SANTENA – 3 aprile 2025 – Gita a Lucca e alla Lucchesia dell’Unitre Santena Cambiano. Reportage e fotocronaca del direttivo UniTre Santena e Cambiano.
Lo scorso sabato 22 marzo 2025, alle prime luci dell’alba, un pullman con 34 persone partiva alla volta della città di Lucca e della Lucchesia. Tra queste 34 persone, oltre al nutrito gruppo di soci dell’UniTre di Santena e Cambiano, c’erano soci dell’UniTre di Chieri che già in altre occasioni hanno partecipato alle nostre gite ed attività. Il gruppo si è subito affiatato tra brioches, caffè e bibite varie offerte dall’Agenzia Viaggi, nostra convenzionata, chiacchiere e risate collettive.
Arriviamo alla città di Lucca a metà mattina tra scrosci di pioggia che ci hanno accompagnato, con intensità variabile, per tutta la giornata. Conosciuta la nostra prima guida, incominciamo la visita della città partendo dalle informazioni storiche. La ricostruzione delle origini di Lucca è, ancora oggi, oggetto di ricerche storiche. Il suo nome “Lucca” deriverebbe dalla parola celto-ligure Luk, che significa “luogo paludoso” ma anche “luce” e avrebbe indicato una radura nella vegetazione. Recenti scoperte archeologiche, suggeriscono invece un’origine etrusca della città.
Sono stati però i romani a lasciare le tracce più evidenti del loro passaggio con la fondazione della città murata e l’impianto ortogonale delle strade, in cui si riconoscono ancora il cardo massimo e il decumano massimo, il Foro, dove oggi si apre una delle piazze più importanti e suggestive della città e l’Anfiteatro, innalzato nella seconda metà del I secolo d.C. all’esterno della possente cinta muraria.
Nel medioevo passavano per Lucca importanti vie di comunicazione, prima tra tutte la strada francigena dei Pellegrini e dei mercanti di sete che dal Mediterraneo si spingevano fino ai mercati del nord Europa. I tessitori e i mercanti lucchesi conobbero momenti di grande notorietà per la raffinatezza dei tessuti commerciati e per il peso politico presso le corti d’Europa. Essi si distinsero nell’arte della diplomazia salvando la città nei secoli dalle invasioni e dagli assedi.
La città divenne una piccola ma sicura Repubblica protetta da una nuova imponente cerchia muraria in cui visse in contatto col mondo ma riparata dal mondo fino all’arrivo dei Bonaparte. Elisa fu principessa di Lucca agli inizi dell’ottocento. La seguì Maria Luisa di Borbone e tutte e due si adoperarono per ammodernare la città vissuta anche troppo a lungo nel suo isolamento.
Sarà per gli impressionanti intarsi di marmi colorati sulle due chiese principali, sarà che la terza ha invece un grande mosaico, il più grande nel suo genere della costa est, sarà per l’intrico di piccole strade medievali, strette e tortuose che insidiano il reticolo romano, Lucca viene solitamente presentata come una città medievale, ma è un abito stretto per una città le cui architetture sono passate attraverso i secoli adattandosi e sempre conservandone memoria, ma Lucca riserverà sempre al visitatore qualche panorama nuovo e inaspettato.
Il suo migliore profilo è proprio quello di una città che ha saputo modificarsi nei secoli, aggiungere, togliere, aggiustare grandi piazze e piccoli vicoli, sempre con molta delicatezza per offrire ai visitatori un’esperienza sempre nuova e paesaggi sempre diversi.
Dal reticolo rigoroso della città di fondazione romana, alle viuzze tortuose di epoca medievale sulle quali si aprono le grandi piazze delle chiese basilicali, dalle imponenti mura rinascimentali ai ricchi palazzi settecenteschi dei mercanti di sete, dal desiderio di grandi spazi imperiali che connotano la Lucca ottocentesca, alla Lucca contemporanea, in un mix equilibrato di tutte queste epoche e di tutti gli stili di vita.
Le sue possenti mura, edificio unico nel panorama europeo, sono così diventate un parco urbano dove incontrarsi, passeggiare, fare sport ammirare da un singolare punto di vista, la città. Le sue piazze, palcoscenico per piccoli e grandi concerti dove la tradizione musicale, di cui Giacomo Puccini è il più noto rappresentante insieme a Boccherini, trova spazio in ogni stagione e dà spazio a ogni genere musicale.
