Pianalto fiere, siccità, Santi Medici e Castello Cavour, puntata 85

SANTENA – 2 settembre 2017 – In attesa del Premio Cavour del XX settembre il Pianalto si ingegna su vari fronti. Fertilità, siccità, alluvioni, clima, sagre e fiere sono identità dalle radici lontane. Perché siamo tutti un po’ calabresi e viceversa. Come, quanto e perché la Regione sostiene la Fondazione Cavour.

Santena, castello Cavour, agosto 2017

 

1) Sagre e fiere. Oggi e domani si svolgono tre eventi tra i più importanti della Città Metropolitana: la 68° Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, la 40° Sagra del Pomodoro Costoluto di Cambiano, la 13° Fiera Regionale della Razza Bovina Piemontese di Riva presso Chieri, con la pregiata razza bovina new entry nel marchio europeo Igp. Tre manifestazioni che, con la Fiera delle Ciliegie di Pecetto, e con la Fiera dell’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, dimostrano come il Chierese-Carmagnolese sia il paradiso terrestre per i vegani, i vegetariani e gli onnivori della ex Provincia Torinese. In un intreccio di lavoro e cultura Asparagi, Peperoni, Ciliegie, Vitelloni, Pomodori e altri Frutti e Verdure caratterizzano il Pianalto come zona di solide tradizioni nella coltivazione e nell’allevamento. Una caratteristica che non si può comprimere in ristrette visioni localistiche, visto che tutti questi prodotti sono patrimonio di aziende agricole situate in diversi comuni tra loro confinanti.

 2) 200 anni fa la siccità. Cosa possiamo aspettarci? Conoscete il 1816, l’Anno senza estate? Ne parla il DVD che accompagna la Mostra “Camillo Cavour e il suo tempo” realizzata dalla Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena in apertura del 150° dell’Unità d’Italia.  Lo ricorda perché segnò la vita dei nostri antenati risorgimentali.  Duecento anni fa l’eruzione del Vulcano Tambora seminò fame, malattie e morti a seguito del cambiamento del clima di tutto il Globo causato dalle polveri immesse nell’atmosfera. Un evento che segnò tra l’altro la storia di tutte le famiglie di Santena e del Pianalto e dell’Europa. Se per caso vi è sfuggito andate a rivederlo perché, in parte, ricorda questa estate 2017. Certo per ora le conseguenze sono meno drammatiche. St’autunno e st’inverno si vedrà!

3) Giubileo dell’acqua. Il passato insegna.  Dopo l’eruzione del Tambora nel Pianalto si fecero processioni per la pioggia anche in pieno inverno. Le cronache del tempo ricordano che il dramma non fu solo durante la gelida e piovosa estate 1816. Il peggio doveva ancora venire. Dal 20 novembre al 24 maggio 1817, tranne una piccola nevicata il 17 gennaio, non cadde acqua. Non c’erano scorte di cibo perché tutti i raccolti erano andati male. Le semine primaverili erano in pericolo. Allora l’autorità ecclesiastica, d’accordo con quella civile organizzò, da una chiesa e un santuario all’altro, una campagna di digiuni e processioni di penitenza, che oggi definiremmo di Zona omogenea. Dai primi di aprile al 24-25 maggio, quando finalmente piovve, il fervore crebbe, insieme agli stenti. Ovviamente dal 26 maggio si organizzarono penitenze, messe e processioni per ringraziare tutti i Santi e il Padre Eterno. Quelli erano tempi diversi che vale sempre lo sforzo di ricordare. Adesso studiare un Piano di zona del ciclo dell’acqua equivarrebbe quasi a un anno santo.

