Gli ebrei traditi dall’Italia. Puntata 378

SANTENA – 28 aprile 2024 – Liliana Segre, senatrice a vita, ha scritto la prefazione al volume “Senatori ebrei del Regno d’Italia”. Un’opera intrecciata con la storia della comunità del Bacino Idrografico del fiume Banna e d’Italia.

Accadde nel 1938 con le Leggi Razziali. Al culmine di un processo, iniziato durante la Prima guerra Mondiale. Favorito dall’ignavia delle politiche (popolari, comunisti, socialisti massimalisti e liberali) incapaci di trovare i compromessi necessari per impedire la presa di potere dei Fascisti. La più significativa vittima della situazione, non a caso, fu Giacomo Matteotti, di cui il 10 giugno 1924 ricorre il centenario del martirio. Matteotti doveva essere eliminato a tutti i costi. Era il nemico colpevole di cercare un’intesa tra socialisti riformisti, liberali e popolari per chiudere la strada alla presa di potere della dittatura guidata da Benito Mussolini . Dieci anni dopo l’alleanza con la Germania nazista rese sempre più pesante la situazione degli Ebrei. Nonostante questi Italiani di religione non cattolica, emancipati nel 1848 dopo lo Statuto Albertino, avessero svolto nella politica, nella società e nella cultura italiana un ruolo fondamentale.

Da Santena il pensiero va all’ebreo, Isacco Artom, nominato Senatore del Regno d’Italia da Vittorio Emanuele II, il 23 marzo 1876. Il segretario di Camillo Cavour negli anni del processo di costruzione dello stato unitario. Il diplomatico che occupò, dopo la morte dello Statista, posizioni al vertice della politica estera al fianco di Emilio Visconti Venosta, signore di Santena, ministro degli Esteri, marito di Luisa Alfieri di Sostegno, la pronipote di Camillo Cavour. Tra gli italiani più insigni ci sono Alessandro Fortis, il primo ebreo a diventare primo ministro del Regno d’Italia nel 1905 e il senatore Luigi Luzzatti, primo ministro nel 1910.

Artom e Luzzatti sono i predecessori dei senatori ebrei che pochi decenni dopo hanno vissuto il dramma del razzismo fascista e delle leggi razziali del 1938. Le loro memorie sono raccolte nel volume “Senatori ebrei nel Regno d’Italia” di Valerio Di Porto e Manuele Gianfrancesco, per i tipi di Giuntina, di cui la Senatrice a vita Liliana Segre ha scritto la prefazione. L’opera sarà presentata al Salone del Libro di Torino, il 12 maggio 2024. Insieme agli autori, ci saranno Massimiliano Boni, Giorgio Giovannetti, Fabio Levi e Alberto Cavaglion, intellettuale profondamente legato a Santena.

Liliana Segre sottolinea soprattutto l’incredulità di fronte al razzismo fascista. E la loro costernazione, perché gli Ebrei avevano dato un forte contributo alla costruzione dell’Italia Unita combattendo nelle battaglie del Risorgimento e nella Prima Guerra mondiale. Molti erano pure fascisti della prima ora. Per gli Ebrei incredibile fu il tradimento del re Vittorio Emanuele III che non intervenne in difesa di cittadini italiani a tutti gli effetti.

Significativo, per ciò che rappresentano gli antifascisti Enrico e Giovanni Visconti Venosta nella memoria patria, è il riferimento all’ebreo, Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente. Al parallelismo tra il 1948 della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e il 1848 dello Statuto Albertino e dell’elezione di un’assemblea rappresentativa, la Camera dei Deputati. Un arco di cento anni, dal 1848 al 1948, che lega il Risorgimento dello Statuto Albertino, all’antifascismo, alla Costituzione repubblicana, alla Resistenza, letta come secondo Risorgimento. Alla nascita dello Stato unitario come superamento della frammentazione in piccoli stati regionali subordinati alle potenze straniere. All’Italia unita che risorgeva, dopo l’occupazione tedesca dal 1943 al 1945 di parte del territorio nazionale, recuperando la sovranità nazionale conquistata nel Risorgimento.

Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 28 aprile 2024