Santena, dopo la Masseria il progetto dell'outlet dentro l'ex cava. Il commento di Ansaldi e Galizio

SANTENA – 24 luglio 2009 – Domenico Galizio e Roberto Ansaldi commentano la notizia del progetto dell’outlet nell’ex cava tra la Laria e la fornace Mosso.

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«Un paio di agricoltori ci avevano preannunciato la cosa – commenta Roberto Ansaldi, capogruppo in consiglio dell’Unione dei Moderati-Udc – e speravamo fosse soltanto una boutade estiva, invece scopriamo che la cosa è molto più avviata di quanto potessimo immaginare. Non si è ancora chiusa la storia della Masseria – siamo infatti sicuri che ad acque più calme la questione tornerà all’ordine del giorno – che viene fuori un’altra iniziativa: un outlet tra la Laria e la Fornace Mosso».

«A parte il fatto che si sta parlando di territori su cui insistono aziende storiche santenesi con tanto di posti di lavoro su cui svariate famiglie ci sbarcano il lunario e che meriterebbero un po’ più di rispetto – aggiunge Domenico Galizio, capogruppo di Insieme per Santena – cosa ci ha particolarmente colpito è la spudorata sicurezza declamata negli incontri con i proprietari dei terreni agricoli: entro un anno si parte, non ci sono problemi per la variazione urbanistica, lo svincolo dell’autostrada andrà via e chi più ne ha più ne metta».

«Siccome si tratta di un imprenditore che ha vincoli di parentela di primo grado con l’assessore alle infrastrutture – continuano Ansaldi e Galizio – c’è da chiedersi se in famiglia la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra, oppure entrambe sanno benissimo cosa fanno e, se così fosse, c’è da essere seriamente preoccupati dalle logiche con cui questa amministrazione governa ed intende utilizzare il territorio. Lo chiederemo al sindaco lunedì 27 luglio in Consiglio comunale – è una delle domande dell’ordine del giorno presentato dalle opposizioni – e a maggior ragione questo chiarimento ha senso dopo queste ulteriori novità».

«Sia chiaro un concetto – prosegue Ansaldi –: non siamo contrari all’imprenditoria e allo sviluppo, ma pretendiamo – oltre rispetto delle leggi e delle normative – che lo sviluppo sia vagliato, studiato e definito con grande attenzione, in particolare quando ciò implica l’uso del territorio».

«Non dimentichiamo mai – concludono Ansaldi e Galizio – lo abbiamo detto durante la serata pubblica sulla Masseria che, oltre alle usuali cautele derivate dall’utilizzo del nostro già esiguo territorio, la parte urbana di Santena è l’imbuto dei 400 chilometri quadrati del bacino del Banna e rischia di pagare conseguenze pesanti, in termini di esondabilità, se sul bacino si eseguono impermeabilizzazioni estese e non pianificate. Non vorremmo mai che passasse la perversa logica in cui la programmazione è un optional e il businnes, qualunque esso sia, la normalità oppure, peggio che mai, che la pianificazione diventi funzionale alla speculazione».