Santena, ordigno inesploso “Questo fatto non va sottovalutato, è un esempio grave che si aggiunge a troppi altri”, interviene Gino Anchisi

Santena – 18 dicembre  2011 – Gino Anchisi commenta quanto accaduto pochi giorni fa: davanti a  una villa del quartiere Case Nuove è stato trovato un ordigno rudimentale inesploso.

Gino Anchisi, ex consigliere comunale di Santena Cambia e volontario dell’Associazione Amici di Camillo Cavour  afferma: «Mi chiedo quanto tempo deve passare per far venire a Santena la Commissione Antimafia in modo da richiamare l’attenzione di tutti sulla grave situazione in cui ci troviamo. Santena tra pochi mesi cambia il Consiglio comunale e il Sindaco, questo segnale mi preoccupa».

Davvero si può dire che la campagna elettorale si è aperta con un ordigno inesploso?

«L’ordigno inesploso dice che in questa città c’è una presenza della malavita organizzata – afferma Gino Anchisi –. E’ inutile che facciamo finta di non vedere. Nel profondo Nord, in provincia di Torino si stanno via via adottando sistemi molto simili a quelli che sono applicati in territori d’Italia soggiogati da organizzazioni malavitose, ne abbiamo parlato qualche giorno fa proprio durante l’incontro organizzato da Libera».

Come deve reagire la società civile?

«Occorre ribellarsi e bisogna che lo facciano tutti. I Santenesi devono liberarsi da un giogo che umilia la città, la sua storia, le loro aspettative. Siamo una città simbolo della storia patria. Abbiamo quindi delle responsabilità maggiori rispetto ad altri. La società civile deve impegnarsi perché tutti rispettino le regole che sono alla base di uno Stato democratico e della convivenza civile. Troppi pensano che non pagare le tasse, non rispettare le norme edilizie, non pagare i servizi, vivere di prepotenza voglia dire essere bravi e furbi. Questo è il momento di voltare pagina. E’ ora di curare una malattia che da anni ha colpito Santena e di cui solo adesso tutti o quasi si stanno rendendo conto dei danni che può causare. Abbiamo bisogno di aria nuova e pulita per liberarci di episodi e di metodi che ogni cittadino amante della libertà e della giustizia deve condannare».

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