociale, di sostenibilità ambientale e agronomica, di inquinamento atmosferico e acustico, di infrastrutture viarie, di traffico e di sicurezza stradale.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 15 gennaio 2023