Santena, la città ha celebrato il 25 aprile festa della Liberazione

SANTENA – 3 maggio 2018 – Con una cerimonia svolta in piazza Martiri e poi sul ponte di via Cavour dedicato al carabiniere e partigiano Beppe Musso, la città ha celebrato il 25 aprile, festa della Liberazione.

 

L’appuntamento in piazza della Libertà è iniziato poco dopo le 9,45 con l’arrivo di cittadini, componenti delle associazioni santenesi e delle autorità. La manifestazione è cominciata poco dopo le ore 10. Davanti al municipio c’è stato un breve indirizzo di saluto del sindaco Ugo Baldi, a seguire la filarmonica cittadina ha suonato il Silenzio. L’alpino Ezio Boglione, a nome delle associazioni d’arma, ha chiesto l’attenti e tre ragazzi delle primarie con i sindaci Ugo Baldi di Santena e Livio Strasly di Riva presso Chieri, con il comandante della polizia municipale cittadina Roberto De Filippo e il comandante della caserma dei carabinieri Giovanni Esposito, hanno depositano la corona d’alloro davanti alla lapide in onore dei santenesi caduti nelle guerre. A seguire la benedizione ai presenti, impartita dal viceparroco don Mauro Grosso.

La manifestazione ha visto tradurre tutti gli interventi dagli interpreti della Lis, lingua dei segni. Chiusa la prima parte della celebrazione del 25 aprile, è partita la sfilata  fino al ponte sul Banna dedicato al carabiniere e partigiano Giuseppe Musso. Nel tratto la banda musicale  ha proposto la marcia  Parata di Eroi. I musici si sono quindi disposti  sul ponte. Gli studenti della scuola primaria e secondaria dell’Istituto comprensivo, con tanto di cappellini tricolore, hanno occupato la parte antistante i due cippi dedicati ai partigiani santenesi Giovanni Tosco e Giuseppe Musso.

Gianni Gaude, presidente dell’associazione Le radici, la memoria,  ha detto: «Oggi celebriamo il 73° anniversario dalla Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Sono passate tante generazioni da quell’evento che ha modificato  radicalmente il nostro modo di vivere, il modo di rapportarci con le Istituzioni, con i problemi  quotidiani. Abbiamo avuto 73 anni di pace per il nostro Paese: non era mai successo prima. Forse dovremmo riflettere di più sul significato di quell’evento che ha cambiato la storia, e speriamo il futuro, dell’Europa: la Liberazione dal nazi-fascismo e la nascita della Costituzione Repubblicana e trasmettere alle nuove generazioni questo grande patrimonio». I primi studenti a intervenire sono stati i ragazzi della classe 5° Cavour, con gli insegnanti Irma Eandi e Maria Grazia Campione che, disposti a semicerchio, hanno proposto “Oltre il ponte”.

Ad aprire gli interventi delle autorità è stato l’assessore Paolo Romano: «Buongiorno a tutti. Ringrazio l’associazione Le radici, la memoria, che cura l’organizzazione di questo importante evento, che per il sesto anno  mi concede la possibilità di esprimere un pensiero in occasione della festa del 25 aprile, un pensiero di un giovane amministratore che, insieme ad altre  persone, prova a fare qualcosa per la propria città e per tutti i cittadini. Come ogni anno cerco di rendere attuale uno o più principi che vengono associati ai valorosi eroi delle guerre».

Paolo Romano ha detto: «In questa importante occasione, dove ricordiamo i 73 anni della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo vorrei soffermarmi su un concetto che ritengo fondamentale ed in perfetta sintonia con i valori di libertà, dedizione, impegno, sacrificio, amore, servizio che hanno caratterizzato chi ha combattuto per la libertà e che ricordiamo oggi. Questo concetto è il volontariato. Per volontariato intendo l’attività gratuita e spontanea verso chi necessita di aiuto oppure per fronteggiare emergenze occasionali o nell’interesse collettivo svolta in maniera individuale o attraverso associazioni costituite per specifici scopi benefici. Quindi ci sono molte opportunità per cui ognuno di noi indipendentemente dall’età, dal sesso, dallo stato sociale può fare qualcosa per gli altri e per la collettività».