Le espressioni dell’arte classica e contemporanea trovano posto, e talvolta occupano fisicamente tutta la città come avviene in occasione di eventi dedicati, dalla musica classica a quella rock e jazz, dalla scultura in cartone ai fumetti. Le architetture e i giardini si presentano come una scena teatrale. Affascinanti in ogni stagione, sono la primavera e l’autunno, quando ai colori dell’aria si aggiungono i profumi delle campagne e i colori delle fioriture o del foliage, i momenti in cui vale proprio la pena di visitarle.
I giardini, sono veri e propri Mirabilia, progettati per stupire ed intrattenere gli aristocratici ospiti con collezioni di piante esotiche ed esuberanti fioriture, boschi selvatici e giardini geometrici, fontane e giochi d’acqua, statue allegoriche e mascheroni, grandi peschiere, grotte artificiali, ninfei, teatri all’aperto scolpiti nel bosso e nel tasso ed ogni tipo di piacevolezza che rendesse gradevoli le aristocratiche giornate in campagna.
L’ esempio più bello è, forse, la principesca Villa Reale di Marlia che ospitò nell’ottocento la corte della principessa Elisa Bonaparte Baciocchi che abbiamo visitato nel pomeriggio di domenica 24 marzo. La giornata, per nostra fortuna, è stata serena e soleggiata con una temperatura piacevole.
Un parco articolato con i famosi teatri d’acqua e di verzura, un grande ninfeo decorato con piccole pietre di fiume e vetri scuri, un piccolo teatro realizzato interamente con architetture vegetali, un viale di camelie che accompagna i piccoli salti del ruscello e i laghetti in mezzo al bosco, il giardino spagnoleggiante, e la peschiera, e centinaia di piante di limoni, e un gazebo per la musica, e una montagnola panoramica… Un vero ed emozionante spettacolo!
La domenica mattina invece abbiamo visitato il Camelieto di Sant’Andrea di Compito o Camellietum Compitese. E’ un giardino che ospita oltre 1000 varietà di camelie. Diventato un “Giardino d’Eccellenza”, onorificenza di cui possono vantarsi solo altri 39 luoghi al mondo, è un luogo incastonato nella Piana di Lucca, in una zona attraversata dallo scorrere di vie d’acqua e nota per le bellissime ville storiche.
Le camelie arrivano in Lucchesia alla fine del Settecento e riscuotono un grande successo, non solo per la loro bellezza ma perché il clima è adatto alla loro coltivazione. Il tutto ebbe inizio grazie alla passione del medico oculista del Principe ereditario di Lucca, che le piantò in molti giardini delle residenze più importanti. È per preservare questo patrimonio botanico che è nato Il Camellietum, un’area per la conservazione e la salvaguardia delle “cultivar antiche”, (ovvero varietà create dell’uomo). La comunità di S. Andrea e Pieve di Compito e l’amministrazione comunale di Capannori nel 2002 hanno creato questo giardino pubblico di sole camelie su un terreno terrazzato attraversato da un corso d’acqua alimentato da sorgenti. Vennero così messe a dimora esemplari di Camelie japoniche provenienti da ville locali, toscane e italiane, e successivamente da tanti paesi del mondo.
Da allora il Camelieto, come ormai comunemente chiamato, ha conosciuto una crescita lenta ma costante di “cultivar”, che oggi sono circa mille, di cui 250 nomenclati. Un piccolo eden dove si possono ammirare esemplari di tutti i colori, dal rosso rubino al rosa delicato, dal viola screziato al bianco perla, dalle varietà ancestrali alle camelie con fiori doppi, a stella e tante altre cultivar ed ibride.
Il Camellietum è oggi meta di appassionati cameliofili ed un centro di studio e ricerca per università e botanici, ma è anche un parco che ospita eventi musicali e teatrali, convegni e conferenze. Il giardino è visitabile in particolare in occasione della Mostra Antiche Camelie della Lucchesia che si svolge nei weekend di marzo quando la copiosa fioritura crea un paesaggio fiabesco. A pomeriggio inoltrato, finita la visita alla Villa Reale, il gruppo UniTre riparte in pullman in direzione di Santena, Cambiano e Chieri ove giunge un serata. Weekend molto positivo per le bellezze viste della nostra meravigliosa Italia, per il gruppo che anche stavolta si è palesato amichevole, coeso e simpatico e per l’organizzazione perfetta della gita.
Consegniamo quindi agli annali UniTre di Santena e Cambiano la città di Lucca e la Lucchesia rimanendo pronti per altre entusiasmanti gite.
Il Direttivo UniTre di Santena e Cambiano
N.B. Le informazioni sopra riportate sono state ricavate dalle esposizioni delle varie guide turistiche che hanno accompagnato il Gruppo durante le visite e dai siti web specifici.
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FONTE: resoconto e immagini gentilmente fornito dal Direttivo Unitre Santena e Cambiano