Dal Giubileo NO alla neo schiavitù. Puntata 409

SANTENA – 15 giugno 2025 – Le terre della beata Enrichetta Dominici (1828-1894) delle suore di Sant’Anna, nata a Carmagnola, chiedono di fare i conti con il non rispetto delle regole della concorrenza che in più creano schiavi nelle campagne italiane. Il grande equivoco rotto dall’inflazione.

La Conferenza Episcopale Italiana prepara, per il 9 novembre 2025, la 75° giornata del Ringraziamento sul tema “Giubileo, rigenerazione della terra e della speranza per l’umanità”. Per la comunità dalle profonde radici cristiane che vive nel Bacino del torrente Banna l’occasione è ottima. Perché qui dovrebbe nascere il Distretto del Cibo della Città Metropolitana Torinese. Perché qui nei prossimi anni è in gioco il futuro delle aziende agricole e della produzione di cibo di qualità, fresco e salutare. Nel documento i vescovi prendono giustamente spunto dalle indicazioni contenute nella Bibbia. Sulla ricreazione del 7° giorno per gli uomini e le donne. Sul 7° anno di riposo, non tanto per la terra, quanto per i campi coltivati.  Sul 49° anno, 7×7, cui segue il 50° durante il quale per far riposare la natura non si dovrebbe né seminare, né raccogliere alcunché . Questioni importanti, che però richiedono un aggiornamento per commisurarle con il presente. Non si può infatti tornare ai tempi dei Romani quando a produrre il cibo e la ricchezza provvedevano gli schiavi. Cosa fare lo dicono i Santi Sociali, le Costituzioni del 1848 e del 1948, la “Rerum Novarum” e i documenti del Concilio Vaticano II e successivi, compresa la Laudato sì.

Parlando della terra la Chiesa si trova a fare i conti con il mercato. La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace intanto ha elaborato un messaggio che permette di avviare un confronto su una realtà complessa, assai poco meditata. Sulla quale pesano il rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e delle terre. Questioni centrali sui quali incidono l’inflazione, l’andamento della domanda di cibo, la formazione dei prezzi, l’articolazione delle reti di distribuzione, gli interessi dei consumatori finali, la redditività delle attività lungo le filiere, l’equa retribuzione di chi produce: lavoratori e imprenditori. Nonché il cambiamento del clima e la globalizzazione dei mercati.

In più in Italia c’è da risolvere il problema della diffusa presenza di lavoranti clandestini impiegati nell’allevamento del bestiame, nella vitivinicoltura, ma maggiormente nella coltivazione e raccolta di ortaggi e frutti: la base del cibo fresco, necessario per la salute delle persone. Un contesto, che richiede alta manualità nella coltivazione e nella raccolta, in cui si manifesta il grande equivoco che vede accomunati, nel perseguire prezzi bassi, la grande distribuzione organizzata e le persone che percepiscono bassi stipendi e pensioni. Una concomitanza di interessi che è contro i produttori. Un’alleanza che ha fatto da innesco allo sfruttamento nei campi del lavoro clandestino praticato da persone immigrate che lavorano a basso costo in modo irregolare. Che ha legittimato il non rispetto delle regole della concorrenza tra le aziende agricole. Che ha leso le regole del mercato, creando una categoria di lavoranti privi di identità e di diritti e quindi schiavi. Un’alleanza oggi in crisi per via dei forti rincari sulla frutta e sulle verdure.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 15 giugno 2025

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FONTE Immagine Maria Enrichetta Dominici: Di N.N. – http://it.cathopedia.org/w/images/it/e/e8/42300.JPG, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15733796

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FONTE immagine sopra il titolo: lavoratori stagionali. Sito www.uila.eu