Santena, i commenti alle dichiarazioni di Libera riportate da La Stampa

Santena – 15 febbraio 2013 – Libera rompe il clima di omertà “L’usura strangola Santena”. Non ci sono dubbi, il titolo dell’articolo pubblicato ieri dal quotidiano La Stampa è forte. Di seguito un po’ di interviste e commenti.

LaStampa_14feb2013La prima che interpelliamo è Paola Fazzolari, referente del locale presidio di Libera di Santena e Villastellone: «Noi abbiamo una convinzione. Il problema usura in città esiste ancora. Il presidio di Libera è nato anche per dare il coraggio alle vittime di uscire allo scoperto e denunciare gli strozzini. All’inizio la città guardava con diffidenza le nostre iniziative poi, piano piano le cose sono andate migliorando. Ora c’è anche qualcuno che si confida con noi. La denuncia segnalata dall’articolo del quotidiano torinese a noi l’hanno raccontata così. Nella centralissima piazza Martiri, a pochi passi dal palazzo municipale è possibile consegnare un assegno post datato e ricevere contanti, ovviamente una cifra di molto inferiore a quella riportata sull’assegno. Questa cosa qui siamo venuti a saperla perché la gente è venuta a raccontarcela. Io non penso che vengano a raccontarci frottole del genere. Raccontare a noi cose non vere non penso abbia senso, a meno che si tratti di persone che intendano screditarci. Si tratta di cose che abbiamo segnalato all’opinione pubblica: questo è il compito di Libera. Sicuramente non possiamo andare dai carabinieri perché di prove concrete non ne abbiamo e neppure conosciamo le persone che mettono in atto simili comportamenti».

Il sindaco Ugo Baldi commenta così l’articolo del quotidiano torinese: «L’amministrazione comunale è a fianco del locale presidio di Libera. I giovani del presidio sanno che siamo disposti ad affrontare di petto fenomeni quali l’usura. Il primo atto della nostra amministrazione è stato attribuire la cittadinanza onoraria all’imprenditore Pino Masciari. Detto questo gli articoli come quello pubblicato questa settimana dal quotidiano torinese non danneggiano certo l’amministrazione, ma cagionano danno all’immagine della nostra città che non ha bisogno di questo. Io non dico che Santena sia un comune dove va tutto bene: sicuramente ci sono tutti i problemi di microcriminalità che hanno i paesi vicini. Sicuramente dobbiamo lavorare ancora molto. In questo momento però credo vadano evitati inutili allarmismi. Io non andrei a creare ansie, se non di fronte all’esistenza certa di fatti gravi e concreti. Detto questo, vorrei fosse chiaro che io non me la prendo con nessuno, né con il giornalista e neppure con i ragazzi di Libera. Diciamo che l’articolo regge, come al solito però il titolo è forzato. Dico anche che se la situazione è grave teniamo pure alta l’attenzione: da qui però a dire che usura e racket sono presenti in città ce ne passa. Certe affermazioni vanno provate: altrimenti si cade nell’allarmismo gratuito e negativo».

Il vicesindaco Roberto Ghio aggiunge: «Veramente io dopo avere letto l’articolo sono rimasto basito. Abbiamo fatto e facciamo di tutto contro l’eventuale presenza del fenomeno usura. Abbiamo dato vita a due sportelli. Certo, come chiosa l’articolo, nessuno finora è venuto agli sportelli per denunciare di essere caduto nella morsa dell’usura. Vorrei però che fosse chiaro che gli sportelli hanno una funzione diversa: per denunciare fatti di usura occorre rivolgersi alle forze dell’ordine, non negli sportelli antiusura in comune. La mia impressione è che certe dichiarazioni siano un po’ il frutto della ricerca della ribalta. Certe dichiarazioni – e tanto meno il taglio di certi articoli – non aiutano la nostra città. In questi mesi abbiamo lavorato tanto per rilanciare l’immagine di Santena: articoli e titoli come quelli visti questa settimana non ci aiutano. Tante nostre iniziative positive non sono mai pubblicate: sui mezzi di informazione ci andiamo solo per cose scandalistiche o pruriginose. Questo davvero mi spiace. Mi chiedo che immagine venga trasmessa della nostra città se vengono riportate solo le cose negative».

Uno che ha qualcosa da dire rispetto all’articolo è il parroco don Nino Olivero: «Mi chiedo che senso abbia pubblicare una qualche frase virgolettata, attribuendola al sottoscritto spiegando che è del 2008. SI tratta di frasi ricostruite, estrapolate dall’intero discorso che avevo pronunciato ben cinque anni fa. Naturalmente il giornalista non mi ha sentito. Sono anni che mi vengono attribuite frasi senza mai essere interpellato. Che senso ha virgolettare qualche mia frase per dimostrare chissà quale tesi. Ritengo tutto questo una cosa veramente assurda».

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