SANTENA – 26 dicembre 2024 – Messa di Natale, oggi, alla Residenza avvocato Giuseppe Forchino.
La comunità parrocchiale santenese, oggi pomeriggio, alle 16:30, si è ritrovata, alla Residenza avvocato Giuseppe Forchino, per celebrare la messa di Natale 2024. La struttura, di via Milite Ignoto 32, ha accolto le persone arrivate per la funzione, con tanto di nuova insegna. Grafica rinnovata. Con un nuovo logo. Un albero stilizzato. Contornato da un cuore. Blu. Le volontarie Avo, con pettorina azzurra, hanno portato gli ospiti che desideravano assistere alla messa nella chiesa sita al piano terra. Una dozzina gli ospiti in carrozzina. Sono stati allineati, nel corridoio centrale della chiesa. Nelle mani degli ospiti bottiglie di acqua e corone di rosari, queste ultime fatte roteare per tutta la funzione. In fondo alla chiesa, altri ospiti, su girelli e strutture per facilitare la mobilità. Nei banchi i parenti degli ospiti. Tanti. Tutti occupati i posti della chiesetta. La porta grande, sita in fondo alla chiesetta, è stata aperta. Per consentire alle persone di assistere alla funzione, anche dal corridoio. Altri parenti ancora hanno trovato sistemazione tra il muro e la fila di banchi a sinistra dell’altare. Oggi la messa di Natale alla Residenza Forchino è stata l’unica funzione cittadina. Durante la messa, tra gli altri, sono stati ricordati: Tommy Elia, medico chirurgo, amministratore di lungo corso, scomparso nel 2014, all’età di 58 anni; Stefano Galliano, prematuramente scomparso a 21 anni, nell’agosto del 2018.
La messa è stata celebrata da don Marco Fogliotti, viceparroco. A guidare i presenti Fiorenza Di Sciullo. All’organo la giovane Maria Torretta. Chiesetta illuminata da otto luci quadrate e dagli spirali che arrivavano da sei finestre, decorate con vetri colorati. A lato dell’altare, la Madonna, con un’aureola, accesa, di dodici luci. Dietro l’altare un grande crocefisso. Sopra il tabernacolo, un’icona di Cristo. La funzione inizia con il canto “Venite Fedeli”. Dopo il segno della croce, don Marco Fogliotti, ha rivolto al centinaio di presenti “Buon Natale” e ha ricordato: «Oggi la Chiesa celebra Santo Stefano, il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana per aiutare gli apostoli nel ministero della fede. Stefano, è stato il protomartire, cioè il primo cristiano ad avere dato la vita – martire per lapidazione – per testimoniare la propria fede in Gesù Cristo, annunciando la Buona Novella». Le letture sono state proposte da Maria Felicita e Silvia. All’offertorio, a portare i doni all’altare, sono state le volontarie Avo Santena. Durante l’omelia, tra le altre cose, don Marco Fogliotti, ha detto: «A Natale Gesù si fa piccolo per renderci grandi. Per portarci gioia, speranza e salvezza. Natale ci insegna la tenerezza di Dio che si fa piccolo, per portarci la speranza della vita eterna». Il sacerdote ha poi rimarcato «L’importanza della testimonianza del protomartire Stefano» e ha aggiunto «Gesù Cristo deve essere importante anche nella vita di tutti noi». In chiusura della celebrazione don Marco Fogliotti, a nome dei sacerdoti della parrocchia ha ringraziato le volontarie di Avo Santena, per il servizio che svolgono nella residenza.
Dopo il canto “Tu scendi dalle stelle” Giovanni Palo, volontario AVO Santena, ha letto l’indirizzo di saluto arrivato da Francesco Colombo, presidente nazionale Avo: “Carissime e Carissimi, a nome di tutta Federavo, desidero augurarVi un felice Natale ed un nuovo anno ricco di gioia e serenità. Confido riusciate a non fare mancare, sia pure in misura ridotta, la vostra presenza accanto ai fragili poiché in questo periodo la solitudine e l’isolamento si fanno sentire ancora di più ed esserci diventa importante. Ci stiamo lasciando alle spalle un anno ricco di eventi, di incontri e di rinnovato spirito associativo che ci preparano ad un anno importante: nel 2025, infatti, festeggeremo i 50 anni di AVO, un compleanno che ci porta a riflettere sulla nostra storia fatta di Fondatori illuminati e di tante persone che con passione e dedizione hanno portato avanti, nei diversi ruoli, la missione di AVO fino ad oggi; abbiamo tra le mani la crescita dell’Associazione e la visione dell’AVO del futuro, sempre più vicina alle fragilità in un contesto storico in cui le difficoltà e le disuguaglianze sono sempre più evidenti insieme alle solitudini, in particolare degli anziani».
Giovanni Palo, ha continuato così a leggere la missiva di Francesco Colombo: «Collaborare insieme per il futuro dell’AVO, partendo dal presente e senza dimenticare il passato, deve contraddistinguere il nostro operato, mi piace ricordare lo slogan “Pensare globale, agire locale” dove tutti noi abbiamo la visione dell’AVO nel suo insieme ed agiamo nei nostri territori per portarne avanti la sua missione. La collaborazione rende possibile il rafforzamento dei nostri obiettivi comuni e la moltiplicazione dei benefici del nostro servizio a livello nazionale. La vicinanza di tutti i volontari che ho incontrato, sia personalmente che in videoconferenza, insieme al dialogo costante con i Consiglieri Nazionali, la Conferenza delle Regioni, i Presidenti Territoriali e tutte le persone che donano le proprie energie per l’Associazione, mi danno tanta energia e la speranza che insieme saremo capaci di scrivere nuove pagine della nostra lunga storia. Con affetto e stima. Francesco Colombo, presidente». Qualche minuto per lo scambio di saluti. Le volontarie Avo hanno riportato gli ospiti in carrozzina in stanza. In breve la chiesetta si è svuotata.