Immagine di archivio, settembre 2016

4) Cosma e Damiano e Asparagi. Così come per ogni Santenese dovrebbe essere obbligatorio promuovere la Fiera dell’Asparago, altrettanto vale per la Festa Santi Medici Cosma e Damiano. Vuoi perché è un’importante manifestazione culturale e religiosa, vuoi perché in fondo siamo tutti un po’ Calabresi, Greci, Siriaci e prima ancora Africani, nonché figli di Eva e Adamo. Risulterebbe infatti che l’antropizzazione della Penisola sia iniziata migliaia di anni fa da un nucleo di origine ellenica stabilitosi in Sicilia e poi passato sulla terra ferma, per risalire fino alle Alpi e oltre. La musica che si ascolta dal 21 al 24 settembre in Piazza Alcide De Gasperi è l’insieme di suoni mediterranei, afro e mediorientali che sono alla base della spiritualità cristiana, erede dei precedenti riti pagani e politeistici. Le esibizioni musicali sono a ingresso libero.

5) Attualità del XX Settembre. Da Giovanni XXIII a Francesco di sicuro tutti i Papi sarebbero d’accordo con Cavour.  A maggior ragione oggi, in presenza di una nuova sfida sulla libertà di coscienza e sulla coerenza a livello mondiale tra Islam e Cristianesimo. Chi vuol conoscere l’opera di Camillo Cavour e dei suoi seguaci per il rinnovamento del Cattolicesimo non può ignorare l’articolo del Risorgimento del 18 maggio 1848. Uno scritto attuale, che pone il problema delle maggioranze e della libertà religiosa per una Chiesa che vuole essere universale. Citando la Polonia, l’Irlanda e il Belgio in cui il Cattolicesimo lottava contro gli acattolici al fianco degli oppressi, Cavour sosteneva che il clero in Italia doveva battersi perché gli acattolici, minoritari, potessero godere della libertà religiosa. Se la Chiesa, popolo e clero, non avesse superato questa contraddizione, infatti avrebbe arrecato un danno al Cattolicesimo ben superiore a quello che potevano causare i suoi persecutori.

 6) Castello Cavour area di eccellenza del Piemonte. Lo dice la deliberazione della Giunta Regionale 17 luglio 2017, n. 44-5374, L.R. 58/78, pubblicata sul Bollettino ufficiale n.33 del 17 agosto, in cui si “spiega” in che modo il Piemonte sostiene la Fondazione Camillo Cavour, in quanto ente partecipato. Il contributo è erogato perché fondamentale per la diffusione di una politica culturale regionale volta a valorizzare e promuovere le aree di eccellenza. La Fondazione promuove gli studi cavouriani e ogni altra iniziativa volta ad approfondire e diffondere la conoscenza dell’opera di Camillo Cavour e i suoi insegnamenti. La Regione trova rappresentanza nell’Assemblea dei Fondatori, nel Consiglio di Amministrazione con la nomina di tre membri da parte della Giunta Regionale, e nel Comitato Scientifico, dove a norma di Statuto è prevista la presenza del Direttore alla Cultura della Regione Piemonte. La Regione Piemonte con DGR n.55-13239 dell’8/02/2010 ha aderito alla Fondazione Cavour (ente partecipato) in qualità di Socio Fondatore.

7) Contributo dei Fondatori. Per ora non è prevista dallo Statuto la quantificazione annuale del contributo richiesto ai Soci Fondatori. In occasione dell’Assemblea dei Fondatori del 20/12/2016, alla luce del documento programmatico previsionale dell’attività relativa al 2017 e relativo bilancio di previsione – che presenta un totale di costi d’esercizio dell’Ente pari a euro 340.200,00 ‐ la Regione ha manifestato la volontà di confermare l’importo di euro 122.000,00 in considerazione del minore contributo assegnato dal Comune di Torino, erede e proprietario dei beni custoditi a Santena, e in analogia con il contributo regionale riconosciuto per l’anno 2016. Contributo di 122.000, di cui 58.560 di quota in acconto su bilancio 2017 e di euro 63.440 in quota a saldo su bilancio 2018 .

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 2 settembre 2017

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