Adele e Luisa Alfieri di Sostegno. Due santenesi impegnate. Puntata 364

SANTENA – 14 gennaio 2023 – Nell’emigrazione e nel sociale: Adele Alfieri di Sostegno (1856-1937) e sua sorella Luisa (1852-1920), moglie di Emilio Visconti Venosta, rappresentano le comunità del Bacino della Banna, di Langhe-Roero e Monferrato e il femminismo emergente tra ‘800 e ‘900 impegnato nella costruzione dello stato sociale.

Le due sorelle sono nientemeno che le eredi degli Alfieri e dei Benso di Cavour. Cesare Alfieri, firmatario dello Statuto Albertino e Primo Ministro del Regno di Sardegna era il loro nonno, mentre Camillo Cavour era lo zio della loro mamma, Giuseppina Benso. Filippina di Sales era la bisnonna che le collegava a San Francesco di Sales e alla riforma del Cattolicesimo. Adele di Sellon era la loro nonna ginevrina, calvinista, di famiglia illuminista. Giuseppina era la mamma che, oltre ad aver messo al riparo le memorie, i documenti e il Castello di Camillo Cavour, si impegnava nel sociale e intratteneva rapporti con uno degli uomini più importanti della cultura italiana e mondiale: Alessandro Manzoni. Adele e Luisa e il contesto in cui sono vissute dimostrano il valore dell’immenso patrimonio culturale che Santena ha la fortuna di ospitare. Ancora in gran parte da scoprire, da promuovere, valorizzare e rendere accessibile. Di cui la comunità santenese, Torino e il Piemonte devono riappropriarsi perché è parte del loro DNA e delle loro molteplici e differenziate identità.

Le sorelle Alfieri sono state imprenditrici agricole e vitivinicole. Nonché benefattrici impegnate nel volontariato, nell’associazionismo, nella formazione professionale, nella promozione culturale, nell’assistenza. In quello che oggi è definito terzo settore. Pur essendo pronipoti, figlia e moglie di esponenti delle istituzioni statali in tempi di netta separazione tra lo Stato e la Chiesa, le loro azioni dimostrano quanto la questione sociale abbia inciso nella vita dello stato unitario. Quanto importante sia stato il ruolo del Cattolicesimo illuminista e riformatore nella vita della nascente nazione.  La loro opera in Piemonte, Italia, Europa e in America è stata significativa, favorita dalle relazioni tra il mondo laico, cattolico modernista e conciliarista. A  Santena, Magliano,  Grinzane, a Costa d’Oneglia e a Firenze Adele e Luisa finanziarono asili e scuole. In Calabria, insieme al Vescovo Morabito di Mileto, sovvenzionarono mense, ospedali, scuole e orfanotrofi. E ancora sostennero l’Istituto di Scienze Sociali e Politiche dell’Università di Firenze dedicato al nonno Cesare Alfieri.

Enorme è stato il loro impegno per lo sviluppo sociale, per la Questione Meridionale e calabrese e per l’emigrazione degli Italiani in Europa e in America. Impegno al quale la comunità santenese ha dato il suo contributo. Ad Adele, a Luisa e al marito Emilio Visconti Venosta, ministro degli esteri in carica, va riconosciuto il contributo dato –insieme a Luigi Luzzatti, ebreo e Primo Ministro nel 1910-11 e ai Vescovi di Cremona, Geremia Bonomelli e di Piacenza, Giovan Battista Scalabrini– alla redazione e all’approvazione della legge sull’emigrazione n° 23 del 1901 e della legge sulle rimesse dall’estero n.° 24 del 1901. Un’emigrazione impressionante. Dipendente dalla forte crescita della popolazione. Dalla povertà diffusa nelle campagne e nelle città. Dalla scarsa produttività del settore agricolo perdipiù sacrificato alla espansione delle infrastrutture, dei servizi e dell’industria. Un’emigrazione che, come quella odierna, non si doveva e poteva impedire ma che andava regolata e governata. Un’ondata simile a quella attuale. Già allora considerata, nonostante gli immensi sacrifici, come un’opportunità per uscire da situazioni insostenibili. Che spesso fu utile a chi emigrò e a coloro che rimasero.

Gino Anchisi,
da Santena, la città di Camillo Cavour, 14 gennaio 2024

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