Santena: 150° della morte di Alessandro Manzoni. Puntata 349

SANTENA – 29 luglio 2023 – L’ultima lettera è alla santenese Giuseppina. L’antefatto e l’epilogo di storia patria. Santena è intimamente legata al romanziere nazionale, nipote di Cesare Beccaria e suocero di Massimo d’Azeglio. Il 22 maggio il Presidente Mattarella gli ha reso omaggio nella sua casa milanese.

Santena, castello Cavour, immagine del 29 luglio 2023

Strabiliante l’ironia, considerato il momento. Con una lettera da Torino l’8 settembre 1859  – www.camillocavour.com – lo Statista dichiarò l’onore di essergli amico: “Signore,… poiché ella vuole dare un certo valore a quel poco che ho potuto operare a pro della nostra patria, mi permetta di chiedarnele un guiderdone: la preziosa sua amicizia. Il nome d’amico d’Alessandro Manzoni sarà la più cara, la più splendida ricompensa del passato, il maggiore incentivo per l’avvenire. F.to Camillo Cavour”. L’8 settembre Cavour era fuori dal governo da quasi due mesi. Dopo la vittoria e i massacri di Solferino e di San Martino aveva litigato con Napoleone III. Con Vittorio Emanuele II andò peggio. Volarono gli insulti. E non fu né la prima, né l’ultima volta. L’11 luglio 1859 si dimise. L’imperatore e il Re volevano l’armistizio. Camillo voleva continuare la guerra e cacciare l’Austria dall’Italia. Si ritirò in attesa. A Lui guardavano i riformisti di destra, centro e sinistra che volevano l’indipendenza e l’Unità della Penisola. Tra i tanti c’era pure Alessandro Manzoni (1785-1873). Il 6 gennaio 1860 il Re, di malavoglia, dovette richiamare d’urgenza Cavour al Governo. Il 5-6 maggio i Mille di Garibaldi partivano per la liberazione della Sicilia e del Regno di Napoli. La corsa verso l’Italia unita era inarrestabile. Chi la poteva guidare era Camillo. Il politico che con la Spedizione in Crimea aveva agganciato la Penisola all’Europa e all’Occidente.

Alessandro Manzoni

L’antefatto L’interesse dei Benso per Manzoni veniva da lontano. Lo testimonia una lettera del 1829 spedita da Pinerolo. E’ del trentottenne Michele Benso, V marchese di Cavour. Sposato con la ginevrina Adele de Sellon e padre di Gustavo e Camillo. E’ via di casa. Sta facendo un ritiro spirituale guidato dal beato Pio Brunone Lanteri. Il fondatore degli Oblati di Maria Vergine. Quel ‘29 è un anno speciale. Camillo, militare del Genio, riceve in regalo dall’amato zio Franchino una copia de “ I Promessi Sposi”. Il libro più alla moda del momento tra i progressisti. Tra chi sogna l’Indipendenza e l’Unità d’Italia. Naturale che in famiglia e in società, a Santena come a Torino, se ne parli con attenzione. Michele è un moderno imprenditore con interessi in vari comparti. Ha acquistato la porzione rimanente del Castello di Grinzane. Uno dei cardini dell’innovazione del vino italiano insieme a Pollenzo, Barolo e, sull’altra sponda del Tanaro, a Magliano e San Martino Alfieri. Sotto Napoleone I è stato barone dell’Impero al servizio di Camillo Borghese, il marito di Paolina Bonaparte. Dal Principe ha comprato la Tenuta risicola di Leri (1032 ettari) di cui era stato amministratore. Si dedica all’allevamento del bestiame. E’ un pioniere della navigazione a vapore col battello Verbano. Fin dal 1825 investe sul servizio postale tra le sponde piemontese, lombarda e svizzera del lago Maggiore. E’ un imprenditore che si misura con la politica e la pubblica amministrazione. Insomma, un moderno rappresentante dei nuovi interessi emergenti nella società risorgimentale.

Michele conosce bene il romanzo e i suoi personaggi. Il 22 aprile 1829, dal convento, scrive alla moglie*: L’amato abate Lanteri non si sentiva bene e lui gli stava accanto. Era più giù degli altri giorni “Come una lampada che si spegne. Tranquillo in attesa del Paradiso”. La situazione è tale da fargli citare il congedo di Don Cristoforo, narrato alla fine del capitolo XXXVI. “– Oh caro padre…! Ci rivedremo? Ci rivedremo? –lassù spero– e con queste parole si staccò da Renzo”. La scena è magistrale e la dice lunga su quanto in famiglia, a Santena come a Torino, fosse alto l’interesse per Alessandro Manzoni. Amico intimo dell’Abate Antonio Rosmini, il futuro collaboratore de “Il Risorgimento”. Il Santo, maestro di Gustavo Benso. Il sacerdote che nel 1851 celebrò il matrimonio tra l’adorata nipote di Camillo, Giuseppina Benso e Carlo Alberto, figlio di Cesare Alfieri di Sostegno.

L’epilogo. Era destino che il legame tra i Benso e Manzoni avesse un epilogo sensazionale. Riguarda nientemeno l’ultima lettera** scritta da don Alessandro. Aveva fretta e chiedeva un piacere. Dalle cronache risulta che il 6 gennaio 1873 scivolò sui gradini della chiesa di San Fedele in Milano sbattendo violentemente il capo. Aveva 88 Anni. Stava lavorando alacremente all’opera, uscita postuma e incompleta, “La Rivoluzione francese del 1789 e la Rivoluzione  italiana del 1859”. Sentiva che il tempo gli veniva a mancare. Cercava freneticamente pubblicazioni non facili da rintracciare. Da Milano il 27 febbraio 1873, ottantaquattro giorni prima di morire, senza far cenno ai gravi malanni, scrisse a Giuseppina Alfieri, la nipote prediletta di Camillo Cavour. Chiedeva un favore.    “Gentilissima Signora, Per il vivo e troppo giusto desiderio di renderLe finalmente i tomi del Moniteur così graziosamente prestatimi da Lei, ho domandato a Brera se vi si trovavano i corrispondenti. Ma essendomi risposto di no, mi trovo ridotto a fare faccione e a chiederLe il permesso di servirmi, come fo’ da tanto tempo, de’ suoi. La risposta mi può esser data dall’eccellente comune amica Clara Maffei. Mi scusi e si degni di credermi. Suo devotissimo Alessandro Manzoni”. Il grande romanziere della lingua nazionale aveva ormai preso l’abitudine di ricorrere alla biblioteca degli amici, eredi e discendenti di Camillo Cavour. Con i quali teneva i rapporti tramite Clara Maffei, la signora del Quarantotto milanese.

Un ultimo interrogativo sorge. Visti i pochi giorni dalla scomparsa vien da chiedersi se quei volumi furono restituiti o se nella concitazione del momento restarono nella casa di via del Morone, cioè di via del Gelso, perenne ricordo di legami più che mai attuali.

*Andrea Brustolon. Cavour, gli Oblati di Maria Vergine e Pinerolo. Società Storica Pinerolese. Bollettino 2011.
**UNIMI. Alessandro Manzoni. Lettere inedite o disperse. Luca Danzi. MIM edizioni. 2017.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 29 luglio 2023.