Santena, progetto Casa della comunità. Il parere dei medici di base

SANTENA – 6 marzo 2024 – Tempo un anno e sarà pronta la Casa della comunità. Sorgerà nell’ex plesso delle elementari, in via Vignasso. Investimento previsto 1.250mila euro. Risorse messe dalla città di Santena. L’Asl To5 ci mette personale e strutture. Alla riunione di presentazione sono intervenuti anche due medici di base: Enrico Camponogara e Isabella Masaneo.

Il progetto di trasformazione dell’attuale ex plesso delle elementari in Casa di Comunità, è stato affidato dalla città di Santena all’architetto Renzo Bounous, con studio in Pinerolo. Il progetto è stato presentato la scorsa settimana, mercoledì 28 febbraio 2024. La riunione si è svolta nella sala consiliare, al piano terra di palazzo municipale.

In apertura di riunione il sindaco di Santena Roby Ghio, tra le altre cose, ha detto: «La Casa della comunità che stiamo realizzando  ha l’ambizione di essere ben di più di una serie di uffici per i medici che lavorano a Santena. Vuole essere un presidio territoriale di sanità. I medici oggi hanno esigenza di lavorare in squadra. In coordinamento. Nella casa della comunità uniremo i medici di famiglia con una serie di servizi che l’ASLTO5 offre alla cittadinanza e al territorio. Nel piano rialzato realizzeremo un presidio di primo intervento. Sarà strutturato con ambulatori, simili a quelli presenti negli ospedali. Il secondo piano della struttura di via Vignasso sarà interamente dedicato alla medicina territoriale e ai servizi socio sanitari e assistenziali. L’obiettivo è dare alla nostra comunità efficaci servizi di prossimità e territorialità».

La riunione è proseguita con l’architetta Sabrina Fassi, dello studio Bounous. In poco meno di trenta minuti ha presentato, con dovizia di particolari, il progetto della struttura della Casa della comunità. A seguire sono intervenuti Angelo Michele Pescarmona, direttore generale Asl TO5 e Mario Traina, direttore  sanitario dell’Asl TO5. I due dirigenti apicali dell’ASL TO5, hanno rimarcato la necessità di incardinare la Casa della comunità di Santena all’interno della nuova sanità del territorio che si sta disegnando. In particolare Angelo Michele Pescarmona ha spiegato: «In zona sono previsti due piccoli ospedali, capaci di 20 posti letti ognuno per le cronicità. Queste due strutture saranno realizzate a Nichelino e Carignano. Ancora sul territorio  sono in arrivo sette Case delle comunità, finanziate dal Pnrr. Cui bisogna aggiungere tre o quattro iniziative, più o meno simile alla vostra santenese. Anche se la vostra è su un livello decisamente alto. Poi ci sarà il nuovo ospedale unico dell’Asl TO5, previsto nella vicina Cambiano. Dunque su questo territorio sta nascendo una rete costituita da: un grande ospedale unico, due piccoli ospedali per cronicità e una decina di Case della comunità». Pescarmona ha chiuso così: «Oggi siamo qui per dirvi “bravi” rispetto al vostro progetto di Casa della Comunità. Noi Asl TO5 ci impegnamo a mettervi dentro tutto quello che serve per farla funzionare al meglio. Non solo il Centro unico delle prenotazioni, medici di base e pediatri, ma anche l’infermiere di comunità, gli assistenti sociali e tante altre cose ancora».

In chiusura di riunione hanno portato il loro contributo due medici di base, medici di medicina generale, che lavorano a Santena. In sala erano presenti altri medici di base, tra cui Giuliana Vedelago e Maria Addolorata Marra, già pediatra in città. Enrico Camponogara ha detto: «In città lavorano otto medici di famiglia. Tutti, a turno – se lo vorranno – potranno trovare posto nella Casa della comunità, in progetto in via Vignasso». Subito dopo Enrico Camponogara ha aggiunto: «L’idea della Casa della comunità arriva da noi medici di base. E’ nata, anni fa, per istinto di sopravvivenza. Noi medici ci siamo presentati alla giunta comunale precedente, la Ugo Baldi bis, con il cuore in mano. Abbiamo ricordato che i medici di medicina generale sono sempre di meno. Questo significa che lavoriamo sempre di più, facendo maggior fatica. A fronte di questa situazione occorreva inventarsi qualcosa.  Per lavorare, insieme, in modo diverso. Per questo penso di poter dire che questo progetto di Casa della comunità potrà invogliare i nostri giovani colleghi. Ve lo dico appassionatamente. I giovani colleghi, da soli, non vogliono lavorare. Se si vuole incentivare i giovani colleghi occorre realizzare situazioni in cui si lavori insieme. In gruppo si lavora meglio. E la situazione è ancora migliore se, oltre ai medici di base, nella stessa struttura, ci sono anche altre figure. Dagli infermieri agli specialisti. Per i cittadini questo porterà vantaggi. Le risposte ai pazienti potranno arrivare da noi medici di base, come dai vari specialisti, presenti nella Casa della comunità. A disposizione dei cittadini ci saranno anche infermieri e assistenti sociali. Per i santenesi avere a portata di mano tutte queste figure e professionalità tornerà utile. Avranno anche risposte più rapide». Enrico Camponagora ha aggiunto: «Mi sento di poter dire che questo progetto di Casa della comunità è andato oltre le nostre aspettative. Lo ribadisco, oggi tanti giovani colleghi sono restii a lavorare da soli. Questo è anche il portato della pandemia arrivata con il covid.  In determinate situazioni il confronto con i colleghi è davvero utile. Dunque, speriamo che da questo progetto arrivino frutti positivi. Noi medici, nell’ambito della Casa delle comunità, avremo anche l’opportunità per migliorare professionalmente. Inoltre, con qualche strumento diagnostico in più, a disposizione,  potremo crescere professionalmente e migliorare i servizi che offriamo. Potremo dunque lavorare meglio e in modo più organizzato…».

Isabella Masaneo, altro medico di base, che lavora in città, ha aggiunto: «La Casa della comunità avrà un reale impatto positivo in termini di semplificazione, di accesso e di servizi coordinati. I cittadini non potranno che essere contenti della Casa della comunità che sta sorgendo a Santena. A tutti coloro che hanno avuto la voglia di andare avanti su questo progetto va rivolto un grosso grazie». Isabella Masaneo ha aggiunto: «Oggi noi abbiamo il polso della situazione dei pazienti. L’insoddisfazione che sentiamo da parte degli utenti è palpabile. Ed è tanta. E, va detto, spesso siamo insoddisfatti anche noi medici. In questo momento stiamo lavorando male. Andiamo avanti, nella speranza di cambiare e migliorare. Questo progetto della Casa della comunità ci da fiato e speranza. Per questo siamo entusiasti. E ringraziamo. Anche noi siamo impazienti di vedere avviata la Casa della comunità. Non vediamo l’ora di entrarci…».

Il sindaco Roby Ghio ha chiuso così l’incontro: «Le Case della comunità finanziate dal Pnrr in zona saranno terminate entro il 2026. Noi intendiamo realizzare la nostra Casa della Comunità entro il 2025. I prossimi due mesi saranno dedicati a terminare il progetto. Poi avremo il bando e l’assegnazione dei lavori che dureranno otto mesi. Dunque, tempo un anno di gestazione e potremo inaugurare la nostra Casa della comunità. Investiremo 1.250.000 euro. Risorse interamente messe a disposizione dalla città di Santena».

LA RIUNIONE IN VENTI SCATTI