Maxi allevamento di suini a Ternavasso: ne ha discusso il Consiglio regionale del Piemonte

TOINO – 13 marzo 2023 – Nella seduta del 23 febbraio scorso il Consiglio regionale del Piemonte ha discusso una interrogazione del consigliere Ivano Martinetti, del Movimento 5 Stelle, sul “Maxi allevamento a Ternavasso nel Comune di Poirino”.

Poirino, frazione Ternavasso
Ternavasso di Poirino, l’area del progetto dell’allevamento di suini

L’interrogazione è stata illustrata dal consigliere Ivano Martinetti, del Movimento 5 Stelle, che ha detto: «Da una lettera inviata da rappresentanti di 26 associazioni ambientaliste emerge una forte preoccupazione per il progetto relativo alla realizzazione di un grande allevamento, che potrebbe ospitare fino a 8.000 suini, in località Ternavasso nel comune di Poirino. Stiamo parlando di quattro stalle della lunghezza di 160 metri. L’allevamento necessiterebbe di 30 milioni di litri d’acqua all’anno per il funzionamento e si parla anche di due cisterne di raccolta per le deiezioni di circa 40 metri di diametro».

Il consigliere Ivano Martinetti ha proseguito così: «Tale progetto potrebbe determinare, oltre un notevole consumo di suolo, anche problemi di esalazioni e odori sulle zone circostanti, di particolare pregio vitivinicolo. Questo sito si affaccia, infatti, sulle Rocche del Roero. Vi sono, inoltre, le problematiche relative allo smaltimento dei liquami che saranno sicuramente prodotti, poiché faranno parte della gestione di questo allevamento. Ma parlare di “allevamento” quando si parla di 8.000 capi, secondo me, è riduttivo, perché in realtà sono quattro allevamenti intensivi posti su un solo sito. Per la costruzione di questo allevamento è stato individuato un territorio che rientra nel Distretto del cibo chierese, nel quale, come si legge nella pagina dedicata del sito della Regione Piemonte, si individuano “sistemi produttivi locali, che si caratterizzano per una specifica identità storica e territoriale omogenea e integrano attività agricole e altre attività imprenditoriali, in coerenza con le tradizioni dei luoghi delle coltivazioni”. Di recente ci siamo recati sul posto per un sopralluogo e, effettivamente, il sito potrebbe creare dei problemi, anzitutto, per i collegamenti stradali che, assolutamente, sono inadeguati se pensiamo ai trasporti, agli autoarticolati, ai camion di grosse dimensioni che dovranno transitare su strade che non sono assolutamente adatte. Inoltre, c’è una grossa preoccupazione, non soltanto da parte delle associazioni che hanno scritto, ma anche da parte di alcuni comitati, sorti spontaneamente, che su quel territorio hanno già delle attività. Infatti, a pochi chilometri c’è un campo da golf, un centro sportivo piuttosto importante e conosciuto, ci sono un paio di cascine dedicate anche ad attività per i disabili, oltre al castello di Ternavasso, che è sotto tutela della Soprintendenza. La nostra domanda è molto semplice: quali azioni s’intendono intraprendere per evitare potenziali conseguenze di uno stabilimento di questo tipo?».

La risposta, di competenza dell’assessore regionale all’Ambiente, è arrivata dall’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, che ha cominciato così: «Come sottolineato dall’interrogante, la questione è prevalentemente di natura ambientale. Ho qui la risposta dell’assessore Matteo Marnati, che si scusa per non poter essere presente, perché oggi è a Novara, per compiti istituzionali. Io la leggo». L’assessore Luigi Genesio Icardi ha proseguito così: «Occorre premettere che la competenza autorizzatoria per il progetto in oggetto risulta in capo alla Città metropolitana di Torino. La Regione non è coinvolta nel procedimento per gli aspetti relativi alla gestione dei liquami e all’uso delle risorse idriche, né per quanto riguarda la produzione di odori e neppure può introdurre vincoli o limitazioni specifici rispetto a quanto già previsto nei propri atti di carattere generale sulla localizzazione degli impianti e, soprattutto, della normativa comunitaria e nazionale. Il progetto è stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale e ad autorizzazione integrata ambientale. La fase di valutazione ambientale coinvolge, nella Conferenza dei servizi, tutte le autorità competenti e titolate a esprimersi nella sede opportuna in cui effettuare, sulla base degli elementi tecnici acquisiti, il bilanciamento tra i possibili vantaggi e/o effetti positivi del progetto, rispetto alle potenziali ricadute negative sulle diverse matrici ambientali. Il procedimento è finalizzato all’espressione di un giudizio inerente alla coerenza nei confronti degli obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita, nonché della valorizzazione di risorse e dell’interazione e compatibilità dell’impianto rispetto al territorio e alle normative comunitarie nazionali e regionali. L’istruttoria tecnica-amministrativa, quindi, comprende l’acquisizione di tutte le ulteriori autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, atti di concertazione e nulla osta necessari non solo all’esercizio, ma anche alla realizzazione dell’opera stessa».

L’assessore Luigi Genesio Icardi ha chiuso così: «Occorre considerare, inoltre, che l’autorizzazione integrata ambientale prevede anche che vengano individuate e adottate, da parte del soggetto gestore dell’impianto, le migliori tecniche impiantistiche disponibili, che per ogni specifico contesto garantiscono bassi livelli di emissioni inquinanti e ottimizzazione dei consumi di materie prime. L’adeguatezza del progetto, rispetto a questi requisiti previsti, è valutata dall’autorità competente nell’ambito dell’istruttoria. In merito alle eventuali problematiche relative alle emissioni olfattive, questa Regione ha adottato, con deliberazione della Giunta regionale numero 13 del 9 gennaio 2017, le linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività a impatto odorigeno, che costituiranno il riferimento, nell’ambito dell’istruttoria, per l’autorizzazione dell’impianto in questione».

Grafica del progetto dell’allevamento di suini

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