Santena, Sì alle unioni di fatto

Santena – 5 febbraio 2013 –  “Sì alle unioni di fatto”: questo il titolo di un contributo inviato al blog da Gino Anchisi.

Sì alle Unioni di Fatto

Mentre a Santena si discute, da Roma, da Oltre Tevere, giungono buone notizie.

Sulle convivenze la Chiesa apre le porte. Il presidente del Consiglio Pontificio delle Famiglie, monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni, ha dichiarato che la politica deve trovare una soluzione per riconoscere i diritti civili delle coppie di fatto. Parlando di matrimonio, esclusivamente tra donna e uomo, ha riconosciuto che si possono formare famiglie sulla base di statuti giuridici nuovi, le Unioni di Fatto, che possono riguardare anche persone omosessuali. Il Vaticano ha preso atto della situazione e dei cambiamenti profondi che investono la società. Del resto la Chiesa, intesa come popolo di Dio, ha compreso da tempo che il problema riguarda tutti: chi ha conosciuto Cristo e chi non l’ha conosciuto, chi è cresciuto nella cultura cristiana e poi l’ha rifiutata e chi invece, pur avendo un orientamento spirituale, intende qualificarsi laicamente come cittadino. Mons. Paglia si basa su un principio irrinunciabile: tutte le persone sono uguali tra di loro perché sono figlie di Dio. Ciascuna gode di uguali diritti e doveri. Ne consegue che la Chiesa cattolica si esprime, anche in questa circostanza, contro ogni forma di discriminazione.

OLYMPUS DIGITAL CAMERALa convivenza del resto è una forma che ha sorpassato il tradizionale fidanzamento ponendosi prima o alla pari dello stesso matrimonio. Mentre si era ancora fermi al matrimonio civile o religioso, ai problemi legati al divorzio, al mantenimento delle pensioni di reversibilità e al comune senso del pudore, la convivenza si è affermata come modalità molto idonea a creare una famiglia.

Nel riconoscere questa nuova forma di espressione dell’amore e della vicinanza tra due persone la Chiesa chiede allo Stato laico di risolvere il problema dal punto di vista giuridico. Lo fa a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II richiamando la Costituzione “Dei Verbum”: “La comunità politica e la chiesa…, anche a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane”. La separazione dei poteri tra lo Stato e la Chiesa, sostenuta dal nostro più importante concittadino, permette ai cattolici e ai laici di affrontare il problema delle unioni di fatto che ormai caratterizza molte nuove coppie, giovani o anziane, omo o eterosessuali. Adesso la laicità deve entrare in campo, la politica deve dimostrare di essere all’altezza della situazione, raggiungendo i necessari compromessi sul testo della legge.

Gino Anchisi

Da Santena, la città di Camillo Cavour, martedì 5 febbraio 2013.

**

www.rossosantena.it

Twitter @FilippoTesio