Santena e orrori 25

Santena – 9 luglio 2016 – A Dacca prima vittima un Santenese. Fondamentalismo religioso che sfocia nel terrore. Cambia il consumo del suolo. Bruno Caccia, giudice scomodo, andava eliminato. Allarme bancario. Perché Santena ha bisogno degli Italiani e perché gli Italiani hanno bisogno di lei.

 1) Santenese in Bangladesh L’Isis ne aveva rivendicato l’esecuzione. Le autorità dissero che era solo delinquenza comune. Cesare Tavella è morto a Dacca, il 28 settembre 2015, sotto colpi di pistola sparati a bruciapelo, mentre faceva jogging sui marciapiedi del quartiere diplomatico di Gulshan, il quartiere blindato dove è avvenuta la strage del 1-2 luglio che ha visto nove vittime italiane. Tre giorni prima, il 28 giugno, sette persone sono state incriminate per il suo omicidio; il primo di una lunga serie contro stranieri, esponenti laici e di minoranze religiose. Secondo le autorità bangladesi gli accusati provengono da ambienti estremistici islamici che vogliono destabilizzare il Paese. Asaduzzamman Khan, il ministro dell’Interno, smentisce decisamente la presenza del terrorismo islamico, perché l’Isis in Bangladesh non è presente! Appunto.

2) Religioni terrorizzanti Non riguarda solo il fondamentalismo islamico. Da sempre c’è chi considera impuro chi non la pensa come lui. Succede anche in politica. E’ un vecchio vizio già praticato dai cattolici nei secoli delle guerre di religione europee, quando per snidare eretici e protestanti gli si chiedeva di snocciolare il Credo niceno. Chi non lo sapeva o chi si rifiutava di recitarlo correva seri rischi di finire sul rogo, dopo essere passato per vari gradi di tortura. Stesso discorso, con diverse modalità, valeva per i protestanti e altre sette ereticali.

3) Terrorismo religioso Prima gli hanno chiesto di recitare il Corano, poi i nove italiani sono stati sgozzati a Dacca da fanatici islamisti, al grido “Allah è grande”. Che si tratti di terrorismo con matrice religiosa non ci sono dubbi, viste anche le strombazzate rivendicazioni della strage. Le dichiarazioni delle “autorità” civili, italiane ed europee, che si limitano a parlare di terrorismo senza precisarne l’origine, sono ridicole. Certo non bisogna confondere più di un miliardo di mussulmani, peraltro assai divisi tra loro e per di più a loro volta maggioritarie vittime del terrorismo islamico, con il fanatismo settario. Ma tacere sulla matrice religiosa è solo ipocrisia, anche se qualche sceicco arabo si può irritare.

 4) Chieri maltempo Il clima cambia e cambiano le mentalità, gli usi e gli interessi di chi coltiva la terra. Sabato 2 cadevano palle da tennis di 120 grammi. Il gran mare di mais battuto dal vento e trinciato dalla grandine indica che è tempo di ripensare all’usura e al consumo del suolo. Intervenire sulla monocultura cerealicola significa prefigurare un futuro dove la ri-ruralizzazione recupera il suolo a un uso diverso, più innovativo. E’ tempo che i Sindaci e l’Appendino, insieme ai soggetti portatori d’interessi, intervengano per incentivare la biodiversità delle colture del Chierese-Carmagnolese, puntando in particolare sui Prodotti Agroalimentari Tradizionali, la grande risorsa del Pianalto della Città Metropolitana

5BrunoCaccia)’Ndrangheta tra noi A proposito dell’omicidio del giudice Bruno Caccia “Le mafie difficilmente ammazzano al di fuori delle proprie zone d’influenza militare, perché i significati di quella morte sarebbero diversi, eppure a Torino, come a Duisburg, hanno colpito, perché nella sostanza quella terra è loro”. (Roberto Saviano, La Stampa, 16 giugno 2016). La città di Camillo Cavour sa che non si deve mai abbassare la guardia.

6) Preghiere bancarie “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. (Matteo 6,3-10)”. Beati i banchieri italiani che dopo averne fatte di tutti i colori non pagano per gli orrori compiuti. (Unodinoi 5.30 a.m.). In attesa di Draghi.

7) Cos’è Santena? Non serve promuovere il Castello Cavour se non si valorizzano i contenuti e i significati in esso racchiusi. Qui non ci sono solo le memorie cavouriane. C’è di più. Ci sono le memorie delle generazioni che hanno contribuito a far nascere uno stato unitario e poi a renderlo, pur con difetti, uno dei Paesi del Mondo dove è una fortuna nascere, studiare, lavorare, amare e soffrire. Per le giovani generazioni Santena è una risorsa preziosa contro la de-storicizzazione in corso, conseguente alla svalorizzazione dell’Unità d’Italia. Aprire il patrimonio culturale custodito nel Castello alla elaborazione di una memoria patria, che curi quel certo senso di malessere che colpisce ogni italiano quando si parla della formazione dello stato unitario, è l’obiettivo su cui puntare. Operazione non semplice, che necessariamente deve coinvolgere la scuola e tutta la società. In particolare il mondo del lavoro e della produzione e i ceti interessati alle riforme. E dunque, cos’è Santena? E’ luogo di manutenzione e di cura della memoria patria.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 9 luglio 2016.

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Fonte immagine: cascinacaccia.net

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