SANTENA – 9 febbraio 2025 – Di fronte a Trump e ai 7.000 satelliti di Musk le idee riformiste cattolico-illuministe alla base dell’Italia Unita e dell’Unione Europea, sostenute da Tocqueville, Rosmini, Manzoni, Beccaria, Cavour e dai nostri antenati, tornano utili per affrontare il presente e il futuro del Globo.
La rivoluzione americana (1765-1783) ha avuto sugli Italiani un’influenza pari o superiore a quella francese del 1789. Vuoi perché l’ha preceduta. Vuoi perché i Francesi impararono molte cose copiando e sostenendo gli Americani durante la lotta contro i colonialisti inglesi. Quelli che con la Guerra dal 1754 al 1763 li avevano espulsi dal Canada e dai territori nordamericani. Quelli sui quali, passati solo due anni, i Francesi ebbero una piccola rivincita. Nel 1765 iniziò infatti la guerra dei Coloni conclusa nel 1783 con la sconfitta della Gran Bretagna. Quella americana fu una rivoluzione di livello mondiale nel vero senso della parola. Oltre ai Francesi, al fianco degli Americani si schierarono anche le Province Unite (Olanda e Belgio) e la Spagna. Gli effetti del conflitto non furono solo geopolitici, ma soprattutto culturali e religiosi. Dalla sconfitta della superpotenza inglese nasceva oltreoceano un nuovo Stato non governato da un monarca. Una repubblica democratica liberale, basata sul sistema rappresentativo degli interessi degli elettori. Una forma di governo innovativa, capace di scuotere le coscienze in Europa, compresa l’Italia.

A Torino, a Milano, nello Stato Pontificio, nel Regno delle due Sicilie, nei Ducati, in Toscana la vicenda suscitò grande interesse. Una curiosità che a Santena crebbe ulteriormente quando i rapporti dei Benso – sia di Camillo Cavour che di suo fratello Gustavo – con Alessandro Manzoni e con Sant’Antonio Rosmini (1797-1855) si fecero più intensi. In particolare con Rosmini. Il collaboratore de “Il Risorgimento”, che nel 1848 aveva pubblicato il libro “Delle cinque piaghe della Santa Chiesa”, subito messo all’indice dall’Inquisizione. Dove il Santo di Rovereto, basilare riferimento del Concilio Vaticano II, nella quarta piaga sottolineava la necessità della presenza e del consenso dei fedeli (clero e laici) nell’elezione dei propri pastori.
Una singolare analogia con quanto era successo tra i Cattolici statunitensi subito dopo la rivoluzione. Dimostrazione di quanto il mondo cattolico fu scosso fino alle fondamenta dall’Illuminismo. Lo ricorda la figura del gesuita, vescovo di Baltimora, John Carroll (1735-1815). Che nel 1784 sottolineava il valore della libertà di professare la religione cattolica, fino allora discriminata. Perché gli Inglesi, Anglicani e Puritani, non tolleravano i Cattolici, considerati nemici e spie del Papa. Fu quindi naturale per questi ultimi schierarsi al fianco dei Coloni e della rivoluzione. E Carroll fu altresì netto nella distinzione dei ruoli dello Stato e della Chiesa. Indicò ai Cattolici di sostenere la repubblica precisando che al Vicario di Cristo sulla terra si doveva obbedienza per le cose attinenti allo spirito. L’operazione non era facile. A Roma, come sanno i Cavouriani e i Cattolici, c’erano forti resistenze contro la forma repubblicana, il liberalismo e la democrazia rappresentativa. Nonostante ciò Carroll, simpatizzante per le idee dei riformisti cattolici europei, convinse una Roma recalcitrante a concedere un vescovo residente nelle 13 Colonie, eletto dal clero locale. Nel 1788 egli fu scelto all’unanimità. E sulla base del principio di “No taxation without representation” si elessero pure i parroci, con il voto dei fedeli. Una prassi antica presa dalle prime comunità cristiane, già praticata dai protestanti. Una modalità cui guardava anche Rosmini.
I Cattolici illuministi d’America erano allineati a quelli europei sulla strada del riconoscimento della libertà religiosa, del valore sociale del lavoro, della validità della forma repubblicana di governo, della separazione tra lo Stato e la Chiesa di cui è stato campione il santenese più illustre. Il Camillo Cavour di “Libera Chiesa in libero Stato”.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 9 febbraio 2025.
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FONTE IMMAGINE sopra il titolo del post: John Carroll (1735-1815). Di Rembrandt Peale – Via en.wikipedia; description page is/was here. Transfer was stated to be made by User:PaulVIF.Original uploader was Basilica1 at en.wikipedia. Later version(s) were uploaded by SVera1NY at en.wikipedia., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3029497