L’assessore Paolo Romano, ha proseguito: «Nella nostra Santena da un lato, per fortuna, abbiamo molte proposte con già diverse persone che si danno da fare, ma il mio appello è rivolto a tutti quelli, e sono tanti, la maggioranza, che potrebbero fare qualcosa per il paese, per i più bisognosi, insomma per gli altri con lo stesso spirito di servizio che avevano i nostri soldati che ricordiamo oggi. I campi di interesse sono molteplici dal socio-assistenziale al culturale, al musicale; dal ricreativo al religioso, dallo sportivo all’educativo, dal pubblico alla protezione civile e ancora molti altri. Un esempio concreto sono le tante associazioni del territorio santenese, molte qui presenti, a cui faccio un ringraziamento collettivo per le loro prestazioni e per i loro servizi». «Il volontariato in genere si fa in silenzio senza proclami e la più bella soddisfazione è quella di aver dato qualcosa agli altri – ha aggiunto Paolo Romano –. Invito soprattutto i giovani a provarla, si tratta veramente di una bella sensazione. Voglio condividere con voi un principio che ho fatto mio ­– e che credo sia condiviso – cui tengo molto e cioè che nella nostra vita è importante ritornare, cioè dare agli altri un pochino di quello che abbiamo ricevuto. Il volontariato è uno dei principi più nobili di un paese moderno, di una società evoluta che vuole crescere in armonia e comunità. Il volontariato è un’espressione di libertà in un Paese libero».

Paolo Romano ha terminato così: «Concludo con una speranza ovvero che più persone riescano a far parte della grande famiglia del volontariato e con un invito che i nostri volontari e le nostre associazioni continuino nel loro impegno per Santena. Sono sicuro che così anche i nostri combattenti per la libertà ne sarebbero felici».

Il microfono è passato agli studenti della classe 3E della secondaria, con l’insegnante Valeria Castellani, che hanno proposto un “Dialogo sulla libertà”.  Gianni Gaude ha espresso alcuni ringraziamenti a: «Tutte le autorità, l’Arma dei Carabinieri, le Associazioni d’Arma, la direttrice didattica Giovanna D’Ettore e tutto il corpo insegnante, le Associazioni civili, i nostri vecchi, Martino Pollone, figlio di Chelino, con lo stendardo di GL, Giustizia e Libertà, tutti i cittadini sempre numerosi». E’ quindi stata la volta dei ragazzi della 1E della secondaria, con l’insegnante Castellani Valeria, hanno proposto alcune lettere di partigiani.

Gianni Gaude ha ricordato «I 35 santenesi internati militari Italiani nei campi di concentramento tedeschi, per tutti Pinin Razzetti instancabile testimone e portabandiera dei Reduci. I 400 operai FIAT, deportati e uccisi a Mauthausen, tra loro Giuseppe Griva e Matteo Caratto, papà di Bruno. I 5 alpini dispersi in Russia. I 13 sui vari fronti di guerra dalla Jugoslavia, alla Grecia, all’Africa.  Chi, aggregato ai marines  americani e contribuì alla liberazione dell’Italia».

Ha portato il suo contributo Nerio Nesi, presidente dalla Fondazione Camillo Cavour. Il microfono è passato agli studenti della classe 3aA della secondaria, con l’insegnante Fulvia Niggi che hanno proposto una drammatizzazione. Al termine Gianni Gaude ha chiesto un applauso: «Per dire grazie. Grazie a tutti Voi, ragazzi e ragazze. Grazie a tutto il corpo Docenti, alla Direzione didattica, tutti da anni impegnati nel percorso  di “Cittadinanza e Costituzione”  che ci auguriamo possa continuare».

 

A seguire l’indirizzo di saluto di Giovanna D’Ettore, dirigente dell’istituto comprensivo cittadino, affiancata dal vicario Martino Pollone.

