Santena, don Mauro Grosso: «Una novità positiva del 2012? La nuova amministrazione»

Santena – 26 dicembre 2012 – L’arrivo di una nuova compagine amministrativa è una delle cose positive dell’anno 2012. Lo ricorda in questa intervista don Mauro Grosso, viceparroco.

Don Mauro Grosso, tra le cose positive per la città di Santena che cosa va ricordato dell’anno 2012?

Don_Mauro_Grosso«In positivo, dell’anno che si chiude certamente per Santena mi sembra che ci sia da registrare una grossa novità: l’arrivo in comune di una nuova compagine amministrativa. Penso di poter tranquillamente affermare che sia proprio questa, a livello cittadino, la più grossa novità di questo 2012. Certamente per nuova compagine politica che si è delineata intendo le novità portate da Essere Santena sul panorama complessivo politico cittadino. E questo non è un giudizio di merito. Così come mi sembra da citare l’impegno e il grande risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle, altra novità dell’ultima tornata delle elezioni amministrative santenesi.  Questo vuol dire che c’è in Santena un rinnovato interesse per la cosa pubblica; anche se non significa che prima non ci fosse. Essendoci molte persone anche nuove che si sono impegnate in politica vuol dire che c’è un rinnovato interesse. E lo ripeto, questo non vuole essere un giudizio di merito circa il lavoro svolto prima o rispetto a chi, in città, fa politica da tempo. Vuol dire forse che, in città, accanto ad alcuni addetti che, da tempo, lavorano in campo politico, anche altri hanno scelto di impegnarsi e si sono decisi a dare una mano e la gente ha apprezzato e premiato questa loro scelta».

Anche nel recente messaggio natalizio l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia ha auspicato un impegno diretto dei cristiani in campo amministrativo. A Santena questo è già avvenuto.

«Da parte mia, per quello che ho visto e sentito, la questione sta un po’ in questi termini. La nostra brava gente cattolica, non brava perché cattolica, ma brava gente nel senso di persone con interessi, capacità e voglia di fare è finalmente uscita un po’ dalla logica del lamentarsi e di dire che le cose non vanno, oppure che potrebbero andare diversamente. Sono usciti dalla logica del lamentarsi per entrare nella logica dell’impegno. Io questo lo ammetto candidamente: con molte persone ho sempre detto che l’impegno sociale e politico è un impegno di tutto rispetto. Un impegno che bisogna assumersi anche come cristiani. Si tratta di cittadini credenti che mettono a servizio anche della cosa pubblica le loro capacità, le loro passioni. E lo fanno come credenti, con i valori che la fede suscita in loro. Ciò in cui credono li spinge verso l’altro in un certo modo ben preciso. Io credo molto di più ai credenti, ai cattolici impegnati che non ai cattolici adulti, cosa che vuol dire tutto e niente. Spesso il cosiddetto cattolico adulto è quello che ha una esperienza religiosa che tiene confinata all’interno del suo cuore, del suo modo di rapportarsi con il divino, e poi, in qualche modo, fa politica. Invece i cattolici impegnati sono quelli che si danno da fare nel volontariato, nel servizio e poi, a un certo punto, cambiano tipo di servizio e decidono di cimentarsi in politica».

Al viceparroco, nell’intervista di fine anno, sono state rivolte una decina di domande. Le altre risposte saranno pubblicate in servizi successivi.

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