Santena, «Fallimentare e penosa», Roberto Ansaldi commenta la situazione amministrativa

SANTENA – 13 novembre 2009 – «Non serve fuggire», questo il titolo del commento di Roberto Ansaldi, capogruppo dell’Unione dei Moderati-Udc che inizia senza tanti giri di parole: «La situazione amministrativa di Santena è definibile in un solo modo: fallimentare e penosa».  Di seguito il contributo, arrivato il giorno dopo l’ennesimo consiglio andato a vuoto per l’assenza della maggioranza di centrodestra Pdl-Lega Nord.

Maggioranza a santena

Roberto Ansaldi2009set22Roberto Ansaldi spiega: «La situazione amministrativa è fallimentare perché un sindaco e la sua maggioranza si sono presentati alle ultime elezioni amministrative come i salvatori della patria e con tante promesse: non metteremo mano nei vostri portafogli; miglioreremo i servizi; ridurremo il costo della raccolta rifiuti; faremo il polo scolastico e la piscina; rivedremo il piano regolatore per e con i cittadini; faremo la nuova caserma dei vigili del fuoco; i carabinieri saranno presenti 24 ore su 24; faremo il terzo ponte e la parallela a via Torino; il 2011 sarà una opportunità economica … e tante altre cose simili». «Credo sia evidente – prosegue Ansaldi – anche ai fan più accesi del nicotrismo, che in due anni e mezzo questa amministrazione non solo non ha realizzato nulla di quanto promesso, ma ha agito in senso diametralmente opposto. Infatti: nelle tasche delle famiglie hanno attinto a piene mani;  il ponte e la parallela sono stati cancellati con un colpo di mano con tanto di bonus di 500.000 euro regalati alla Provincia – e tramutati in una fantomatica seconda circonvallazione che si vedrà – forse – tra vent’anni e che è assolutamente inutile alla viabilità e al traffico futuro; i costi e le bollette della raccolta rifiuti sono aumentati e il servizio è stato ridotto. Sulla gestione urbanistica non solo non è stato fatto il nuovo piano regolatore, ma è stato consentito che elementi della maggioranza – o loro soci o parenti strettissimi o amici – si facessero promotori di iniziative importanti, non pianificate e per nulla trasparenti. Non è ancora chiaro se la mancata pianificazione sia l’effetto o la causa delle iniziative, ma non sposta il problema. E si potrebbe continuare…».

Roberto Ansaldi prosegue: «A questo quadro, già di per sé grave, occorre aggiungere che la normale manutenzione è carente, che le aziende chiudono, che il parco è chiuso. E meno male che nelle ultime settimane è piovuto poco, perché altrimenti i santenesi avrebbero capito, sulla loro pelle, che sugli alberi che ingombrano il deflusso dell’ acqua e sui ripristini degli argini del Banna, sarebbe stato meglio intervenire prima». «La situazione amministrativa è penosa – accusa il capogruppo Roberto Ansaldi – perché quando cinque consiglieri di quella maggioranza hanno finalmente capito che il paese stava andando a rotoli, hanno cercato e provato a far cambiare registro e rotta creando Progetto Santena il sindaco – anziché rendersi conto della situazione e recuperare il recuperabile – ha brigato, con l’aiuto del Pdl provinciale, operato pressioni e quant’altro per 40 giorni con un solo scopo: recuperare 10 consiglieri per garantirsi la sopravvivenza. Un assessorato al poco e la promessa di un futuro finanziamento per i diversamente abili – che una amministrazione normale avrebbe potuto destinare prima –  è stato il prezzo che ha dovuto pagare e che è stato, però, più che sufficiente a far cambiare “le ferme” convinzioni a due dei cinque di Progetto Santena e che gli hanno consentito di stare in piedi. Una maggiorana risicatissima e traballante in cui tutti sono determinanti, con una Giunta fotocopia di quella precedente che aveva ampiamente dimostrato di non funzionare, ma pur sempre in piedi. Peccato per la città, ma questo è un altro argomento e, con un po’ di training autogeno e partitico, i problemi della comunità diventano fisime poco importanti cavalcati solo da una minoranza perfida».

Il capogruppo dell’Unione dei Moderati continua così la sua riflessione: «Le conseguenze? Sono facilmente desumibili e i primi segnali sono chiari: una amministrazione che farà poco o nulla, che vivacchierà nell’ordinaria amministrazione, fatta di patrocini e qualche contributo alle associazioni. Una amministrazione  che eviterà qualsiasi tipo di scelta – di cui la Città ha invece terribilmente bisogno – perché rischierà di andare sotto. Una amministrazione obbligata a mostrare i muscoli con fare arrogante per dimostrare ai dieci che è meglio tenere sempre la guardia alta con le opposizioni. Una amministrazione che fuggirà il più possibile qualsiasi confronto perché sa benissimo che parte perdente e che dal confronto civile sulle idee potranno anche nascere rischi tangibili per una tenuta numerica che si basa sul perverso concetto che ognuno, per sorreggere se stesso, è obbligato a sorreggere gli altri nove: meglio quindi evitare commissioni, consigli comunali e quant’altro parli della comunità».

Roberto Ansaldi aggiunge: «L’obiettivo, da qui in poi, sarà di resistere – a ogni costo e con ogni mezzo –, anche guadagnando tempo. Vedrete che la discussione del bilancio 2010 non sarà così imminente e che di piano regolatore non si parlerà più. Vedrete che si farà di tutto per non far sapere al popolo cosa è successo sull’outlet – con la scusa che ci sono gli esposti dei dirigenti del comune alla Magistratura, ben sapendo che la stessa arriverà tra qualche semestre – anche perché qualcuno dei dieci rimasti, sapendo magari come sono andate effettivamente i fatti, potrebbe anche togliere la propria faccia dalla maggioranza».

Il capogruppo di opposizione continua: «L’unica cosa che aumenteranno sono le lettere, piuttosto ridicole, del sindaco ai cittadini per dire che le opposizioni sono brutte, cattive e ce l’hanno con lui, ma in cui non ci sarà mezza parola che dica chiaramente al popolo ciò che le opposizioni gli stanno chiedendo, inutilmente, da luglio: chi ha dato le garanzie di poter edificare Santena-bis a chi ha comprato i terreni della Masseria, visto che gli acquirenti detto chiaramente che li hanno comprati con garanzia? Altra proliferazione sicura saranno le lettere mandate a enti, istituzioni e consorzi vari per dimostrare al popolo incazzato che la colpa non è sua. Missive che, però e a ben guardare, non fanno altro che dimostrare – ai pochi che in questi due anni e mezzo non l’hanno ancora capito – che il sindaco non ha fatto il proprio mestiere quando era ora e che amministrare una comunità è cosa molto diversa dal mero ed effimero esercizio del potere».

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