Santena, Giovanni Giacone: «Ecco perché ho firmato le dimissioni»

Santena – 10 maggio 2011 –  Gianni Giacone, assessore della Giunta guidata da Benny Nicotra, spiega come è arrivato a firmare il documento che ha portato alla scioglimento del consiglio comunale.

Chiamato al telefono Giovanni Giacone, come sempre, non si nega: «Intendo spiegare quello che ho fatto e come è maturata la mia decisione. Semplicemente, arrivato a un certo punto, con il sindaco Benny Nicotra non c’erano più i presupposti per andare avanti e portare avanti l’azione amministrativa.  In particolare con Nicotra ero arrivato a scontri verbali che si possono definire micidiali.Se non avessi preso la decisione di firmare le dimissioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio c’era il rischio di passare a uno scontro non più solo verbale. Dunque ho preferito tagliare la testa al toro e apporre la mia firma».

Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il bando sulle strutture sportive?

«Da tempo in maggioranza e in Giunta ho manifestato alcune perplessità. Ma nessuno mi ha dato retta.  Molte volte mi sono sentito solo, nel senso che tutta la Giunta era abituata a dire sempre sì al sindaco Benny Nicotra. Aggiungo anche che, negli anni il sindaco è cambiato. In particolare da quando è tornato dall’esperienza in parlamento è cambiato tantissimo. Forse questa è solo una mia idea, ma negli ultimi anni si sentiva il padrone di tutto quello che c’era in Comune. Noi, componenti la maggioranza e la Giunta, dovevamo essere suoi sudditi, senza mai poter dire niente.Dovevamo avallare le sue decisioni senza fiatare: una roba del tutto incomprensibile.Ogni tanto io protestavo e dicevo qualcosa: questo mio comportamento lui non lo digeriva,  più di una volta in giunta abbiamo avuto scontri verbali, anche piuttosto accesi.  Un giorno ho mollato un pugno sulla scrivania e ho chiesto maggiore rispetto,  cosa che io ho sempre avuto per lui. Diciamo che il sindaco non sopportava nessuna critica. Anche se uno chiedeva delle semplici spiegazioni il sindaco rispondeva attaccandolo personalmente».

Come si è arrivati alla frattura che ha portato alla firma?

«Diciamo che per anni non ho dato peso a questi suoi comportamenti. Non condividevo molte sue decisioni, ma per il bene della città ritenevo fosse meglio passarci sopra.  Poi però sono arrivati fatti gravi. La prima cosa che non ho digerito è stata la richiesta dell’aspettativa, a carico del Comune. Intanto in Giunta il sindaco si è guardato bene dal dircelo. Quando l’ho saputo ho subito chiesto informazioni all’allora segretario comunale che mi aveva riferito che era tutto regolare. A fronte delle rassicurazioni del segretario comunale me ne sono stato zitto …poi si è visto come è finita.  Intanto vorrei chiarire che nell’ambito di una Giunta certe cose sarebbe meglio conoscerle dal diretto interessato. Anche in altre occasioni l’azione amministrativa della Giunta non mi ha convinto. Per quel che potevo ho cercato di rimanerne fuori. Una cosa mi preme riferire: io non sono un politico. Anzi, a me della politica non me ne frega proprio niente. Io sono venuto in Comune per lavorare e per mettermi a servizio dei cittadini.In tutti questi anni ho sempre lavorato e sgobbato e tutti possono andare all’ufficio tecnico per chiedere conto del mio impegno. Anche prima arrivare in consiglio avevo dato tempo e denaro per i ragazzi del calcio della società Up Santenese.  In amministrazione ho semplicemente cercato di continuare questo mio spirito di servizio a favore di tutta la città».

Giacone cosa è successo negli ultimi mesi?

«Negli ultimi periodi in Giunta si è creato un ambiente un po’ strano. Intanto il sindaco negli ultimi tempi non mi chiamava più e non mi rendeva partecipe delle decisioni. Spesso ero tagliato fuori dalle cose importanti.SI riunivano il sindaco e pochi altri.Nicotra chiamava solo più quelli che riteneva fedelissimi. Questo è un’altra cosa che non andava proprio bene e che non ho potuto digerire. Quando si amministra le scelte devono maturare e vanno condivise con tutta la coalizione. Quando la Giunta decide gli amministratori ci mettono la faccia davanti ai cittadini. Io, in questi mesi, più volte ho detto chiaramente in maggioranza e in Giunta che questo andazzo non mi stava più bene. Dirò di più: più di una volta ho detto a Benny Nicotra che se non cambiava l’avrei mandato a casa. In più occasioni ho detto a Benny di  cambiare rotta. Gli ho chiesto  di darmi retta: lui non mi ha mai nemmeno considerato.Dirò di più, negli ultimi tempi ho capito che al sindaco di me, Gianni Giacone, non gliene fregava proprio niente. Negli ultimi giorni, quando ci siamo scontrati, di brutto, ha avuto il coraggio di dirmi che lui aveva altre persone da mettere al mio posto. Mi ha detto chiaramente che aveva altre persone da sistemare nel mio assessorato.Poi mi ha detto anche altre parole che non ho proprio mandato giù. Se in questi giorni mi fossi ritrovato a bisticciare con il sindaco  davvero non so come poteva finire. A fronte di tale situazione ho scelto di tranciare di netto il rapporto e apporre la mia firma».

