Assemblea Ages: gli interventi di Pollone e Benny

SANTENA – 9 novembre 2008 – Dopo Gerardo di Martino ed Enrico de Paolo sono saliti sul palco i sindaci di Villastellone e Santena. Di seguito il testo degli interventi di Giovanni Pollone e di Benny Nicotra.

Giovanni Pollone, sindaco di Villastellone, ha detto: “Ho accolto l’invito perché mi sento vicino a voi, soprattutto dopo avere sentito quello che ha detto Gerardo Di Martino. Voi avete voluto fare questa riunione proprio qui, davanti allo stabilimento, e vi posso dire che avete fatto bene. Se la facevate sparsa nei diversi Comuni interessati, probabilmente non si capiva così bene l’attaccamento che avete per questa fabbrica, alla storia di questa fabbrica, e questo lo si è capito molto bene da quello che ha detto Gerardo”.

Pollone ha aggiunto: “Io, come amministrazione di Villastellone, vi garantisco che tutto quello che potremo fare nei confronti delle istituzioni superiori, della Regione, come abbiamo fatto anche in altri casi, lo faremo. Per quel che riguarda i dipendenti Ages, concittadini villastellonesi – in sintonia con la minoranza, che è anche qui presente, siamo una rappresentanza del consiglio, non contano né colori né divisioni – attiveremo tutte le misure per venire incontro ai casi più gravi. Questo è quanto vi posso promettere. Naturalmente, tutte le informazioni che avremo e tutto il supporto che sarà possibile dare, lo forniremo di sicuro”.

La parola è quindi passata al sindaco di Santena Benny Nicotra, che è stato accolto subito da bordate di fischi. A questo punto è intervenuto Gerardo Di Martino: “Per favore, in democrazia tutti parlano, sia chiaro. Poi ci sono gli applausi per apprezzare e ci sono i fischi, se non si apprezza, ma facciamo parlare tutti.
Visibilmente teso, ha iniziato a parlare Benny Nicotra, sindaco di Santena: “Io parto da un presupposto, accetto anche i fischi. Sino ad adesso ho apprezzato le parole che sono state dette. Se qualcuno pensa che io non sia vicino ai lavoratori, credo che si sbagli. Perché il rapporto che ho avuto con le maestranze – sia esse manageriali, industriali, di categoria o operai – è sempre stato di grande attenzione per quanto riguarda l’occupazione. Ho apprezzato quanto hanno detto Gerardo Di Martino ed Enrico De Paolo. Ho apprezzato perché ho detto sempre guai mai che un’azienda fallisca. Un’azienda che fallisce significa la morte, significa una situazione molto delicata, e chi ha subìto queste situazioni lo sa bene cosa significhi. Nella nostra zona la situazione occupazionale è delicatissima: ci sono seri problemi alla Denso, qui all’Ages e in Pininfarina. Spesso sono aziende sanissime che però oggi hanno una precarietà di lavoro, che sono finite in una situazione delicatissima. In tutta la nostra Regione ci sono più di 200 aziende in stato fallimentare”.


Poi Nicotra ha aggiunto: “Durante l’incontro che abbiamo avuto il 30 ottobre, in Regione, io ho detto all’assessore al Lavoro che, per prima cosa, mi sono adoperato per raggiungere il ministro dell’Industria e il ministro al Lavoro. Quando bisogna raggiungere un obiettivo bisogna raggiungerlo per creare la serenità della remuneratività, perché alla fine il lavoro rappresenta una remuneratività per poter assolvere gli impegni economici che ogni famiglia ha”.
Poi il sindaco di Santena ha aggiunto: “Mi rivolgo soprattutto alla donna intervistata dai giornali di ieri. I giornalisti non dovevano parlare dei bambini; c’è la carta di Treviso che dovrebbe tutelarli. Quella mamma ha parlato per disperazione. Mi rivolgo ai giornalisti, certe cose sarebbe bene non scriverle”. Anche qui le parole di Nicotra hanno suscitato commenti e fischi.
Nicotra ha proseguito cambiando argomento: “Nell’insieme io non voglio il fallimento dell’azienda. Sia ben chiaro, mi adopererò, per quanto mi riguarda, che questa azienda continui. Io qui dentro all’Ages sono riuscito a portare dei grandi personaggi della Fiat”. Anche qui è stato subito interrotto da commenti, ma lui ha aggiunto con foga: “Ma ragazzi, con le Ferrovie l’azienda è stata sì certificata, ma Nicotra non si può sostituirsi al vostro commerciale. Avete capito? Quando si certifica un’azienda ci vai poi un commerciale che adempia alle richieste delle domande che vengono poste per avere il lavoro. Qui, invece, non si è mosso nulla. Non si guardavano neanche i terminali con le notizie sui concorsi per le ferrovie. Non credete solo a illazioni e pettegolezzi”.

