Santena: identificare il Chierese, Pianalto, Carmagnolese. Puntata 323

SANTENA – 18 settembre 2022 – Il Pianalto, terra di Camillo Cavour e dei suoi contemporanei. Parlando del Distretto del Cibo c’è chi sostiene che pochi siano gli elementi unificanti tra le tre aree. Che le distanze sono troppo ampie. Che troppo alto è il numero dei comuni, 26. Che sarebbe impossibile mettersi d’accordo.

Villastellone, Sagra della patata, gazebo del Distretto del cibo del Chierese-Carmagnolese, 18 settembre 2022

Costoro dimenticano che i numeri sono ben di più. In ballo ci sono ben 2200 aziende agricole e centinaia dell’agroalimentare. Imprese che per fortuna non sono imbrigliate in un mercato autarchico, rinchiuso nel localismo. I loro interessi infatti spaziano oltre i confini del Distretto servendo l’area metropolitana torinese, parte del mercato regionale e una quota del mercato italiano. Le dimensioni con cui si rapportano sono ampie ed esposte alla concorrenza di livello globale.

La zona si contraddistingue per essere formata da tre aree con ricche identità e forti relazioni interne ed esterne. Il Chierese, con il Pianalto, il Nord Astigiano, il Villanovese, il Chivassese, il Monferrato e il Torinese. Il Pianalto, con il Chierese, il Villanovese, il Carmagnolese, il Monferrato, il Roero e il Torinese. Il Carmagnolese, con il Pianalto, il Roero, il Braidese, il Saluzzese-Saviglianese, il Basso Pinerolese e il Carignanese e il Torinese. Il loro orizzonte si rapporta con le Alpi, il Mediterraneo, la Pianura Padana, l’Europa, l’Est-Centro e Sud Italia. La zona ha però un problema. Ha bisogno di farsi identificare con le sue specialità e i suoi caratteri da chi la percorre e da chi è interessato ad allacciare relazioni con il suo articolato sistema.

Diventa dunque importante individuare gli elementi che la contraddistinguono. Tra i tanti, eccone un elenco:

  1. Il sistema delle aziende agricole e agroalimentari specializzato in comparti e filiere che talvolta si integrano tra loro: allevamento, latticini, cereali, ortaggi, frutta, erbe   officinali, vivaismo.
  2. I legami geologici tra la Collina di Chieri, il Monferrato del sud-ovest, l’est Roero che hanno dato la forma al Pianalto e al Bacino della Banna.
  3. Le infrastrutture viarie e autostradali che dai tempi dei Romani, dei Longobardi e oggi  collegano il Mediterraneo, l’Est della Pianura Padana, il centro e il Sud Italia alle Fiandre, alla Germania, alla Gran Bretagna, al Nord Europa, alla Francia e alla Penisola Iberica.
  4. La rete ferroviaria locale, interregionale e internazionale nata dalla mitica Torino-Genova (1848-1853), collegata tramite il tunnel del Frejus all’Europa e al Mediterraneo, fino al Canale di Suez e alle Indie.
  5. Le linee elettriche realizzate per sostenere l’industrializzazione degli anni Cinquanta e Sessanta del ventesimo secolo e oggi utili per affrontare il terzo millennio.
  6. I 3000 ettari di aree protette di cui: il Parco della Collina di Superga, con Baldissero e Pino Torinese; la confluenza Po-Banna, 164 ha; San Michele di Carmagnola, 227 ha; Po Morto di Carignano, 502 ha; Peschiere e Laghi di Pralormo, 203 ha e… udite udite… Stagni dei Favari in territorio di Santena, Villastellone e Poirino, 1843 ha, il cui centro è la cascina del Lai, antica proprietà dei Benso di Santena.
  7. Le direttrici di industrializzazione, dei servizi logistici e della grande distribuzione sull’asse Moncalieri-Villanova con i prolungamenti su Villastellone e sul Chierese e nel Carmagnolese.
  8. La storica carenza di acqua nel Bacino della Banna da affrontare con un Contratto di Fiume per trovare le risorse necessarie a ripristinare la rete e le infrastrutture formate dagli invasi, le peschiere, i torrenti, i rii, i canali, i fossi e per completare il ciclo integrato dell’acqua.
  9. Il rischio costituito dalle disastrose alluvioni che danneggiano le produzioni, i terreni, le aziende agricole oltre i centri abitati e le borgate.  
  10. La rete di Internet via cavo e via satellite.
  11. La viticoltura praticata tutt’intorno: nel Roero, nella Collina Chierese e nel Monferrato.
  12. La rete dei prodotti agroalimentari con relative associazioni di produttori.
  13. I dati e le informazioni raccolte nel Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, nel Museo Civico Craveri di Storia Naturale di Bra, nel Museo di Storia Naturale dei “Fratelli della Sacra Famiglia” di Chieri e nella rete dei Musei e degli Archivi  del Territorio. 
  14. L’attività di due istituti superiori con una sezione Agraria: il Bernardino Vittone –Bonafous di Chieri e il Baldessano-Roccati di Carmagnola.
  15. La presenza di ben quattro parchi paesaggistici realizzati da Xavier Kurten che meritano l’inserimento nel patrimonio Unesco. Ternavasso, Pralormo, Santena e San Salvà.
  16. I beni culturali di epoca preromana, romana, longobarda, medievale, rinascimentale, barocca e risorgimentale.
  17. Il paesaggio modellato nei secoli dal lavoro delle persone a seconda dei terreni, delle vicende storiche, delle specializzazioni maturate e caratterizzate da una innata attenzione alle innovazioni e alla domanda del mercato.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 18 settembre 2022