Giovanni Giacone prosegue ancora: «Il sindaco mi ha detto che di me non sapeva più che farsene.  Mi ha riferito che lui mira  ad andare chissà dove ancora e che per lui Santena resta un trampolino per finire in altri lidi. Mi ha fatto capire che lui non aveva più bisogno di me Giacone, ma gli serve gente con rapporti con i politici eletti in Provincia, in Regione e in Parlamento. Persone che siano anche in grado di aiutarlo a sbarcare dove lui ancora oggi pensa di andare. Oltre a dirmi queste cose in questi mesi mi sono sentito messo da parte; ha cercato di ignorarmi e stava preparandosi a farmi fuori dalla Giunta. Tutto questo ha contribuito a far arrivare la mia firma sul documento».

Giovanni Giacone aggiunge ancora altro: «Io con la firma non ho tradito proprio nessuno.Io in tutti questi anni ho voluto bene a Nicotra. A pochi mesi dal grave lutto che aveva colpito la mia famiglia gli ho dato una grossa mano nella campagna che l’ha portato in Parlamento.Poi però, una volta tornato da Roma, il sindaco Nicotra è cambiato, e di molto.E’ partito da Santena con la mentalità da gladiatore, ma da quando l’esperienza parlamentare è finita si sente Giulio Cesare».

Giovanni Giacone in questi giorni che cosa ti ha detto la gente dopo che hai firmato?

«Sono sincero, ho ricevuto tante telefonate di persone che mi hanno detto che avevo fatto bene a firmare.  Devo anche riferire che non ho ancora ricevuto una telefonata né dai miei colleghi di maggioranza, né da Nicotra. Nessuno mi ha telefonato per criticare il mio gesto.  Io, lo ribadisco, ho firmato non certo per vendicarmi né tantomeno per tradire Benny Nicotra. Io la mia firma l’ho messa perché voglio che Santena cambi. Io voglio che si torni ad amministrare come Dio comanda. Io voglio che cessino denunce e bisticci. Il sindaco deve capire che con questa tornata amministrativa siamo partiti male e siamo finiti peggio».

In chiusura, c’è un messaggio per i santenesi?

«Innanzitutto chiedo scusa ai miei amici che mi hanno appoggiato. Hanno votato me, che nonostante il mio carattere quando prendo un impegno lo porto sempre al termine. Ho firmato perché non potevo non farlo. E poi, soprattutto, ho firmato perché il sindaco Benny Nicotra stava distruggendo il sogno che ho nel cassetto: riportare a Santena tutti i ragazzi che giocavano nei capi della Trinità, nelle file dell’Up Santenese e che ora non ci sono più perché sono andati in giro, anche fuori città, nella altre società. Più volte ho spiegato al sindaco questo mio intento. Benny Nicotra mi diceva che avevo ragione, ma poi quando si trattava di prendere decisioni conseguenti metteva la testa nella sabbia come gli struzzi e decideva in senso contrario rispetto a quanto io auspicavo.  In chiusura, vorrei invitare i cittadini a prestare la massima attenzione nello scegliere il sindaco della città. Questa volta io vorrei che si scegliesse un sindaco che sappia parlare con i cittadini e, soprattutto, un sindaco che non lavori per dividere la città come stava facendo Benny Nicotra ormai da anni. Nicotra stava dividendo la città in amici e nemici. Io dico che questo non deve più accadere: un sindaco deve essere imparziale e, soprattutto, deve essere il sindaco di tutti. Io auspico che i cittadini portino ad amministrare un gruppo di persone capaci che sappiamo davvero fare quello che serve ai cittadini. Santena, contrariamente a molti altri comuni della Provincia è ancora una città vivibile, ci conosciamo quasi tutti. Non possiamo più continuare a mandare a monte la nostra città per le ambizioni politiche di qualcuno».

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