 

E’ quindi intervenuto Livio Strasly, sindaco di Riva presso Chieri.

Gianni Gaude ha detto: «C’è una pagina taciuta. Il ruolo delle donne nella resistenza. Oggi rivolgiamo un sentito grazie a Rina Tosco, a Margherita Musso, a Giovanna e Marianna Pollone, Caterina e Maria Tosco, Giulia Bottino, Lucia e Caterina Elia, Linda, suor Serafina, e a tante altre santenesi, instancabili testimoni… Grazie alle donne impegnate nella resistenza». Sono intervenuti gli studenti della 5B della Cavour con le insegnanti Elisabetta Mangone e Lucia Chiesa, con un contributo dal titolo “La resistenza taciuta”.

Il microfono è passato nelle mani del sindaco di Santena Ugo Baldi, che ha detto: «Dopo tutto ciò che abbiamo ascoltato, tocca a me chiudere questa celebrazione e vi ringrazio tutti indistintamente, perché come ogni anno non lasciate sole le istituzioni in questa ricorrenza che, con molta, troppa superficialità, per la stragrande maggioranza degli italiani è soltanto un giorno festivo in cui potersi concedere il meritato riposo. Già, perché quanto è difficile parlare di libertà a chi questa libertà l’ha avuta in eredità, se l’è trovata fatta e costruita fin dalla nascita e immagina che sia sempre stato così. Direi che è quasi impossibile raccontare di libertà a due, tre generazioni che la dittatura l’hanno forse solo sentita raccontare o letta nei libri di storia. Che la guerra l’hanno sentita descrivere in televisione o studiata in modo nozionista durante la scuola».

Il sindaco ha detto: «E’ difficile ragionare di libertà a chi per tutta la sua vita ha potuto esprimere liberamente i propri pensieri, ha potuto eleggere democraticamente i propri rappresentanti al Governo, ha potuto esprimere il proprio credo religioso. E’ davvero complicato riuscire a far appassionare le persone a qualcosa che viene dato per scontato. Eppure Santena ha pagato un contributo elevato per questa libertà di cui oggi godiamo i frutti. Frutti che non sono inesauribili. Frutti che, se non ben conservati, si deteriorano facilmente. Per questa libertà Santena ha pagato con la vita dei suoi figli più giovani, come Giuseppe, come Giovanni, come tanti altri. Ha pagato con la sofferenza e il dolore delle famiglie di questi ragazzi. Ha pagato con le privazioni di gran parte della sua popolazione. Non esiste Comune in Italia che non abbia pagato a caro prezzo questa libertà di cui oggi godiamo. Ragazzi: la libertà è il dono più importante che un uomo possa avere e quando ne viene privato la vita si ferma, anche se il cuore continua a battere ed i polmoni continuano a respirare. Quindi, ragazzi, ringraziate ogni giorno i vostri bisnonni per averla riconquistata per voi e ringraziate i vostri nonni ed i vostri genitori per averla conservata per voi. Ma tocca a voi difenderla ad ogni costo: per voi stessi e per le generazioni future. E per farlo c’è soltanto una regola certa e sicura: rispettare la libertà degli altri, sempre, comunque e prima della propria.  Le guerre, le violenze, le dittature, gli odi razziali hanno una sola radice comune: l’egoismo. Cancellatelo dai vostri cuori, ragazzi, e resterete persone libere. Buona Festa della Liberazione a tutti i cittadini santenesi».

A seguire la banda musicale ha suonato Bella Ciao e Fischia il Vento. Ezio Boglione, a nome delle Associazioni d’Arma in Congedo, ha chiesto l’attenti. La filarmonica Canonico Serra ha proposto il Silenzio. 6 ragazzi delle scuole santenesi, 3 della primaria e 3 della secondaria hanno depositano un mazzo di fiori ai piedi dei due cippi dedicati ai due partigiani Musso e Tosco. La manifestazione si è chiusa sulle note dell’inno nazionale.

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