Poirino. Il porcile potrebbe raddoppiare. Puntata 362

SANTENA – 27 novembre 2023 – Consiglio Comunale di Poirino, martedì 28 novembre 2023, inizio ore 19,30, importante per tutto il Bacino della Banna. In Friuli, dove c’è San Daniele, si allevano solo 244.000 capi. In Piemonte sono 1.320.288, di cui a Cuneo 931.780. A Torino 226.000, di cui la metà nel Distretto del Cibo.

(Fonte immagine Google Maps)

Non c’è pace per Ternavasso. Per Poirino. Per il Bacino Idrografico del fiume Banna. Per la terra delle generazioni che hanno creato il Distretto del Cibo che nutre Torino e il Piemonte con alimenti sani e saporosi. La tensione sale. Si combatte una battaglia di civiltà. Il ballo c’è tra l’altro il futuro di un modello agricolo speciale.

Martedì al 5° punto dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale si discuterà della “Presa d’atto nuova perimetrazione E3 zona propria del centro aziendale di Cascina Bonavalle”. Il commento del Comitato Pro-Ternavasso è lapidario. “Naturalmente è il modo ufficiale di dare il via libera al maxi allevamento suinicolo con la costruzione di 6 stalle da 100 metri cadauna, due cisterne alte 6 metri dal diametro di quasi 40 ed altre amenità. Come se ogni nostra cascina potesse decuplicare i propri fabbricati, disinteressandosi di quanto è già stato edificato, in barba alla normativa sul consumo dei suoli e al Piano regolatore vigente”. La disputa riguarda la classificazione tra la zona E2 e la E3 dove in ballo c’è l’indice di edificabilità, la tutela paesaggistica e ambientale. E poi ci sono altre grosse perplessità. La vicinanza al Rio Venesima, affluente del torrente Stellone e quindi del fiume Banna. L’incompatibilità con il Piano Natura 2000, SIC “Peschiere e Laghi di Pralormo”, con il Piano Paesaggistico Regionale e con le osservazioni della Regione Piemonte. Infine l’attenzione viene richiamata sulla strada d’accesso e soprattutto sui rischi da peste suina.

Scampato a giugno il rischio di veder costruire un grande allevamento suinicolo nel cuore di uno dei paesaggi più ricchi di storia e più belli della Provincia di Torino, ecco che se ne prospetta uno nuovo sui terreni della Cascina Bonavalle. Ma non solo. Circola sempre più la notizia che un altro allevamento possa essere costruito nelle vicinanze. A questo punto c’è chi teme che questi siano i primi due di una lunga serie di allevamenti di suini che, dopo aver colonizzato il Cuneese, starebbero per ribaltarsi sul confinante Pianalto, nel cuore del Bacino idrografico della Banna. Allevamenti il cui valore aggiunto va alle cosce dei ricchissimi distretti del Crudo DOP di Parma e di San Daniele. Una situazione paradossale, che dovrebbe far riflettere chi viene chiamato a deliberare. Chi denunciava l’assalto al territorio non sbagliava. Il Pianalto fa gola a chi è interessato a spostare gli impianti dalle zone in cui non sono più graditi. Attenzione: non si tratta di allevatori “normali”. Cioè di aziende agricole tradizionali. Oggi si muovono gruppi finanziari e imprenditoriali interessati agli allevamenti animali e soprattutto ai capannoni agricoli, stimolati dalle agevolazioni ed esenzioni concesse per gli impianti di energia solare. La loro attenzione si rivolge verso comunità meno attente all’inquinamento da odori e rumori, nonché al turismo, alla ristorazione, al soggiornare, al tempo libero,  alla tutela dell’ambiente, dell’aria, delle falde acquifere, della salute, del paesaggio, delle altre attività economiche e imprenditoriali già operanti.

Hanno ragione il Distretto del Cibo e alcuni Comuni a schierarsi contro i mega allevamenti suinicoli per le caratteristiche negative che li contraddistinguono. Infatti, a differenza di altre attività agricole, il loro impatto è “invasivo” per chi gli è intorno. Perché non è integrabile con le persone, le imprese, il sistema economico e sociale che gli stanno accanto. Anzi può causare danni e svalutazioni permanenti che ledono interessi imprenditoriali e di vita, presenti e futuri.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 27 novembre 2023