Approvato in Consiglio metropolitano di Torino il Piano di contenimento del piccione

TORINO – 20 febbraio 2024 – Con l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio metropolitano è diventato operativo il Piano di contenimento del Colombo per gli anni 2024-2029.

Roby Ghio, sindaco di Santena e consigliere in Città metropolitana di Torino

Il Piano prevede misure per il contenimento delle popolazioni che, nelle zone rurali, causano danni alle colture cerealicole, mentre in quelle urbane pongono problemi igienici e di decoro degli spazi pubblici. «Sinora le misure incruente e dissuasive per il controllo del colombo si sono rivelate insufficienti a contenere la densità di popolazione del Colombo. E’ necessario il controllo diretto della specie. – informa Roby Ghio, sindaco di Santena, eletto consigliere in Città metropolitana di Torino, nella lista di centrodestra “Civica per il territorio -. In ambito urbano partirà l’impiego di gabbie-trappola, installate a cura dei Comuni. In ambito extraurbano si interverrà sia installando le gabbie sia con operazioni di sparo, a opera di sele-controllori formati e autorizzati dalla Città metropolitana. Il piano di contenimento del piccione – chiude Roby Ghio -, si pone in continuità con il piano di contenimento delle nutrie».

Il coordinamento delle operazioni di controllo dei piccioni saranno in carico alla Polizia metropolitana, affiancata da cacciatori volontari e degli agenti delle Polizie locali. Per prevenire i danni alle colture agricole nelle fasi della semina e della maturazione potranno essere impiegati cannoncini a gas con detonazioni temporizzate, sagome dissuasive di varia forma o palloni gonfiati con elio che rimangono sospesi in aria. Per i prelievi di granaglie, la nidificazione e l’imbrattamento di siti industriali o artigianali, magazzini di stoccaggio di granaglie e allevamenti di bestiame, laddove possibile, potranno essere installate reti per chiudere i punti di entrata e pannelli basculanti con sensori per l’apertura automatica.  Lo sparo in orario diurno dovrà avvenire con l’uso di fucili con canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12 e in prossimità di colture a rischio di danneggiamento, di allevamenti, di magazzini o di siti industriali. Dove, per motivi di sicurezza, non è praticabile lo sparo potranno essere impiegate reti o gabbie-trappola selettive di cattura in vivo, attivate con esche alimentari. I regolamenti edilizi e di igiene comunali dovranno prevedere recinzioni con reti anti-intrusione, l’impiego di fili elettrificati, dissuasori a cavi e l’uso di filamenti anti intrusione posti sui bordi dei pannelli solari o fotovoltaici. L’occlusione dei siti riproduttivi con reti deve essere attuata in forma selettiva, per non precludere l’accesso ad altre specie.

Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino

Coldiretti Torino accoglie con soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio metropolitano di Torino del “Piano di contenimento del “Piccione”. «Ci siamo mossi a fronte all’esasperazione degli agricoltori – ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici –. Sempre più soci vengono nei nostri uffici di zona a chiedere misure di depopolamento dei piccioni. Sapevamo che il piccione può essere oggetto di contenimento grazie a una sentenza della Corte di Cassazione, che risale al 2004, e che sancisce che le popolazioni di Piccione che vivono allo stato libero rientrano ormai tra quelle selvatiche». La difesa dai piccioni ora potrà avvenire con metodologie diverse, dalla dissuasione sonora alla cattura, fino all’abbattimento diretto con fucile da caccia. Nelle campagne, le operazioni di controllo potranno essere svolte da operatori muniti di licenza di caccia – come già avviene per l’autodifesa agricola dal cinghiale – che avranno frequentato un apposito corso che preveda il programma didattico approvato, da tempo, dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell’Ambiente. I corsi formeranno quelli che saranno chiamati “coadiutori al controllo del colombo di città”.

«Ora, dopo questa approvazione – chiude Bruno Mecca Cici – , occorre rendere al più presto operativo il Piano di contenimento con i corsi di abilitazione per gli operatori. Coldiretti Torino, come già fatto per il controllo delle nutrie e dei cinghiali assicurerà la massima collaborazione per estendere ai propri agricoltori la possibilità di autodifesa e di controllo dei piccioni». Coldiretti Torino stima una presenza, su tutto il territorio di pianura e collina della Città Metropolitana, di 2,5 milioni di piccioni. La stima dei danni – per il solo comparto agricolo – è di una perdita di 400mila quintali di cereali, soia, girasole, tra perdite in campo, germogli appena nati, mangimi animali becchettati. Un valore che Coldiretti Torino stima in 5 milioni di euro l’anno.
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Fonti: comunicato ufficio stampa Città metropolitana e comunicato di Coldiretti Torino