Sempre con foga il sindaco ha continuato: “E veniamo al mio impegno amministrativo: questa azienda non diventerà mai commerciale. Questa è un’azienda che rimarrà industriale. Per cui i pettegolezzi voi giornalisti non scriveteli. Io non ho mai detto che questa azienda si convertirà in commerciale. Rimane industriale. Io non ho mai detto una cosa del genere e non lo farò mai. La responsabilità dell’assessorato all’edilizia privata è mia e per cui non c’è nessun assessore che mi può ricattare, dicendomi se non cambi io questo non te lo voto. A me non mi ricatta nessuno. Mi conoscete molto bene come affronto le mie situazioni. Io guardo la gente in faccia”.
Anche qui una parte dei presenti rumoreggia, il sindaco, infastidito, tira sempre diritto: “Va beh, qui la mettete sempre sulla politica. Va bene… non me ne frega nulla. Io vi guardo in faccia. Io ho il coraggio di guardarvi in faccia, voi invece delle volte non guardate in faccia quando dite le cose. Nella vita ci si affronta con la trasparenza e non con il pettegolezzo. Per quanto riguarda il sostegno alle famiglie in difficoltà, nel prossimo consiglio, mi adopererò per trovare un punto di incontro per queste persone. Questo lo farò: abbiamo 58 famiglie di lavoratori dell’Ages. Quando un sindaco si adopera, si adopera a 360 gradi. Al sindaco di Villastellone io ho mandato la missiva della situazione che stava subendo l’Ages, ma non ho scritto solo a lui. Ho scritto a tutti i sindaci di tutto il gruppo Ages. Ho scritto ai presidenti della Provincie e delle Regioni di tutto il gruppo Ages. Chi altro ha fatto queste cose? E allora? I pettegolezzi non esistono”.

Poi Nicotra ha detto: “lo sfogo, come lo avete voi, lo devo avere anch’io, che sono stato maltrattato, beffato, ricattato; ho avuto minacce di morte. Ma state scherzando?”. Anche qui dai presenti è salito un rumore di disappunto; il sindaco, incurante, ha concluso: “Comunque io vi ringrazio. Se sono venuto qui oggi è perché ho rispetto per ognuno di voi. In passato quando i sindacati hanno chiesto un incontro li ho ricevuti in Comune. Non abbiamo fatto politica. Ho cercato di costruire. Volevano incontrare la proprietà: l’abbiamo incontrata. Non ci posso fare nulla se non c’è stata soddisfazione. Ma la proprietà ha nome e cognome, non è un mio parente, non è un mio contitolare. In Regione, e con me c’era anche Bruno Ferragatta, ho cercato di convincere Di Sora a pagare il 30 per cento già questa settimana, ma se non mi sente, non lo posso certo obbligare. Non ho il potere per farlo. Ma io vi assicuro che cerchèrò di trovare un sistema costruttivo perché questa azienda non chiuda. Mi dicono di finire il mio intervento, lo faccio. Ma quello che vi ho detto è l’esasperazione che mi fa parlare così. Voi avete una esasperazione che capisco; ve lo dico con estrema franchezza. E non dimenticatevi mai che io sono un figlio di operai, quello che ho costruito è perché ho avuto la dignità di farlo e se sono arrivato dove sono arrivato – e nessuno mi ha spinto per arrivarci – devo ringraziare anche tutti voi. Per cui vi dico grazie ancora. Non facciamo fallire questa azienda”.

filippo.tesio@tin.it